Revocata la sospensione al giudice Galiano: può tornare al lavoro

Secondo il Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, Gianmarco Galiano, il magistrato latianese attualmente sotto processo a Potenza per estorsione e associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari, può tornare a lavorare: è ancora, a tutti gli effetti, un giudice della Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Regione Puglia e deve, pertanto, essere nuovamente inserito nelle tabelle di composizione delle sezioni e dei collegi.
Ogni decisione disciplinare resta congelata in attesa della definizione del procedimento penale in corso che, come noto, avverrà soltanto una volta che la sentenza – quale essa sia – sarà passata in giudicato.
La decisione attualmente revocata (di sospensione dall’incarico e dalla retribuzione) era stata adottata all’indomani dell’applicazione a Galiano della misura della custodia cautelare in carcere, disposta dal gip di Potenza su richiesta della relativa Procura a gennaio del 2021.
Galiano, stando alla tesi della Procura, si sarebbe appropriato di parte di somme di denaro (300.000 e 150.000 euro) da lui stesso riconosciute a titolo di risarcimento in due distinti processi: nel primo, il magistrato si era pronunciato sulla morte per incidente stradale di una 23enne; nel secondo, si era occupato del caso di un bambino nato con lezioni permanenti per colpa medica.
L’inchiesta potentina ha anche investito una serie di sponsorizzazioni (ritenute false) ruotate attorno ad alcune imprese sportive della barca Kemit di Galiano e alcune consulenze affidate da Galiano a professionisti ritenuti amici, in qualità di giudice della sezione fallimentare del Tribunale di Brindisi.
Dei venti imputati rinviati a giudizio, tre sono già stati giudicati con rito abbreviato, mentre diciassette hanno scelto il rito ordinario, tra cui lo stesso magistrato e il commercialista francavillese Oreste Pepe Milizia, che la Procura di Potenza indica come il braccio destro di Galiano.