Un uomo e una donna sono stati arrestati dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bari e del Nucleo Ispettorato del Lavoro, in quanto ritenute responsabili del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, commessi in violazione delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro: avrebbero reclutato manodopera in nero (almeno 68 lavoratori, due dei quali stranieri) per aziende agroalimentari di Cassano delle Murge, Turi, Acquaviva delle Fonti e Rutigliano nel periodo tra maggio e luglio del 2021.
Nell’ambito della stessa inchiesta 12 persone, titolari delle imprese coinvolte, risultano indagate.
L’inchiesta è partita a seguito della denuncia presentata al Comando Stazione di Cassano da una bracciante che sarebbe stata sfruttata dai due arrestati. Successivamente sono state avviate le attività tecniche sulle banche dati delle forze di Polizia e dell’INPS, le verifiche documentali, nonché gli accertamenti sul campo, con accessi ispettivi nelle aziende, controllo dei datori di lavoro ed ascolto della manodopera sfruttata.
Il salario corrisposto ai lavoratori era pari a circa 4,60 euro all’ora, a fronte degli 11 euro minimi previsti dai contratti collettivi nazionali.
I titolari delle aziende, vantando amicizie e parentele con esponenti di clan mafiosi baresi, approfittavano dello stato di bisogno degli sfruttati (alcuni dei quali sono risultati soggetti percettori di reddito di cittadinanza).
Marina Poci
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