Auguri, vecchio Timone: da 90 anni un simbolo di Brindisi nel mondo

di Gianfranco Perri

Il Monumento al Marinaio di Brindisi compie 90 anni: fu inaugurato il 4 novembre 1933 dal re Vittorio Emanuele III. Con i suoi 53 metri domina il porto ed è divenuto, insieme alla Colonna romana, il simbolo della città. Fu voluto per commemorare i 6.000 marinai caduti nella Prima Guerra mondiale
Sono state tante le occasioni in cui si è scritto sul nostro “Monumento”, il Monumento al Marinaio d’Italia di Brindisi. E non poteva essere altrimenti per un monumento divenuto da subito, dal momento stesso della sua inaugurazione, ed a pieno titolo, simbolo della città. Edificato di fronte alle Colonne per dar luogo con quelle ad una simbiosi ormai indissolubile, per la città e per il suo fantastico e, da sempre, famoso porto Mediterraneo: il più bello e il più sicuro.
Anch’io ne ho scritto più volte e una delle prime fu quando sul quotidiano Senzacolonne del 5 luglio 2012 commentavo una delle foto del gruppo Fb Brindisini la mia gente. Si trattava di una foto un po’ speciale: era la foto del modello allegato al progetto del Monumento elaborato dall’architetto Luigi Brunati in occasione della sua partecipazione al concorso di cui risultò vincitore; progetto che lui intitolò “Sta come torre”. Ecco il testo di quel mio breve articolo:
«Qualche osservatore appena un po’ attento, riconoscerà le stranezze di questa foto del nostro glorioso Monumento. Si tratta di una foto che riposa negli archivi dell’Ufficio Storico della Marina Militare e raffigura il modello del progetto dell’architetto Luigi Brunati che fu mandato in cantiere e che durante il corso dei lavori subì qualche leggera modifica, sicché quello finalmente realizzato e che noi possiamo tutt’ora contemplare è un po’ diverso in certi dettagli da quello della foto.

Le due statue che nella foto troneggiano ai due lati furono sostituite da due cannoni che durante la Prima guerra mondiale erano appartenuti a unità navali austriache. I tre fasci littori che in bassorilievo erano apposti al disopra della targa commemorativa furono sostituiti da due fasci molto più grandi apposti in bassorilievo sulle due pareti laterali della torre e che furono successivamente rimossi.
Ma la modifica certamente più rilevante è quella che si riferisce agli aspetti strutturali dell’opera: la banchina antistante il piazzale era nel progetto pronunciatamene concava con una scalinata anch’essa curva che doveva coprire il dislivello dal piazzale al mare, il quale in questo modo si avvicinava suggestivamente alla base del Monumento. Fu proprio tale vicinanza ritenuta eccessiva che suggerì il cambio, ampliando di molto il piazzale e ritirando in conseguenza il mare dalle fondazioni del Monumento che avrebbero potuto essere col tempo danneggiate dalla troppa vicinanza dell’acqua. Comunque, tutte le modifiche descritte, di fatto non sconvolsero l’essenza dell’opera di Brunati il cui progetto aveva vinto il concorso tra moltissimi, 92 per l’esattezza, partecipanti alla gara che era stata appositamente indetta.»

A complemento di quanto commentato, sulla scheda di www.brindisiweb.it dedicata al Monumento, si può leggere:
«Il 4 novembre del 1933 il Monumento fu inaugurato con una grande manifestazione alla presenza del re Vittorio Emanuele III, un’opera realizzata in poco meno di un anno, promossa dalla Lega navale e finanziata grazie anche ai fondi raccolti nei concerti organizzati a tale scopo dal rinomato tenore salentino Tito Schipa. Il 18 dicembre del 1955, nell’ampia nicchia quasi in cima al monumento, fu posta una statua della Madonna del peso di 10 tonnellate. Il 18 luglio 1965 il ministro della difesa Giulio Andreotti inaugurò l’ara votiva realizzata nel piazzale inferiore, accendendone quella che doveva essere la ‘fiamma perenne’.
Durante la cerimonia vennero inoltre scoperte, all’interno della cripta, le lapidi dedicate ai Caduti della Marina Militare nella Seconda guerra mondiale. Nel 1968 durante i lavori di dragaggio dell’avamporto fu recuperata la campana della corazzata “Benedetto Brin”, affondata nel porto di Brindisi nel 1915 in seguito all’esplosione della santabarbara di bordo, e fu collocata all’interno del Sacrario del Monumento, nella suggestiva cripta che a forma di chiglia capovolta è nella base del Monumento”.»
Questa invece, la cronaca dell’inaugurazione del Monumento riportata sulla prima pagina del settimanale di Brindisi “Indipendente” sotto il titolo “L’Italia celebra solennemente a Brindisi le glorie marinare della Patria, alla presenza del Re, del Principe ereditario, dei Principi sabaudi e delle alte gerarchie dello Stato”.
«Il 4 novembre del 1933 il Re d’Italia Vittorio Emanuele III arrivò in treno alle ore 9:30, dalla stazione fu accompagnato dal corteo reale a Palazzo Montenegro; quindi, raggiunse in motoscafo il piazzale sottostante il monumento progettato dall’architetto Luigi Brunati e dallo scultore Amerigo Batoli, denominato “Sta come torre”. Sulla tribuna reale eretta al centro della piazza presero posto anche il principe ereditario Umberto e le alte cariche politiche, civili e militari; migliaia di persone affollavano ordinatamente i lati del palco mentre nel porto erano ancorate diverse unità militari della 2da squadra navale.
Per facilitare l’accesso alle autorità, dalla banchina Montenegro sino a quella di Posillipo la Regia Marina aveva predisposto un ponte di zattere con ringhiera, largo 18 metri e lungo 250. Alle ore 10:30 ventuno salve di cannone accompagnate dal volo degli idrovolanti aprirono la cerimonia inaugurale, che proseguì con la benedizione impartita dal cappellano della Marina, i discorsi delle autorità e conclusa con il canto dell’inno “Apoteosi al Marinaio”. La cronaca completa della manifestazione e i discorsi furono anche radiotrasmessi dalla stazione di Bari dell’Eiar e furono ascoltati anche dalla folla adunata sul lungomare grazie agli altoparlanti sistemati per l’evento.
Dopo la colazione a bordo del piroscafo del Lloyd Triestino “Helouan”, i reali presero posto sul palco eretto di fronte a piazza Vittoria e alle ore 15 in punto iniziò la grande parata che vide ben 8.000 tra militari e rappresentanti di associazioni sfilare davanti al sovrano. Alle 16:30 il re ripartì dalla stazione centrale non prima di ricevere un cestino di vimini raffigurante una nave, colmo di garofani, lavorato e donato dagli orfani di guerra. I grandi festeggiamenti continuarono in serata con musiche di orchestre e di bande militari.»
Un altro periodico brindisino “Giornale di Brindisi” dedica la quasi totalità della sua edizione del 9 novembre 1933 al magno evento cittadino, sotto il titolo “Gloria al Marinaio d’Italia”. Eccone alcuni stralci.
«All’arrivo del treno Reale, oltre alle massime autorità del Regno, ci sono ad attendere le autorità cittadine: S.E. Mutinelli, prefetto di Brindisi; i Senatori on. Principe Dentice di Frasso e on. Chimenti; i Deputati on. Bono e on. Conte Alfredo Dentice di Frasso, il segretario federale di Brindisi comm. Mugnozza e il Podestà di Brindisi gr. uff. Giannelli… La cerimonia religiosa nella Cripta del Monumento è celebrata da S.E. Monsignor Giordano, il quale di seguito pronuncia un emotivo discorso. Quindi è il Podestà gr. uff. Giannelli che rivolge il suo saluto e lo seguono sul palco eretto di fronte alla tribuna Reale, S.E. Starace, Commissario della Lega Navale realizzatrice dell’opera e S.E. Sirianni, eroico ex comandante del Battaglione San Marco sul Piave… Quindi il Sovrano visita il Monumento, compiacendosi con i due esimi artisti autori del progetto prof. Bartoli e architetto Brunati e con il titolare dell’impresa ing. cav. uff. Armando Simoncini che lo ha realizzato… All’uscita dalla Cripta, il Sovrano s’intrattiene con la vedova dell’ammiraglio Rubin de Cervin che perì nel disastro della Benedetto Brin e poi col novantenne Rocco Raffaele Morganti uno dei pochi superstiti della battaglia di Lissa… Alla superba cerimonia erano anche presenti le Nazioni che furono nostre alleate durante la guerra, e cioè: Inghilterra, Francia, Giappone e Russia, rappresentate rispettivamente dagli addetti navali presso le ambasciate a Roma. La loro presenza è notata e commentata nel miglior modo, mentre viene notata l’assenza di quella Nazione che il valore e la pietà degli italiani, coadiuvati dalle marine inglesi e francesi, tolsero all’obbrobrio della resa ed alla morte sicura… Pervennero all’indirizzo della solenne inaugurazione, numerosi telegrammi dall’estero, tra cui quello del Ministro della marina francese Alberto Sarraut…
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Sono trascorsi esattamente 90 anni dalla costruzione del Monumento, un compleanno assolutamente rispettabile che, credo, avrebbe certamente meritato una qualche attenzione da parte degli enti preposti alla sua manutenzione. Se pur relativamente ben conservato, infatti, il nostro Monumento ha comunque obiettivamente bisogno di alcuni importanti lavori di recupero, di restauro e di abbellimento: nella sua struttura, nella sua cripta, nelle scalinate, nei piazzali superiore e inferiore e negli interni che portano fino alla sua sommità.
Dopo gli interventi tesi alla cancellazione dei simboli fascisti, dopo la collocazione della statua della Vergine e dopo la creazione dell’ara votiva, ormai quindi quasi 60 anni orsono, nulla di veramente importante è stato più fatto per il Monumento. Sarebbe bene non attendere, come da qualcuno proposto, fino al raggiungimento di un intero secolo della sua vita per intervenire. Potrebbe forse essere troppo tardi e, comunque, certamente risulterebbe più impegnativo farlo. Molto meglio, prevenire ed anticipare. Molto meglio decidere subito ed organizzarsi al più presto per realizzare i necessari lavori. Per il Monumento sarebbe certamente un gradito regalo di compleanno: il suo compleanno 90.