
Sabato 26 aprile scorso, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Lecce, fingendosi turisti, hanno scovato in un bed & breakfast di Torre Lapillo Cosimo Mazzotta, 51 anni, leccese, condannato in via definitiva a 30 anni di carcere per concorso nell’omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi del 21enne Gabriele Manca, commesso il 17 marzo del 1999 per contrasti legati allo spaccio di sostanze stupefacenti: Mazzotta era latitante dallo scorso 8 marzo, quando la sua condanna era stata confermata dalla Corte di Cassazione.
L’uomo è stato rintracciato dopo prolungati appostamenti, servizi di osservazione e ricognizioni: due Carabinieri hanno prenotato una stanza vicina alla sua, dopodiché hanno avvisato le altre pattuglie, in modo che la struttura ricettiva fosse circondata, e poi hanno fatto irruzione, cogliendo il latitante di sorpresa.
Il 51enne, che aveva con sé vari cellulari e diverse utenze telefoniche e si era registrato nel b&b con un nome falso, al momento dell’arresto era da solo e non ha opposto resistenza, mostrandosi sorpreso per l’arrivo degli investigatori, ai quali ha raccontato che per non farsi scoprire aveva evitato qualsiasi rapporto con l’esterno, approfittando della vicinanza al mare per fare qualche passeggiata. Sono tuttavia in corso ulteriori indagini per ricostruire il periodo della latitanza e accertare se vi siano persone che lo hanno agevolato o favorito.
Gabriele Manca fu ucciso a Lizzanello a colpi di pistola sparatigli alle spalle mentre tentava la fuga da un commando di quattro persone che aveva organizzato una vera e propria esecuzione. Mazzotta è ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio: decisive ai fini della condanna sono state le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.
L’uomo è stato trasferito nel carcere di Lecce – Borgo San Nicola.
Marina Poci
(immagine di repertorio)