“Punto Luce” distrutto: cosa sappiamo sull’attentato incendiario di San Vito dei Normanni

Di Marina Poci per il numero 393 de Il7 Magazine
Sembrerebbe opera di un commando dai tratti paramilitari l’attentato che ha colpito la rivendica di materiale elettrico “Punto Luce” di San Vito dei Normanni, sulla centralissima via Carovigno, una delle arterie principali della città, intorno alle 18 di mercoledì 5 marzo: un colpo frutto di una pianificazione senza precedenti, messo a segno da tre uomini incappucciati e vestiti di scuro, che hanno fatto irruzione nei locali con almeno una tanica di benzina e hanno dato fuoco all’esercizio commerciale in presenza di uno dei tre titolari della società a responsabilità limitata che gestisce l’attività.
Per quanto consta agli investigatori sino a questo momento, i tre malviventi si sarebbero avvicinati a “Punto Luce” come se dovessero entrarvi per fare acquisti, per poi dividersi: uno degli uomini sarebbe entrato puntando una pistola contro l’esercente, mentre l’altro distribuiva nel locale il liquido infiammabile, appiccando il fuoco, e il terzo uomo si portava al piano superiore attraverso una scala interna, dove è ubicato il deposito della merce, e – presumibilmente – incendiava anche quelle stanze, assicurandosi di aver distrutto anche il materiale lì allocato. Come documentato da un video amatoriale che è diventato virale sui social, per tornare al pianterreno l’uomo si è calato con una corda da uno dei balconi e ha raggiunto gli altri due, per poi scappare insieme a loro a bordo di un’auto scusa parcheggiata a un centinaio di metri dal negozio.
Non è questo il primo attentato che “Punto Luce” subisce, anche se senza dubbio l’ultimo episodio presenta modalità del tutto peculiari: intanto perché avvenuto in orario di punta, in spregio alla presenza nel locale di eventuali avventori e per strada di passanti che potevano ipoteticamente restare coinvolti nell’azione; poi perché, quanto alle modalità di esecuzione, si distingue nettamente dai precedenti, essendo frutto di un’azione capillare, accuratamente organizzata, effettuata con la chiara intenzione non soltanto di intimidire, ma, essenzialmente, di distruggere del tutto l’esercizio commerciale e, forse, scoraggiare ogni possibile tentativo di ripresa dell’attività.
Nel 2020 era stata data alle fiamme l’automobile di uno dei titolari; il 25 giugno del 2021 alle 4:30 del mattino un uomo aveva sparso benzina presso il magazzino, che all’epoca si trovava nella zona industriale, appiccando poi il fuoco (in quella occasione era stata messa in pericolo la vita di una coppia che abitava nell’appartamento al piano superiore dello stabile e allo spegnimento del rogo i Vigili del Fuoco avevano lavorato per più di otto ore); alle 4:20 del 4 febbraio 2022 un nuovo attentato incendiario aveva invece coinvolto il negozio, così come nella notte del 20 luglio 2023, in cui due persone a volto travisato in sella ad una moto con targa coperta diedero alle fiamme la saracinesca del locale (quella volta i danni furono minimi e a spegnere il rogo fu sufficiente l’intervento dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Vito, che arrivarono sul posto prima dei pompieri e portarono a termine l’operazione con un estintore in dotazione a una delle pattuglie).
Sarà stata l’esasperazione a portare il titolare, nella serata del 5 marzo, a reagire: l’uomo, infatti, malgrado la pistola puntata dritta al petto, non si è limitato al “Cosa volete?”, ma – alla vista dell’incendio – ha preso l’estintore e si è scagliato contro uno dei malviventi colpendolo alla testa. L’uomo, pur vacillando, è riuscito ad uscire dal locale e a raggiungere i compagni, già fuori, per allontanarsi insieme a loro.
Nel frattempo le fiamme hanno avvolto il negozio, facendo alzare una colonna di fumo denso visibile a centinaia di metri e spargendo per tutto il quartiere il cattivo odore del materiale, plastico e metallico, che bruciava. La sindaca Silvana Errico è intervenuta prontamente raccomandando ai cittadini residenti nelle strade in prossimità di via Carovigno di “tenere porte e finestre chiuse per tutta la nottata” per scongiurare gli effetti del fumo nocivo sprigionatosi in seguito a quello che, senza perifrasi, ha definito “vile episodio”. Sul posto hanno lavorato per ore cinque squadre dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Brindisi: le operazioni di spegnimento, soprattutto nel magazzino del piano superiore, colmo, di merce, si sono rivelate particolarmente complicate. i residenti e i titolari delle attività limitrofe, pur comprensibilmente scossi, hanno inondato le forze dell’ordine e i pompieri di telefonate per sollecitare l’intervento dei soccorsi.
Le indagini dei militari dell’Arma, sotto la guida del capitano Vito Sacchi, sono iniziate immediatamente: per tutta la notte e nella successiva mattinata sono stati ascoltati testimoni, sospettati e anche gli altri due soci della srl “Punto Luce” (che, stando a quanto emerso sino ad ora, avrebbe un discreto giro d’affari nell’ambito degli appalti pubblici, sia per quanto riguarda le commesse di materiale elettrico, telefonico, radiotelefonico e televisivo, sia per quanto riguarda le forniture di servizi di manutenzione di impianti). Già un’ora dopo l’attentato sono state acquisite le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, sperando che favoriscano l’identificazione dei responsabili, e sembra che siano anche state effettuate delle perquisizioni nelle abitazioni di alcuni dei soggetti ritenuti di interesse. Anche gli agenti del Commissariato di Polizia di Mesagne, diretti dal vice questore Giuseppe Massaro, sono immediatamente accorsi sul posto per supportare i Carabinieri.
Mentre il Prefetto Luigi Carnevale ha convocato per le 16:30 di oggi il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica (a cui parteciperanno i vertici delle forze dell’ordine e il Procuratore della Repubblica facente funzioni), tra la gente, dopo il panico degli attimi successivi all’incendio, serpeggia la preoccupazione: i tempi in cui San Vito era considerata la capitale pugliese del racket delle estorsioni non appaiono poi così lontani.