I “raccomandati” che accetteranno di pagare la multa che era stata saldata per loro conto dalla Multiservizi verranno “perdonati” e usciranno indenni dall’inchiesta. Rischiano invece il rinvio a giudizio per peculato i manager e il personale della società partecipata che crearono una corsia preferenziale per chi aveva ricevuto una multa per non aver acquistato il ticket per il parcheggio.
La procura di Brindisi sceglie di separare la posizione dei circa 250 brindisini (consiglieri comunali, assessori e loro parenti, giornalisti e loro congiunti, personale della polizia municipale e persino della Procura) le cui multe di importi compresi tra i 17 e gli 80 euro erano state pagate dalla Multiservizi, attingendo dal conto corrente della partecipata, da quella di chi ha reso possibile questo abuso.
Non si poteva pensare di imbastire un “maxiprocesso” portando alla sbarra tutti quelli che, a loro insaputa o meno, avevano ottenuto il trattamento di favore. Fermo restando il fatto che molti di loro hanno dato prova di quell’odioso malcostume, e sono stati anche iscritti nel registro degli indagati, il pm Milto De Nozza ha fatto sfilare nella caserma della guardia di finanza tutti i “raccomandati” ai quali è stato proposto di pagare con bollettino postale la multa che era stata loro indebitamente saldata con denaro pubblico. Ovviamente tutti hanno messo mano al portafogli, intravedendo la certezza in questo modo di ottenere l’archiviazione della loro posizione processuale.
La linea seguita dalla Procura sta consentendo rapidamente anche di riportare nelle casse della Multiservizi quei diecimila euro che erano stati indebitamente sottratti.
Chi invece della società partecipata compì materialmente le operazioni illecite, e i dirigenti che li avrebbero dovuti controllare, restano sotto la lente del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza con l’ipotesi di reato di peculato.