Piano ospedaliero per fronteggiare l’emergenza: così si riorganizza la Asl di Brindisi

Nel pomeriggio del 24 marzo,la Asl di Brindisi ha chiarito i termini con cui il piano sarà attivato nei prossimi giorni, prevedendo, rispetto a quanto disposto dalla Regione Puglia il 16 marzo, un ulteriore aumento dei posti letto dedicati al Covid-19.
Come è ormai noto a tutti, la drammatica emergenza sanitaria esplosa sul territorio nazionale tra febbraio e marzo, dovuta alla diffusione esponenziale del Covid-19 in alcune aree del Paese, ha determinato, anche nelle zone meno toccate dal contagio, la necessità di approntare misure di contenimento restrittive delle libertà personali e limitative delle attività produttive. Unitamente a tale tipo di provvedimenti, per lo più adottati su scala nazionale, si è reso indispensabile procedere nel senso della mitigazione degli effetti del contagio: per questo le singole regioni si sono attivate essenzialmente per aumentare il numero di posti nei reparti di terapia intensiva, nonché per creare, negli ospedali maggiori, interi reparti Covid-19, nei quali le terapie intensive siano adeguatamente supportate.
Da piano regionale pugliese del 16 marzo in attuazione della circolare del Ministero della Salute datata 29 febbraio, annunciato in conferenza stampa in prima persona dal Governatore Emiliano, da Vito Montanaro, capo Dipartimento Politiche della Salute della Regione Puglia e dal responsabile dell’emergenza, professor Pier Luigi Lopalco, gli ospedali che nella provincia di Brindisi si occuperanno di curare i contagiati da coronavirus saranno il Perrino di Brindisi, adibito a centro di elezione per i pazienti in fase acuta, e gli ospedali di Mesagne, Ceglie, Fasano e Cisternino, destinati alla gestione delle post acuzie. Era previsto che restassero ospedali cosiddetti “non covid” il Camberlingo di Francavilla Fontana e il Civile di Ostuni.
La comunicazione della Asl datata 24 marzo, tuttavia, ritocca il piano originario, non soltanto perché dispone un aumento dei posti in terapia intensiva al Perrino di Brindisi, ma anche perché converte ad ospedale Covid anche il Civile di Ostuni.
Per ciò che attiene ai centri per gli acuti, il piano nazionale, recepito dalla Regione, prevede l’identificazione di una o più strutture per provincia da dedicare alla gestione esclusiva dei pazienti affetti da Covid-19 con lo scopo di “contenere il numero di lavoratori esposti, razionalizzare l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e focalizzare le competenze”. Ogni struttura Covid deve comporsi di unità di Terapia Intensiva, Pneumologia e Malattie Infettive, in modo da consentire la gestione integrata del paziente, nell’ottica di una valutazione complessiva dell’evoluzione della malattia.
È quanto sta già accadendo all’ospedale Perrino ed è quanto accadrà, a breve, anche ad Ostuni.
Nello specifico, a Brindisi la situazione dell’Unità complessa Covid-19 cambia nei termini che seguono: dei 16 posti letto di Terapia Intensiva disponibili, 8 erano già stati predisposti per la cura dei pazienti Covid in fase acuta, mentre i restanti 8 erano rimasti destinati a pazienti affetti da altre patologie. Agli 8 del reparto, dal 24 marzo se ne aggiungono altri 28, dal momento che in un’area esterna all’ospedale la Protezione Civile sta provvedendo al montaggio di un modulo prefabbricato che sarà interamente impiegato per pazienti Covid bisognosi di cure intensive. I posti letto Covid in Rianimazione, quindi, salgono da 8 a 36: trattasi di un numero certamente più congruo, tenuto conto che l’ospedale Perrino di Brindisi raccoglie un’utenza potenziale di circa 400.000 persone.
Il prefabbricato dovrebbe essere operativo già dalla prossima settimana, non appena saranno completati i lavori di collegamento di tutti gli impianti e saranno giunte tutte le attrezzature sanitarie necessarie. Sempre all’ospedale Perrino, a fronte di un numero di posti letto in Pneumologia di 20 unità che resta invariato, è previsto un leggero incremento di posti letto nel reparto Infettivi (da 15 a 23), nonché in Medicina Interna (dove 33 saranno i posti letto dedicati ai pazienti Covid). Ulteriori 30 unità sono state ricavate nei reparti di Otorinolaringoiatria, Dermatologia e Chirurgia Plastica, all’interno dei quali è già garantito l’isolamento dei pazienti con quadro clinico suggestivo, in attesa dell’esito del tampone.
Lo scenario cambia profondamente, invece, ad Ostuni. Il piano del 16 marzo aveva inserito il Civile della città bianca tra le 25 strutture pubbliche non adibite alla cura di pazienti Covid. La nota del 24 marzo modifica la destinazione del presidio ospedaliero nel senso di adibirlo a centro Covid, nel caso in cui fosse saturo il Perrino. In quest’ottica, è implementato il numero di posti letto in Pneumologia (che passano da 11 a 20). Di questi, 10 saranno utilizzati per la terapia sub intensiva respiratoria e 10 restano di degenza ordinaria. Anche ad Ostuni, sono iniziati urgentemente gli interventi per riuscire a modificare l’assetto dei reparti in funzione del ricovero dei pazienti Covid, alla cura (non intensiva) dei quali sono destinati altri 40 posti letto ricavati dai reparti di Chirurgia generale ed Ortopedia, la cui attività ordinaria viene dirottata interamente al Camberlingo di Francavilla Fontana.
Per ciò che attiene alla città degli Imperiali, dunque, l’ospedale resta operativo come struttura non Covid con i reparti già esistenti e con l’aggiunta di Chirurgia e Ortopedia di provenienza ostunese, prevedendo il supporto, in relazione prevalentemente ai pazienti oncologici, del personale sanitario operante al Perrino e al Civile di Ostuni.
Invariata, rispetto al piano del 16 marzo, resta la destinazione degli ospedali di comunità di Ceglie Messapica, Cisternino, Fasano e Mesagne, nel quale i posti letto dedicati ai pazienti che hanno superato la fase acuta da Covid-19 arrivano a 60. Si tratta di centri nei quali si potrà ragionevolmente pensare anche di ospitare tutti coloro che, pur non presentando più i sintomi della patologia, non si sono ancora negativizzati. In questo modo si raggiungerà il duplice scopo di liberare posti nei presidii Covid per fare spazio ai nuovi ammalati e di evitare che persone ancora contagiose possano fare rientro nelle abitazioni di famiglia, rappresentando una nuova e ulteriore fonte di contagio.
Per consentire la gestione delle cronicità e delle lungodegenze, infine, i posti letto del presidio territoriale di assistenza di San Pietro Vernotico ammonteranno a 40 unità.
Anche i Pronto Soccorso degli ospedali Perrino di Brindisi, Civile di Ostuni e Camberlingo cambiano volto, con la predisposizione di ingressi separati per casi sospetti di coronavirus, in modo che il pre-triage sia effettuato in stanze dedicate all’osservazione breve intensiva, nelle quali sono stati allestiti 15 posti letto (9 al Perrino, 4 a Francavilla Fontana e 2 ad Ostuni), in attesa del tampone e dell’eventuale ricovero.
Altra novità riguarda proprio le analisi dei tamponi: nei giorni scorsi da più parti sono arrivate proteste per il ritardo nella consegna degli esiti, dovuto alla circostanza che gli esami sono svolti nell’istituto zooprofilattico di Foggia. Ebbene, già per la fine di questa settimana dovrebbe essere pronto il laboratorio di microbiologia molecolare sito presso l’ex ospedale Di Summa, alla cui attività si affiancherà quella di un centro privato che ha appena stipulato convenzione con la Asl, il laboratorio di analisi del dottor Costanzo Mardighian, nel Centro Studi Medici srl di Mesagne.
Insomma, la Asl di Brindisi, sotto la guida del direttore generale Pasqualone, si prepara a gestire l’emergenza apprestando tutti i mezzi a disposizione per offrire un’efficace risposta diagnostica, terapeutica ed assistenziale ai pazienti che necessitano di essere ospedalizzati. Contemporaneamente, il Dipartimento di Prevenzione sta svolgendo il grande lavoro di sorveglianza attiva di circa 1500 utenti che si trovano in isolamento fiduciario domiciliare, compiendo anche l’indagine epidemiologia in relazione ai positivi, con una meticolosa mappatura dei soggetti con cui i pazienti sono stati in contatto nel periodo ritenuto di incubazione. In questi giorni, da tutti i centri di prenotazione della provincia di Brindisi arrivano agli utenti telefonate che annullano visite mediche ed esami specialistici: la priorità, nell’attuale contingenza, è rappresentata dalla cura dei pazienti affetti da Covid-19 e, pertanto, ogni altra attività che non presenti i caratteri dell’urgenza e dell’indifferibilità deve inevitabilmente essere procrastinata.
Resta la speranza che la curva epidemiologica, che indica l’andamento dei contagi, continui a procedere in maniera proporzionale, senza impennarsi. In caso contrario, potrebbe facilmente presentarsi una forte criticità nella tenuta del sistema, con conseguente urgenza di implementare i posti nei centri Covid già designati o, peggio, di convertire ad ospedali Covid anche i centri che al momento sono riservati alla gestione delle post acuzie.
Ad oggi, tuttavia, propendono per un cauto ottimismo, quanto meno in relazione alla tendenza della curva, le ultime dichiarazioni pubbliche di Pier Luigi Lopalco, epidemiologo mesagnese di fama mondiale, professore di Igiene e Medicina Preventiva all’Università di Pisa, del quale il nostro giornale aveva già raccolto l’opinione prima che fosse nominato responsabile dell’emergenza sanitaria per la Puglia.