Massafra, stupro di gruppo ai danni di una 23enne: a processo con rito abbreviato i tre presunti responsabili

Il Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Taranto Giovanni Caroli ha respinto la richiesta di rito abbreviato condizionato avanzata dai difensori dei tre uomini di Palagiano (di 23, 27 e 34 anni), presunti responsabili di uno stupro di gruppo ai danni di una 23enne avvenuto nelle campagne di Massafra la notte tra il 30 e il 31 agosto del 2024: i tre andranno dunque a processo con rito abbreviato “secco”, senza alcuna integrazione probatoria (né documentale, né testimoniale), e la decisione del magistrato sarà adottata allo stato degli atti già acquisiti. L’udienza si terrà il prossimo 12 marzo.
Secondo la versione fornita agli inquirenti, la ragazza stava tornando a casa in compagnia di due amici, un uomo e una donna, con i quali aveva trascorso la serata in discoteca. Durante il tragitto furono avvicinati da un’auto con a bordo i tre arrestati che offrirono loro un passaggio. L’invito fu accettato accettato perché il gruppetto conosceva uno dei ragazzi nell’auto. Gli amici della 23enne furono accompagnati a casa per primi mentre la giovane, rimasta sola in auto, fu condotta in campagna dove sarebbe stata violentata.
Dopo avere abusato di lei, i tre la riportarono nei pressi della sua abitazione, facendola scendere dall’auto poco prima di arrivare, minacciandola e intimandole di non raccontare nulla. La ragazza, però, chiamò suo fratello e insieme a lui raggiunse l’ospedale dove i medici accertarono la violenza sessuale e attivarono il protocollo previsto nei casi di violenza, contattando le forze dell’ordine.
I tre uomini furono definiti dal sostituto procuratore della Repubblica di Taranto Antonio Natale “autentici predatori sessuali”, mentre il Giudice per le indagini preliminari Francesco Maccagnano, nel convalidare l’arresto, parlò di “totale indifferenza all’altrui dignità” da parte degli odierni imputati.
Immediatamente dopo aver consumato la violenza, i tre tentarono di manipolare la giovane cercando di indurla a credere che avesse acconsentito agli atti sessuali precedentemente subiti.
Marina Poci