Ciullo: “Io candidato? Non lo escludo. Ma con un centrodestra unito”

di Gianmarco Di Napoli per IL7 Magazine

Massimo Ciullo, l’inconsueta investitura avvenuta con uno video web da parte del leader della Lega Matteo Salvini, ha creato un bel po’ di trambusto. Ma lei, come l’ha presa?
“E’ chiaro che per me l’indicazione di Salvini è gratificante perché mi riconosco, come storia personale, in quell’area politica i cui contenuti vengono espressi dai partiti che vanno dalla Lega a Fratelli d’Italia, passando per il Movimento Nazionale della sovranità d’Italia”.
Era stato messo al corrente dell’intenzione di ufficializzare in una maniera così spettacolare la sua candidatura a sindaco di Brindisi?
“Non sapevo assolutamente che Salvini avrebbe fatto il mio nome. Lo avevo incontrato due volte, in una convention a Ceglie Messapica e poi a Brindisi, su invito di Paolo Taurino, all’inaugurazione della sede in via Ponte Ferroviario. Del resto con il mio movimento “+39” faccio parte di una rete identitaria nazionale i cui rappresentanti Vincenzo Sofo e Fabrizio Fratus sono molto vicini all’area salviniana”.
Questa cosa può essere letta in due modi: un passo avanti importante mentre ancora gli altri sono lontani dal poter esprimere un loro candidato, quindi una partita giocata d’anticipo, oppure l’occasione per bruciare le sue eventuali ambizioni. Ma lei, Ciullo, è disposto a candidarsi?
“Non credo assolutamente che ci sia un disegno contrario, nessuno mi vuole bruciare. Credo invece in una sincera e spontanea simpatia e fiducia che mi è stata manifestata platealmente dalla Lega e da quell’area politica. Su una mia possibile candidatura, essa arriverebbe solo nel caso che essa fosse condivisa dagli altri perché credo fermamente in un centrodestra compatto e aperto alle forze laiche e riformiste”.
Da quanto emerge dagli incontri di queste settimane però se da un lato si ha l’impressione di un forte ricompattamento del centrosinistra, dall’altro si prospetta una sostanziale divisione tra le due anime del centrodestra, quella berlusconiana e quella fittiana, forse divise più da diatribe locali e personali.
“Si tratta di situazioni che non sono in grado di valutare e che appartengono alla vita dei partiti. Del resto un certo fermento è comprensibile perché in Italia ritengo ci sia un ritorno importante del consenso e dell’attenzione verso il centrodestra. Alcune contrapposizioni sono fisiologiche, sia all’interno che all’esterno. Non conosco la posizione di Forza Italia e del partito di Fitto, ma non penso che in caso di contrasti il problema sia il candidato sindaco”.
Non la spaventa il rischio che venga etichettato come il candidato di Salvini, ossia della Lega Nord?
“Io ritengo che qualunque percorso politico, qualunque ruolo istituzionale si ambisca a ricoprire, non si debba mai prescindere dalla propria storia personale. Per quello che mi riguarda esiste un limite insuperable alla mia candidatura che è quello della mia identità. La mia disponibilità sarebbe vincolata al sostegno di quelle forze politiche che appartengono alla mia storia personale”.
E se dovessero esserci due centrodestra che scelta farebbe?
“Io spero, e questa sarebbe l’arma vincente, è che alla fine si trovi un accordo. La mia ambizione è condizionata ma questo non mi impedirebbe eventualmente di sforzarmi in un tentativo di mediazione”.
Accetterebbe eventuali elezioni primarie nel centrodestra per la determinazione del candidato sindaco?
“Ritengo che la convergenza su una persona già in partenza rappresenti un solido viatico per affrontare le elezioni. Ma considero anche le primarie uno strumento democratico e laddove non dovesse essere raggiunto un accordo non mi sottrarrei al confronto”.
A un certo punto lei è scomparso dalla politica dopo aver avuto un ruolo nella giunta Mennitti e iniziato un percorso che probabilmente l’avrebbe portata, naturalmente, a giocarsi la candidatura a sindaco.
“Sono uscito dalla politica istituzionale e dalla vita di partito nel 2012 con la fine dell’amministrazione Mennitti, passando per la candidatura al Senato con Fratelli d’Italia. Lo stare fuori mi ha consentito di condurre con maggiore impegno battaglie sociali che riguardavano la città, l’ultima delle quali quella contro i compensi Aro ai dirigenti del Comune, a sostegno della sindaca Carluccio. Da queste battaglie è venuta una sollecitazione da parte di tanti amici che è stata poi anche l’origine di questo movimento +39 (il prefisso telefonico internazionale dell’Italia, ndr), nato a settembre 2016. Io non mi sono mai autocandidato: c’è stata una sinergia spontanea con chi mi ha visto sulla scena. Se poi alla fine non si dovesse convergere su di me, sono comunque contento di queste attestazioni di stima che ritengo sincere. Anche perché fare il sindaco di questa città sarebbe un grande onore ma anche e soprattutto un grande onere. E’ una città con problemi enormi. Chi diventerà primo cittadino dalla mattina successiva si sposerà con Brindisi, si consegnerà e la sua storia personale è finita”.
Ha fatto riferimento prima alla sindaca Carluccio. Se si fosse trovato in Consiglio comunale, avrebbe firmato la mozione di sfiducia che ha messo fine a quell’amministrazione?
“L’arrivo di questo commissario ha prodotto senza dubbio soluzioni a problemi atavici che probabilmente non sarebbero mai stati risolti con quella maggioranza, primo fra tutti quello della raccolta dei rifiuti. Sul piano politico, con tutta la stima personale per Angela Carluccio, credo che a quel punto comunque fosse giusto staccare la spina. La Carluccio decretò la sua fine nel momento in cui non seppe prendere adeguatamente in mano la vicenda della Multiservizi, facendosi sopraffare da alcune componenti politiche che hanno dimostrato di non essere orientate al bene della città”.
Le sue origini politiche sono chiaramente di destra e lei non fa niente per nasconderle. La foto che la ritrae durante una festa di compleanno mentre fa il saluto fascista, pochi mesi fa, è stata a lungo in giro sui social. Non le sembra inopportuno in un momento in cui le polemiche sul fascismo sono tornate d’attualità e la ferita sembra non essersi mai rimarginata?
“Credo che la sinistra in Italia si stia agitando in maniera spropositata rievocando il fantasma del fascismo o neo fascismo. Bisognerebbe chiedersi come mai dopo 70 anni se ne parli ancora: o la sinistra ha fallito perché non ha saputo costruire un’Italia democratica, o è tutta una bufala. In realtà di fascista non c’è più niente: esiste un grande vento di protesta che come in tutte le epoche storiche, si concretizza in alcuni gesti che possono essere trasgressivi o stigmatizzati dal pensiero dominante. Quel gesto non significava inneggiare al fascismo ma semplicemente esternare una protesta”.