Omicidio del carabiniere: chiesta perizia sulle condizioni di Aportone

Il processo in corte d’assise contro Michele Aportone, il pensionato di 71 anni di San Donaci accusato di aver ucciso l’ex carabiniere Silvano Nestola (45 anni) si è aperto con una doppia istanza avanzata dall’avvocato difensore, Francesca Conte: illegale ha sostenuto che le condizioni fisiche e psichiche dell’uomo, provato dalla detenzione, sarebbero precipitate al punto da non consentirgli di affrontare un processo né di permanere nel carcere di Bari, dove è detenuto.
Il processo è iniziato questa mattina davanti alla Corte d’assise di Lecce. Il delitto avvenne a Copertino il 3 maggio 2021: Nestola fu ucciso a fucilate davanti all’abitazione della sorella. Il movente sarebbe l’astio di Aportone nei confronti dell’uomo che aveva intrecciato una relazione con la figlia.
Alla luce dell’istanza dell’avvocata Conte, la Corte d’assise presieduta da Pietro Baffa ha conferito un doppio incarico al medico legale Alberto Tortorella: un parere sull’eventuale incompatibilità dello stato di salute dell’imputato con la detenzione carceraria, e un giudizio sulla capacità dello stesso di sostenere un processo.
Le perizie inizieranno lunedì prossimo nella casa circondariale di Bari, dove il 71enne è detenuto.
Nella prossima udienza, il 20 dicembre, nell’aula bunker del penitenziario di “Borgo San Nicola” sarà ascoltato il personale dell’Arma che svolse le indagini che portarono all’arresto di Aportone.