Il fantasma del Castello esiste e usa internet di notte: bolletta da 46mila euro al Comune

di Gianmarco Di Napoli per IL7 Magazine

Il temuto fantasma che pare aggirarsi da secoli nell’antico Palazzo Imperiali, sede dell’Amministrazione comunale di Francavilla Fontana, non solo ha finalmente dato prova tangibile della sua presenza ma addirittura ha dimostrato di essersi adeguato ai tempi, al punto da utilizzare disinvoltamente tablet, chiavette Usb e router wi-fi portatile.
Ad avere avuto l’onore di compiere la storica scoperta è stato il sindaco Antonello Denuzzo (foto) con il supporto del mago dei computer di Palazzo di Città, l’ingegnere Danilo Taurisano. Tutto è partito da una super bolletta che il Comune ha pagato nei mesi scorsi, prima dell’insediamento della nuova Amministrazione, al gestore telefonico Fastweb: 46.648 euro. Non si tratta delle utenze telefoniche comunali ma di consumo di traffico e oneri per l’utilizzo di dati (attraverso la navigazione su internet) risultati apparentemente ingiustificati.
E’ così venuto fuori che il Comune, nel corso della precedente consiliatura, aveva noleggiato alcune schede Sim per internet prive di ogni autorizzazione preventiva e persino di elementi utili all’identificazione del beneficiario. Ed ecco che torna in campo prepotentemente il famoso e misterioso fantasma del Castello. Anche perché, quasi a rendere ancora più intrigata e inquietante la vicenda, quando il sindaco ha fatto scrivere a Fastweb per chiedere chiarimenti su quella fattura, la compagnia ha risposto che “per un errore nella profilazione di inserimento a sistema delle Usim” sarebbe stato addebitato quell’importo e ha emesso una nota di credito di 36mila euro. Fastweb, sempre più misteriosamente, ha spiegato che le suddette Sim risulterebbero cessate alla data del 28 febbraio 2018, senza però fornire ulteriori elementi utili a stabilire a chi fossero attribuite.
Ma ci sono altre scoperte inquietanti che parrebbero confermare l’esistenza del fantasma nel Castello e la sua quasi certa responsabilità nell’accaduto: le schede Sim, attive soprattutto nel biennio 2016-2017, sarebbero state utilizzate quasi sempre nelle ore notturne.
E la conferma che in cima alla lista dei sospettati ci sia proprio il fantasma è data da un passaggio chiave della delibera con cui, il 21 agosto, il Comune ha deciso di fare luce sul mistero: “Risulta necessario ampliare lo spettro delle indagini”, si legge chiaro chiaro nell’atto.
Il sindaco Denuzzo vuole scoprire chi fosse il titolare delle Sim, le motivazioni della loro attribuzione e ovviamente che operazioni siano state compiute via internet per arrivare spendere oltre duemila euro al mese di traffico. E per questo è pronto ad adire le vie legali e ha interessato anche la struttura Anticorruzione e trasparenza.
L’alternativa sarebbe stata chiamare gente del mestiere: gli “acchiappafantasmi”, ad esempio, per tentare di scovare una volta per tutte il fantasma, magari nascosto nella soffitta di Palazzo Imperiali con tablet, smarthphone e computer super-moderni. Oppure, ancor meglio, avrebbe potuto convocare la “Misteri & affini”, la banda di Scooby-Doo specializzata nella caccia ai fantasmi che puntualmente, strappata via la maschera, scopre che il presunto spettro ha il volto umano del migliore amico.