Angeli dei ricordi smarriti: armati di metal detector per ritrovare fedi nuziali, protesi e persino meteoriti

Di Marina Poci per il numero 364 de Il7 Magazine
Per lo più fedi nuziali, poi gioielli di tutti i tipi, oggetti vari, monete e chiavi, qualche volta protesi dentarie e persino frammenti di meteoriti: è quanto ai volontari dell’associazione senza scopo di lucro SOS Metal Detector, nata in Abruzzo nel 2019, viene chiesto di cercare nei posti più svariati. Mare, fiumi, laghi, campagne, boschi, luoghi di lavoro, cantieri edili, abitazioni private: dovunque ci siano metalli smarriti, si può fare affidamento sul loro impegno diligente, tempestivo e, soprattutto, completamente gratuito. In tutta Italia sono circa ottocento, cinquantatré in Puglia e quattro nel territorio brindisino, i soci che mettono a disposizione i loro strumenti e la loro dedizione per venire incontro alle richieste, sempre più numerose, di chi ha perso qualcosa a cui è legato. “Non cerchiamo esclusivamente pezzi di alto valore economico, ma anche oggettini che hanno grande importanza dal punto di vista affettivo. La nostra gioia è tutta nel vedere spuntare il sorriso sul viso delle persone alle quali siamo utili”: a parlare è Luigino Leggio, sottufficiale della Marina Militare in quiescenza, uno dei volontari più attivi nella provincia di Brindisi. Ha scoperto l’associazione per caso, sui social, e vi si è iscritto nel gennaio 2023. Le molle che lo hanno spinto a tesserarsi sono diverse: innanzi tutto la passione per l’arte del metal detector, maturata anni fa, poi la curiosità di vivere in prima persona le attività che per un lungo periodo ha osservato da lontano, infine la volontà di aiutare quanti per disattenzione o caso fortuito perdono qualcosa a cui tengono.
Per iscriversi all’associazione la dotazione di base è costituita da un metal detector e una pala, “a cui bisogna aggiungere tanto altruismo e tanta buona volontà”, precisa Leggio con un sorriso, raccontando con rammarico che, purtroppo, non tutte le richieste di recupero vanno a buon fine. Quest’anno, per esempio, il volontario brindisino è stato interessato da tre ricerche e ne ha portate a termine con successo due. Sfortunatamente, malgrado il grande impegno, non è riuscito a trovare una fede nuziale persa nello specchio di mare prospiciente Lido Granchio Rosso.
A spiegare l’iter di smistamento delle richieste e il funzionamento a livello locale dell’associazione è il referente per la Puglia, Antonio Pugliese, un 53enne di Alberobello che di mestiere lavora la pietra e per hobby, da ben prima di iscriversi all’associazione, cerca oggetti metallici perduti. La richiesta, solitamente telefonica, arriva direttamente al responsabile nazionale, il quale la gira al referente nella regione. Dopodiché, a seconda delle disponibilità dei volontari e della vicinanza di questi con il luogo di smarrimento, si predispone l’intervento. Normalmente i volontari lavorano in solitudine, ma in alcuni casi, per esempio quando l’area da perlustrare è particolarmente estesa, vengono inviati gruppetti di due o più persone.
Uno degli interventi che Pugliese ricorda con più emozione è la ricerca dei frammenti del meteorite che ha attraversato l’atmosfera terrestre nella notte di San Valentino dello scorso anno, schiantandosi tra Puglia e Basilicata: “È stato molto avvincente! Tramite la rete Prisma, l’INAF, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, i cui scienziati stavano conducendo studi sul bolide, ha inviato una richiesta a tutti i volontari muniti di metal detector: così ho risposto all’appello e sono partito per Matera. Ho coinvolto nell’esperienza anche mio figlio Nicolò, che è rimasto entusiasta. Abbiamo recuperato pezzi molto grandi e il pensiero di avere contribuito a una ricerca scientifica di così grande valore mi riempie di orgoglio”, racconta Pugliese.
La caratteristica dell’opera dei detectoristi iscritti alla SOS è la completa gratuità. Capita, però, che qualcuna delle persone interessate dal recupero, per dimostrare la propria gratitudine, voglia ricompensare in denaro i volontari: “Se prendessimo soldi, verrebbe meno lo spirito per il quale l’associazione è nata. Noi cerchiamo prima di tutto per il piacere di cercare, ma anche per combattere lo sciacallaggio che spesso si nasconde in situazioni del genere. In anni di volontariato, il massimo che ho accettato di ricevere è stato un aperitivo. Più spesso mi offrono un caffè”, racconta Pugliese. “Quando ho recuperato una fede smarrita in un lido di Torre Chianca”, gli fa eco Leggio, “il proprietario non sapeva come sdebitarsi, anche perché, per una bella coincidenza, il ritrovamento è avvenuto nel giorno dell’anniversario di matrimonio. Voleva invitarmi a cena, ma non avrei mai approfittato della circostanza. Mi è bastato vederlo felice. Gli ho chiesto soltanto un caffè e un bicchiere d’acqua: ero accaldato per essere stato molto tempo sotto il sole!”.
L’anello nuziale è in effetti l’oggetto più smarrito in assoluto, soprattutto in estate. Lo spiega bene il referente Pugliese, che in questi mesi è tempestato di richieste da tutta la regione (circa 60 interventi da maggio): “Sono i gioielli più indossati, sia dagli uomini che dalle donne. Al mare tendono a scivolare perché le mani sono unte di crema solare, ma anche perché nei punti in cui l’acqua è un po’ più fredda le dita si assottigliano. Anche il mio primo incarico in associazione è stato la ricerca di una fede smarrita a Pantanagianni, fortunatamente ritrovata. Un caso particolare ha riguardato un anello nuziale perso ad Arnesano, nel Salento, in un giardino privato: sembra che sia stato smarrito durante una partita di pallavolo qualche anno fa. Purtroppo non siamo riusciti a trovarlo e la delusione è stata molto forte”.
La differenza, spesso, la fanno gli strumenti: ce ne sono alcuni di molto precisi, in grado di rilevare l’oggetto anche a venti centimetri di profondità (sotto la sabbia, ad esempio), individuando anche il tipo di metallo di cui è composto. Solitamente i volontari che si muovono in mare utilizzano questo genere di attrezzatura, più costosa rispetto a quella amatoriale.
Se nell’Olimpo dei recuperi di Pugliese ci sono i frammenti di meteorite, il ritrovamento che più ha emozionato Leggio, risalente agli anni in cui non era ancora socio della SOS, riguarda una moneta esagonale bronzea del 1614, rinvenuta su una spiaggia di Torchiarolo e prontamente affidata al Comune, che ha poi interessato la Soprintendenza APAB, come da prassi in tutte le occasioni in cui i ritrovamenti riguardano reperti storici o archeologici.
Eppure spesso non si trova soltanto ciò che intenzionalmente si cerca.
Lattine per bibite con relative linguette, tappi di bottiglia, carta stagnola, vaschette di alluminio per alimenti, confezioni di farmaci: spazzolando le aree coinvolte dagli smarrimenti, i volontari si imbattono sempre più spesso in rifiuti a composizione metallica. Il loro diventa, quindi, anche un lavoro di pulizia a servizio della comunità, che va a sommarsi a quello dei dipendenti delle aziende deputate alla raccolta e dei volontari delle associazioni ambientaliste: “Raccogliamo tutto e lo smaltiamo negli appositi contenitori. Gli strumenti rilevano il metallo, ma noi ci portiamo dietro anche le buste per la plastica e i rifiuti organici. Non sarebbe corretto lasciare in giro sporcizia, anche se non è la pulizia il nostro scopo”, precisa con amarezza Pugliese.
Ma le attività dell’associazione non si fermano qui: recentemente da una costola della SOS Metal Detector è nata la Federazione Italiana Detectoristi Sportivi (FIDES), la prima (e al momento unica) associazione sportiva di metal detector in Italia, che organizza vere e proprie gare in cui, in una circoscritta area di intervento, si cercano gettoni precedentemente interrati: “Siamo stati riconosciuti come un vero e proprio sport e organizziamo campionati regionali e nazionali. Parallelamente coinvolgiamo anche i bambini: nascondiamo soldini, macchinine o giochini e poi incarichiamo i più piccoli della ricerca e li premiamo con piccoli diplomi o oggettini. È un modo per appassionarli all’hobby e per creare la futura generazione dei nostri soci”, afferma Pugliese. Ma le iniziative di cui i volontari vanno più fieri sono quelle a favore delle persone fragili o in difficoltà: “Cerchiamo di far divertire chi in genere non ne ha la possibilità, portatori di handicap e diversamente abili su tutti. Vedere sorridere la gente è la nostra vocazione, che sia per un anello ritrovato, o per la possibilità di trascorrere qualche ora all’aperto in compagnia”, conclude Pugliese.

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