Annegò dopo lo schianto dello yacht contro la diga: la barca era rubata

Figura anche il nome di Alessandro Colangeli, il 49enne annegato lo scorso 17 luglio a Brindisi dopo che lo yacht sul quale viaggiava si sfracellò contro la diga di Punta Riso, nel novero dei presunti membri di una banda internazionale specializzata nel furto di imbarcazioni di lusso, su commissione del mercato arabo ed est europeo. Colangeli si occupava del trasporto degli yacht rubati, e ieri mattina, se fosse sopravvissuto al naufragio, sarebbe stato probabilmente raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare spiccata dal tribunale di Genova, e già notificata a sette componenti della banda (sei in carcere, uno ai domiciliari).

Sono finiti in manette Sergio Bolognino, di Bassano del Grappa; Vincenzo Buttarelli, di Trimignano (Roma); Olinto Bonalumi e Federico De Matteis, entrambi di Foggia; Claudio Fronteddu, di Roma; Giovanni Montello e Angelo La Licata arrestati a Genova.

Diverse le imbarcazioni rubate in lungo e in largo per il Mediterraneo, a Genova, a Ostia, in Croazia. La più preziosa: il Kasioka (che ha dato il nome all’operazione di polizia), del valore di 7 milioni di euro, scomparso il primo aprile del 2012 dal porto di Genova, seguito da un 36 metri da ben 6 milioni di euro. L’associazione non disdegnava tuttavia i natanti di più modesto, si fa per dire, valore, come un Azimut 50 da un milione di euro o un Sunseeker da due milioni. Tra gli acquirenti, facoltosi uomini d’affari dell’est europeo o del mondo arabo.

Di questa catena ben oliata, Colangeli era uno dei principali anelli. Si occupava del trasporto delle imbarcazioni rubate. E rubata era la “Sale e Pepe”, lussuoso yacht di 24 metri, che stava guidando tra le acque agitate al largo di Brindisi, il 17 luglio scorso. Il motore si fermò per un’avaria e lo yacht, trascinato dalle onde, si schiantò contro la diga di Punta Riso, finendo a pezzi. Due dei tre passeggeri riuscirono a mettersi in salvo. Colangeli, gettatosi tra le onde, resistette un’ora prima che i soccorsi riuscissero a portarlo sulla terra ferma. Ma era già troppo tardi. Morì prima dell’arrivo in ospedale.