Da Alessandra Corso, ostunese, riceviamo e pubblichiamo una lettera molto amara inviata alla commissione dell’Inps che ha rifiutato di concedere l’accompagnamento alla madre, malata in maniera conclamata di Alzheimer.
Gentile Commissione,
sono Alessandra Corso, la figlia della signora Maria Pia che avete invitato a presentarsi nelle date 7 e 23 maggio 2018 per la visita di riconoscimento dell’invalidità e susseguente accompagnamento.
Volevo invitarvi a pranzo a casa, a casa dei miei genitori, Maria Pia e Pino. Una coppia di persone squisite, a detta di tutti. Due maestri elementari che hanno fatto della loro professione una missione. Sono sempre stati educati e ben voluti, l’educazione che mi hanno dato mi rende spesso difficile avere a che fare con persone arroganti e maleducate perchè non ho i mezzi per affrontarle. Ora i miei sono un pò malconci, l’età avanzata e la sordità di papà rendono i dialoghi un pò difficili e la malattia di mamma la fa vivere in una bolla fatta di piccole cose inspiegabili per noi, ma vitali per lei.
Quando sarete a casa potrebbe chiedervi di accompagnarla a Vietri sul Mare, a far visita alla sua mamma, per vedere come sta, peccato che sia morta nel 1980. Voi fate finta di nulla, ditele di si così si rasserena. Non fate caso se vede in casa persone strane che non siete voi, se dovesse chiedervi chi sono quei brutti ceffi, voi rispondetele che sono i tecnici che devono aggiustare qualcosa. Vi guarderà un pò male, ma per educazione non vi dirà nient’altro. Se la vedete vestita con abiti strani, tipo gonna su pantaloni, tre quattro maglie e camicette, agghindata con bulloni al posto degli anelli e 6 – 7 rosari appesi al collo, voi fatevi una risata, è simpatica a vedersi. Molto simpatica.
Fatela parlare, anche se dice due parole e poi si dimentica cosa stava dicendo. Se vi regala buste di plastica usate, voi accettatele come un dono fantastico, non fatemela rimanere male, è sempre stata una persona generosa e sarebbe brutto non darle soddisfazione.
Se dovesse cadere, non chiamate mio padre, è un uomo stanco di 83 anni ed è completamente sordo quindi non vi sentirà, aiutatela voi a rialzarsi, tutta ammaccata si rimetterà in piedi, è sempre piena di lividi e 6 anni fa si è rotta anche un femore e il polso, l’abbiamo ritrovata a terra sul balcone solo al risveglio di mio padre al mattino dopo. Sapete, io non vivo con loro, sono sposata e ho una piccola agenzia di comunicazione che mi porta a stare fuori anche per settimane intere. Mia sorella invece vive a Milano, da 18 anni, è sposata anche lei. Nessuna di noi due ha pensato a fare figli, perchè abbiamo genitori che danno gli stessi pensieri dei bambini.
A pranzo tra mille intrugli, vi farà sicuramente le polpette, lei era una cuoca bravissima.
Le sue polpette ora sono un po’ differenti. Conserva la sua cacca e la impasta con il pan grattato, le serve amorevolmente a tavola. Voi fate finta di mangiare, non fate caso all’odore. Domani quando verrà la signora Maria, la santa donna che si occupa di mamma due ore al giorno, sistemerà tutto. Due ore sole, perchè papà pensa di non farcela con le spese se mamma dovesse peggiorare. Ma peggio di così cosa c’è?
Che vite sono? Due persone che hanno pagato per 50 anni contributi allo Stato e ora devono fare i conti della serva perchè tra medicine e badanti non ne escono con le spese. Che dignità è questa? Credo che tutti nella malattia abbiano bisogno di dignità, sia ricchi che meno ricchi.
Volevo ricordarvi che a mamma le avete riconosciuto il 100% di invalidità ma non le avete riconosciuto l’accompagnamento. Che senso ha? e poi…ricordate le domande che le avete fatto? ricordate il tono accusatorio mentre le chiedevate informazioni? la mia mamma è una persona sensibile, educata e sensibile, riconglionita ma sensibile e me l’avete scossa, si è agitata molto. Ve l’ho portata anche a 40 km di distanza per fare la visita, mamma oltre all’Alzheimer ha un’artrosi deformante grave, non cammina facilmente, ma a voi queste cose forse non interessano. Avete creduto fosse una farsa, forse. Mi avete addirittura chiesto se avesse fatto altri test oltre a quello presentato, quando di test oltre quello non ce ne sono, me lo hanno detto tutti, anche l’ultimo psichiatra dove ho portato mamma. Quindi, sapete farlo il vostro lavoro? Sapete riconoscere chi avete davanti, si o no? Riuscite a distinguere o siete lì a scaldare la sedia? perchè da una vostra decisione ne può derivare dignità, non benessere, ma dignità che a 80 anni credo sia il minimo. Se non riuscite a fare il vostro lavoro abbiate il buon senso di cambiarlo.
Ora gentili signori, se declinate l’invito sappiate che non mi offenderò.
Quando vorrete noi siamo qui, passate per un caffè, non vi assicuro la bontà del caffè, ma quantomeno potrete vedere la nostra situazione, forse solo così riuscirete ad averne reale contezza.
Buona giornata e buon lavoro allora. E alla prossima. E sarebbe la quinta negli ultimi 2 anni.
Cordiali saluti
Alessandra Corso