Vince 5mila euro a poker. Lo Stato gliene chiede 60mila

Il banco vince. Vince sempre. Soprattutto quando il banco in questione è lo Stato, quel Fisco che vuole fare grana anche quando a vincere sei tu. Ne sa qualcosa il mesagnese Roberto Sabato, per gli amici del tavolo verde “Roby S”, giocatore professionista di poker tra i più conosciuti nel circuito nazionale e non solo, al quale l’Agenzia delle entrate ha inviato una cartella esattoriale da ben 59mila euro. Perché? Per aver vinto 5mila euro nel 2008 in tornei all’estero. Il punto è che secondo l’Agenzia delle entrate quanto dichiarato da Sabato non corrisponderebbe alla cifra reale: “Loro sostengono che avrei incassato 29mila euro. Dicono che i 24mila euro in più sul mio conto sono il frutto di movimenti sospetti, e per questo me ne chiedono 59mila euro tra arretrati, interessi e sanzioni. E vogliono tutto entro 10 giorni”.

Snodo fondamentale della vicenda è la fonte da cui il Fisco avrebbe ricavato le informazioni in questione: un sito internet. Si chiama “Poker Hendon Mob”. Il portale web registra e riporta una serie di classifiche le vincite accumulate dai poker player in carriera e nelle varie competizioni. Ma, appunto, è solo un sito: “Non possono prendere informazioni da lì – spiega Roby S – perché non ha nulla di istituzionale e riporta spesso dati non verificati. E per questo ho già inviato una email perché il mio nome e i miei dati, per altro sbagliati, siano cancellati”. Non solo.

Lo stesso sito, secondo il quale il professionista mesagnese avrebbe vinto in carriera 129mila euro (cifra anche questa sballata dal momento che comprende piazzamenti e vincite mai ottenute da Sabato), non comprende le spese per iscrizioni e soggiorni. Sono cifre al lordo delle somme sborsate per acquistare la partecipazione al torneo (siamo nell’ordine delle migliaia di euro), il viaggio, l’albergo, e via spendendo. “Alla fine dei conti – ragiona Sabato –non so nemmeno se tra vincite e spese sono riuscito a chiudere in pareggio”.

Ma c’è dell’altro: “Mi contestano movimenti sospetti per 24 mila euro sul mio conto personale, che loro considerano per forza proventi da vincite del poker, ma non tengono conto che io ho un’azienda che fattura migliaia di euro al mese all’Auchan, con tasse regolarmente pagate dal sottoscritto e che nel 2008 potevo versarmi una somma in contanti se mi serviva per coprire qualche operazione privata. Nel 2008 poi non c’era la tracciabilità superiore ai mille euro in contanti”.
Insomma, la tesi del Fisco, questa volta non regge. Non regge per niente. Per questo Roberto Sabato ha deciso di fare ricorso. Sa di avere tra le mani le carte giuste. Il Fisco potrebbe essere in bluff. E Roby S, le carte sul tavolo, vuole scoprirle tutte. Il banco vince. Ma non può vincere per sempre.

Emilio Mola