Election Day – Racconti al balcone

Anche questa è fatta. Ho espresso la mia libera opinione di cittadina attraverso il voto. Certo, diventa ogni volta più difficile, soprattutto per chi comincia ad avere problemi di memoria come me, che dopo essermi “impupettata” per partecipare ad una interessante manifestazione culturale attesa da tempo, ho scoperto di aver sbagliato giorno. Per fortuna, una specie di sesto senso mi aveva suggerito di controllare prima di avviarmi, così mi sono accorta di aver memorizzato l’evento invertendo data e ora. Capita. Il quesito referendario è semplice. Come i bigliettini che i bambini si scambiano a sei o sette anni: ti vuoi fidanzare con me? Sì o no. Dove il sì e il no sono circondati da un quadrilatero irregolare e basta metterci una croce sopra. Il problema è che la domanda è scritta in burocratese. Se ti soffermi a leggerla, perdi tutte le tue convinzioni. Come se il bambino ricciolino della prima elementare, per fare la fatidica richiesta alla compagnetta, scrivesse a caratteri irregolari maiuscoli: “Vorresti tu condividere con me una relazione sentimentalmente impegnativa ed esclusiva, ma senza connotazioni legali e nella piena libertà di sciogliere il vincolo qualora dovessero sopraggiungere evoluzioni di natura controversa e irrisolvibile?”. Sono sicura che la risposta non sarebbe così netta.
Ci vorrebbe una mappa concettuale, di quelle con tante frecce che ti indirizzano alla decisione corretta, in sintonia con le proprie convinzioni politiche. “Se hai capito il quesito referendario, vai alla casella C”, “Se non hai capito vai alla casella D”. E poi tutta una serie di chiarimenti e semplificazioni. Magari anche con l’opzione “Torna al via”, che ti permette di ripartire dall’inizio, se si nutrono ancora dubbi. Senza contare che, in un mondo così complicato, ogni certezza appare sfumata. Persino il “per sempre” del matrimonio offre la finestrella del cambio di idea in corso d’opera. Le opzioni uniche possono avere conseguenze, se sbagli. Nei quiz a premi, se non sei più che certo della risposta, rischi di perdere un sacco di soldi. Ancor più complicata la scelta per il rinnovo del consiglio regionale. Turno secco. Basta un solo voto di differenza e i giochi sono fatti. Quindi, la responsabilità è ancora più grande. Non c’è la possibilità di un ripensamento al ballottaggio. Volendo seguire gli innumerevoli confronti televisivi o le interviste cartacee e sul web per una scelta motivata e consapevole, ti sembra di essere seduto nel tribunale di Forum, dove abili figuranti prezzolati si scannano a beneficio di telecamere. Facile capire cosa hanno sbagliato gli altri, meno cosa farebbero gli uni per rimediare a quegli errori. Anche perché, essendo i mali italiani ormai atavici, negli anni l’alternanza politica non ha concesso sconti a nessuno. Senza considerare la confusione grafica di candidati, simboli, liste e nomi.
Esci di casa ripetendo come una filastrocca che hai deciso di votare come presidente Vattelapesca, con la lista Mòusciamodallacrisi e Caia e Sempronio candidati consiglieri. Il che comporta tre croci e due nomi e cognomi correttamente vergati, sia mai esistessero due omonimi. Magari hai preparato anche un bigliettino per consultarlo all’ultimo momento, prima di entrare nella cabina elettorale. Solo che tutti i promemoria fanno la stessa fine: restano sul tavolo della cucina, come la lista accuratissima per la spesa mensile all’ipermercato. Arrivati al seggio, gli appunti mentali vengono risucchiati da un buco nero. Non sarebbe più semplice un sistema tipo battaglia navale? Basterebbe memorizzare B7, per avere la sicurezza di centrare l’obiettivo. Così, con un solo tratto di matita indelebile, colpisci la corazzata, l’oblò e i due marinai affacciati. Di sessi diversi. Le quote rosa garantiscono la presenza delle donne nelle liste. Non bastano ancora la preparazione e le qualità politiche delle candidate. Almeno finché il gentil sesso non smetterà di essere gentile e imparerà a farsi strada da solo. Se non si avesse dimestichezza con la navigazione, l’alternativa potrebbero essere le parole crociate. 5 orizzontale. Fatto. Decisamente più semplice di Vattelapesca, Mòusciamodallacrisi, Caia e Sempronio. Sarebbe più divertente. I giornali pubblicano il facsimile e, a furia di giocare, lo schema diventa facilmente memorizzabile. Io avevo pensato di scrivermi i nomi sul palmo, come le formule prima del compito in classe di matematica. Poi è bastato disinfettare le mani prima di uscire da casa per veder vanificato lo sforzo. Ma anche in caso di inchiostro resistente all’alcol, i guanti avrebbero nascosto le indicazioni di voto. Sulla mascherina era impensabile, avrei dovuto abbassarla per leggere. Impossibile. Dopo aver trascorso tre mesi in isolamento durante il lock down, non sarebbe stato nessun Vattelapesca a farmi rischiare il contagio. Alla fine, credo di aver fatto correttamente il mio dovere.
Il dubbio resta. Anche perché la concentrazione faticosamente conquistata prima di entrare in cabina è stata vanificata dalla dimensione della scheda. Una specie di tovaglietta di carta come certi menù distesi sui tavoli delle pizzerie. Per poter scegliere cosa mangiare devi spostare il bicchiere, le posate e il piatto. L’ordine lo fai con un numero. La 13 è la pizza margherita. La 18 un mattone con crauti e würstel. Senza occhiali, si rischia di sbagliare. Ripiegarla, poi, ha prodotto un aumento della pressione arteriosa e un pensiero molto poco gentile per chi l’ha creata. Quanta carta destinata al macero, dopo lo spoglio. Bella resistente, però. Si potrebbe riutilizzare per il fondo delle gabbiette dei canarini, addirittura per le vaschette con la sabbia per i gatti. Sempre che Vattelapesca, Caia e Sempronio non se ne abbiano a male. Comunque, la cosa veramente importante è aver esercitato il sacrosanto diritto-dovere del voto. Sperando di digerire i crauti.