di Giovanni Membola per il7 Magazine
Non c’è un brindisino che non abbia comprato una calzatura da footing o una maglia da basket, dagli anni Sessanta in poi, in uno dei negozi sportivi della generazione targata “Spagnolo Sport”. In quello che era un vero e proprio megastore dell’epoca si poteva trovare di tutto, dall’attrezzatura all’abbigliamento tecnico per ogni tipo di disciplina sportiva: equitazione, ping-pong, ginnastica, scherma, boxe, tennis, calcio, pattinaggio e persino tende da campeggio, gommoni, canoe e motori per le barche. Non mancava praticamente nulla, oltre mille articoli diversi marchiati dai principali brand nazionali ed esteri.
Tutto ebbe inizio negli anni difficili del secondo dopoguerra, un momento storico in cui ripartiva lentamente il commercio cittadino. Francesco Spagnolo fu uno di coloro che, con straordinaria intraprendenza, seppero incarnare lo spirito di quegli anni: decise di aprire un negozietto in cui si vendeva alcool puro ad uso alimentare e per la produzione di liquori, oltre ad altri articoli del genere. Il piccolo locale era ubicato in via Filomeno Consiglio (Piazza Sedile), proprio sotto la Torre dell’Orologio. Alcuni anni dopo, da appassionato cacciatore, don Ciccio decise di specializzarsi nella vendita di articoli per l’attività venatoria e per la pesca, e coadiuvato dai figli Gino e Italo, convertì radicalmente la sua bottega. Nei primi anni Sessanta un nuovo e più ampio negozio venne aperto sotto i porticati del palazzo oggi sede dell’Inps, appena costruito al posto della distrutta torre settecentesca e di tutte le casupole situate nel quadrilatero tra piazza Vittoria, via Rubini e piazza Sedile. Il locale era ubicato pressappoco dov’era il precedente esercizio commerciale e prese il nome di “Spagnolo Sport caccia e pesca”. Inizialmente venne diviso in due parti, nella prima – gestita da Italo – si continuavano a vendere le armi e le cartucce, nell’altra c’era una ricevitoria per il totocalcio, condotta dal fratello Gino.
ùItalo Spagnolo è stato a tutti gli effetti il vero artefice di quel rilevante cambiamento avvenuto nel tempo: fu sua l’idea di introdurre un po’ per volta nuovi prodotti e le attrezzature per sport diversi, facendolo divenire il più famoso e amato negozio al dettaglio di articoli sportivi di sempre nella nostra città. Grande appassionato di atletica leggera e allievo del prof. Lucio Montanile, Italo era detentore di vari record e titoli di campione regionale nelle specialità 200 e 400 metri piani oltre che nella staffetta 4 x 400. Purtroppo, dovette rinunciare allo sport proprio per aiutare il padre nell’attività commerciale, era davvero difficile far coincidere i tanti allenamenti con l’impegno nel punto vendita, divenuto ormai un luogo di grande frequentazione di sportivi e appassionati. Gino invece era meno presente, aveva da studiare e dopo essersi laureato cercò legittimamente altri sbocchi professionali, purtroppo un drammatico incidente stradale lo portò via nel 1968.
Alla fine degli anni Sessanta si decise di unificare il locale togliendo la parte riservata al totocalcio, allo stesso tempo venne ampliata ulteriormente l’offerta merceologica ad altri sport. Un cambiamento per certi versi epocale, da allora il negozio divenne un punto di riferimento assoluto per numerose squadre e atleti di ogni disciplina sportiva, inoltre si gestivano contatti diversi con tutto il mondo dello sport, anche di livello nazionale. La Cressi, società leader a livello mondiale di articoli di alta gamma per tutti gli sport acquatici, omaggiava annualmente Italo Spagnolo, ormai unico titolare del negozio, con oggettini in oro che rappresentavano le loro produzioni (maschere, pinne, sub ecc.), un meritato riconoscimento per gli ottimi e costanti risultati ottenuti nelle vendite.
Era una vera e propria istituzione, rimasta impressa nella memoria dei brindisini nonostante il passare degli anni. Quella singolare vetrina sotto il porticato ha allietato le giornate di intere generazioni di ragazzini e adulti che lì si fermavano ad ammirare le straordinarie novità proposte, qui si potevano incontrare atleti e tecnici delle principali squadre di calcio, di basket e di pallavolo della città. Elio Pentassuglia, ad esempio, era uno dei più assidui frequentatori, anche Pietro Mennea, il grande velocista pugliese e campione olimpico, è stato un illustre ospite dello store.
Ad accogliere la clientela c’era sempre l’affabile Italo, accanto a lui, dietro al bancone e tra gli scaffali, anche la moglie Ginetta, entrambi pronti a proporre e consigliare la scelta di ogni tipo di articolo con l’immancabile cortesia e grande professionalità, il vero segreto del loro successo. Pian piano si sono avvicinati anche i loro figli Paola, Aldo e Marco (l’altra sorella, Maria Grazia, ha scelto una strada differente da quella del commercio, da molti anni infatti vive e lavora a Roma), cresciuti con gli stessi valori e l’identica determinazione, tutti hanno saputo costruire e mantenere un legame saldo con la clientela grazie a quella capacità di selezionare con particolare attenzione i marchi che hanno nella qualità l’elemento fondamentale.
Alla scadenza del contratto di affitto e con la morte di Italo, avvenuta nel 1980 in seguito di una grave malattia, si decise di cambiare locale e zona. Il negozio sì trasferì in via Palestro, Ginetta e i suoi tre figli decisero che era anche l’occasione per eliminare la vendita delle armi. È l’inizio di un nuovo percorso che porterà, di fatto, ai giorni nostri. Dopo circa dieci anni, nel 1996 Aldo e la madre trovarono un nuovo locale in Piazza Cairoli, specializzandosi nell’abbigliamento sportivo, mentre Paola e Marco rimasero ancora lì ancora per qualche anno, concentrando la vendita sulle calzature tecniche per lo sport e il tempo libero. Solo nel 2008 decisero di aprire il loro nuovo esercizio in Corso Umberto 109, dov’è tutt’oggi presente.
Il resto è storia recente. Aldo e Ginetta, dopo 26 anni in Piazza Cairoli, da qualche mese si sono trasferiti in un nuovo e più centrale negozio su Corso Garibaldi, dove continuano la vendita di articoli e abbigliamento sportswear per uomo, donna e bambino dei principali brand. Entrambi i negozi continuano a mantenere alta la tradizione famigliare e a rappresentare un punto di riferimento della clientela che a loro si rivolge da generazioni, ma anche per chi è alla ricerca di prodotti e materiali tecnici innovativi.
La loro è la terza generazione della storica azienda di famiglia, ma sono convinti che saranno anche gli ultimi, i loro figli infatti hanno già fatto scelte diverse e molto probabilmente non proseguiranno nell’attività avviata dal loro bisnonno. Oggi, infatti, emergere nel mondo del commercio è sempre più difficile, tra adempimenti fiscali e la forte concorrenza della grande distribuzione e dei negozi online, per i piccoli negozianti è veramente arduo riuscire a sopravvivere, ci riesce solo chi, come loro, offre qualità, competenze professionali e quella particolare capacità di gestire a modo i rapporti umani, per continuare a fare la differenza.