Traffico internazionale di droga tra Puglia, Spagna e Albania: si è costituito uno dei due irreperibili

Si è costituito poco dopo la mezzanotte di ieri, 25 novembre, il 26enne Giulio Maria Gagliardi, una delle 35 persone colpite da misura cautelare (33 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) nell’ambito dell’indagine per narcotraffico tra Puglia, Calabria, Spagna e Albania condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce: il giovane si è presentato spontaneamente negli uffici della Squadra Mobile salentina accompagnato dalle sue avvocate.
Resta ancora irreperibile Antonio Alvaro Montinari, 53enne residente a Lendinuso.
Nei giorni scorsi, per i soggetti arrestati sono iniziati gli interrogatori di convalida dinnanzi al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce Marcello Rizzo.
Le ipotesi di reato contestate a vario titolo ai 97 presunti sodali sono associazione a delinquere di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, riciclaggio, autoriciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Due i sodalizi criminali coinvolti (uno dei quali riconducibile ad una frangia leccese della Sacra Corona Unita, il clan Pepe-Brigante, gruppo Penza, al cui vertice – secondo la prospettazione della DDA – vi sarebbe Marco Antonio Penza, attualmente detenuto per associazione mafiosa): due gruppi autonomi e indipendenti, ma in rapporti di stretta collaborazione tra loro e con altre solide consorterie, vicine alle ‘ndrine calabresi e a gruppi spagnoli e albanesi a loro volta dediti al narcotraffico, da cui i salentini si sarebbero approvvigionati per poi spacciare nel tacco d’Italia.
A lavorare per “ripulire” i proventi delle attività illecite, ci avrebbe pensato, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, un consulente fiscale, il leccese Antonio Baldari, (già commercialista, autosospesosi dal relativo ordine due anni fa, conosciuto sul web anche come Dottor Benessere), al quale sarebbe stato assegnato l’incarico di individuare i settori di mercato in cui investire. Cosa che avrebbe consentito all’associazione di sviluppare non solo un’egemonia territoriale nel traffico degli stupefacenti ma anche un progressivo dominio sotto il profilo economico-finanziario attraverso l’acquisizione di una serie di locali pubblici (pub e ristoranti) ed esercizi commerciali che funzionavano come vere e proprie “lavatrici” degli utili del narcotraffico.
Marina Poci
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