L’arroganza dell’ergastolano: “Potevo scappare ancora”

“Volendo potevo scappare pure adesso”: sono le uniche parole, dette agli agenti di polizia penitenziaria e agli agenti di polizia che lo accompagnavano, pronunciate dall’ergastolano Fabio Perrone catturato oggi dopo 63 giorni di latitanza, mentre veniva trasferito dalla Questura di Lecce al carcere ‘Borgo San Nicola’. L’uomo – secondo quanto si e’ saputo – avrebbe detto solo questa frase, limitandosi, negli attimi successivi alla cattura, a Trepuzzi, a sorridere in modo sarcastico.
Una palazzina a due piani, in via Giugno, in una zona alla periferia di Trepuzzi. E’ qui, in un appartamento quasi nascosto dal vano scale, al secondo piano, il covo dove si nascondeva Era li’ da un giorno, come sostengono gli investigatori. La casa e’ di proprieta’ di Stefano Renna, il 32 enne titolare del bar “Barott8” arrestato per favoreggiamento. L’inquilino che vive al primo piano della palazzina sembrato sorpreso: “Conoscevo Fabio Perrone da piccolo, quando da bambini giocavamo, ma poi non l’ho piu’ visto. Mi ha avvisato questa mattina mia sorella del suo arresto. – racconta l’uomo – Non mi sono mai accorto di nulla, anche perche’ Stefano Renna fa orari diversi dai miei”. Secondo gli investigatori, l’evaso avrebbe contato su una rete di protezione molto forte, da parte non solo dagli esponenti della criminalita’ organizzata ma anche da parte di insospettabili.

(Foto Ansa)