Una vasta operazione antimafia contro presunti appartenenti ai clan Scarci di Taranto e Scarcia di Scanzano Jonico è stata conclusa tra Basilicata e Puglia (in particolare tra le province di Matera e Taranto) all’alba di oggi, 2 ottobre, a seguito di un’ordinanza di fermo emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Potenza su richiesta della stessa Direzione Distrettuale Antimafia: sono 21 le persone fermate, a cui sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, illecita concorrenza, detenzione e porto illegale di esplosivi e di armi.
All’operazione, denominata “Mare Nostro”, hanno partecipato circa 200 membri delle forze dell’ordine, tra Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.
Secondo la DDA, si tratta di “una associazione di stampo mafioso operante sul litorale jonico lucano”, che agiva imponendo il pagamento del “pizzo”: sarebbero decine le vittime taglieggiate, tra cui pescatori, ristoratori, giostrai, gestori di attività economiche.
Tra gli indagati, 43 in tutto, c’è anche l’attuale sindaco di Scanzano Jonico ed ex consigliere regionale della Lega Pasquale Cariello, a cui viene contestato il cosiddetto “inchino” (un gesto di assoggettamento e riconoscimento di potere) avvenuto davanti allo stabilimento balneare riconducibile agli Scarci mentre, lo scorso Ferragosto, era alla testa della “Processione della Madonna del Mare con le barche”.
I provvedimenti di fermo sono stati firmati dal Procuratore di Potenza Francesco Curcio e dai PM della DDA di Potenza e di Lecce Anna Gloria Piccininni, Sarah Masecchia, Milto Stefano De Nozza e Marco Marano.
“Il clan , ha dichiarato il Procuratore Curcio, “gestiva il tratto di mare lucano e tarantino come se fosse la piscina di casa, imponendo il pagamento di una cifra ai pescatori per potervi accedere, e obbligandoli anche con metodi violenti a pescare solo in quella zona, dietro ulteriori corrispettivi a fronte di quanto pescato: è dal 2018 che una confederazione mafiosa detiene il controllo su tutto quel tratto di mare. Questa è la punta di un iceberg di un procedimento lungo che si è chiuso con la richiesta di fermo per il pericolo di fuga di uno degli esponenti del clan”.
Marina Poci
Senza Colonne è su Whatsapp. E’ sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati
Ed è anche su Telegram: per iscriverti al nostro canale clicca qui</a