
Sei pallottole: tre alla testa, due alle spalle e uno di striscio al braccio sinistro. L’autopsia eseguita ieri sera sul corpo di Antonio Di Cataldo, 33 anni, ucciso dal padre Cosimo al culmine di una lite, conferma la versione dei fatti resa dall’indagato, in carcere con l’accusa di omicidio volontario. Ha sparato al figlio con un revolver Smith&Wesson che il ragazzo aveva portato in casa e che era carico di tutte le cartucce che il tamburo può contenere.
L’esame autoptico è stato effettuato dal medico legale Antonio Carusi, incaricato dal pm di turno, Francesco Carluccio, titolare dell’inchiesta. Cosimo Di Cataldo, 58 anni, è in carcere da mercoledì all’alba. Dopo il lungo interrogatorio in cui ha ammesso di aver premuto il grilletto e ha ricostruito quanto accaduto nella sua abitazione di Latiano, in via Scarafile, alle 23 di martedì scorso, sarà risentito stamattina alle 10 nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto in flagranza disposto dai carabinieri di concerto con il sostituto procuratore