
Le urla in aula del consigliere comunale Riccardo Rossi, paladino da oltre dieci anni dei diritti civili, del lavoro e in difesa dell’ambiente e della salute, contro la consigliera Tiziana Martucci che leggeva una nota dell’associazione “Cuore di donna” sulla prevenzione del cancro al seno, resteranno uno degli episodi più brutti e gravi mai avvenuti nell’aula di Palazzo di città. Rossi era nervosissimo perché pretendeva di sapere, seduta stante, i contenuti dell’incontro tra la sindaca Angela Carluccio e la delegazione Enel ricevuta poche ore prima in Municipio e al voto contrario della maggioranza ha perso platealmente le staffe, aggredendo verbalmente la Martucci (Noi Centro) che effettuava il suo primo intervento in aula, per altro su richiesta della delegazione di “Cuore di donna” che ha assistito basita allo show dell’ex candidato sindaco.
Ma perché Rossi era tanto nervoso, al punto da sbarellare in quella maniera? E’ probabile che la bocciatura dell’istanza con cui si chiedeva immediatamente alla sindaca di riferire in aula i contenuti dell’incontro con Enel fosse solo un pretesto.
La lettura dell’episodio forse arriva dal contenuto dell’incontro tra sindaca e vertici di Enel, diffuso poi nella mattinata di oggi. E da quel resoconto si ha la sensazione netta che la sindaca Angela Carluccio abbia impresso una svolta netta al rapporto tra la città e la società elettrica, in passato gestito più con poco pubblicizzati ammiccamenti romani piuttosto che con incontri formali con le carte in tavola e impegni concreti, nell’interesse dei cittadini.
Il primo segnale è stato proprio con la scelta della sede dell’incontro: il Comune di Brindisi. E’ qui, e solo qui, che d’ora in poi si discuterà con Enel, ha chiarito la Carluccio. La sindaca ha già posto due condizioni fondamentali: la prima è che la società elettrica dovrà rispettare pedissequamente gli impegni presi e proseguire il processo di ambientalizzazione intrapreso. L’Amministrazione – ha chiarito la Carluccio – non tollererà alcuna irregolarità e vorrà essere costantemente aggiornata sugli annunciati piani di sostituzione del combustibile fossile.
La seconda condizione è ancora più di rottura: Enel dovrà in qualche maniera contribuire economicamente con interventi sul territorio, ma questo non può in nessuna maniera essere posto sul piatto della bilancia come compensazione per i gravissimi danni alla salute e all’ambiente provocati nel recente passato e con la perdita di chances che Brindisi ha patito per la presenza della Centrale Federico II.
In altre parole Enel dovrà fornire servizi e opportunità a Brindisi ma il passato non potrà essere cancellato. E qui si inserisce il terzo punto fondamentale del primo approccio che la sindaca ha avuto con la società elettrica: messi i due paletti precedenti, la sindaca intende ha chiarito di voler incontrare le forze politiche ma anche i cittadini, per determinare le priorità d’intervento e sedersi al tavolo della trattativa con elementi concreti.
Insomma i tempi sono cambiati e probabilmente questo tipo di rapporto trasparente viene condiviso anche dai nuovi vertici Enel. Perché – promette la sindaca – non ci saranno sconti.
A questo punto vale la pena tornare al discorso iniziale, quello della sbarellata di Rossi in aula. Da qualche tempo tira aria di “pace” tra Greenpeace (ossia l’organizzazione mondiale più importante degli ambientalisti) ed Enel. Ciò è avvenuto da quando è stata ufficializzata la scelta di investire sulle rinnovabili per perseguire politiche “carbon-free” che passano anche dalla dismissione delle centrali termoelettriche, anche quelle a carbone. Il primo risultato di questa “pace” è stato nel giugno scorso il proscioglimento dei 13 attivisti che l’8 luglio del 2009 salirono fin sul camino di Cerano per scrivere a caratteri cubitali “Stupid” ed esporre uno striscione con la dicitura “G8 climate leaders or losers. Greenpeace”. I 13 furono assolti perché Enel rimise la querela per imbruttimento e danneggiamento.
Se Greenpeace, da sempre nemico giurato di Enel, ha moderato la sua battaglia è chiaro che l’ambientalizzazione progressiva da parte della società elettrica porta a mutare il ruolo di chi (perché in quella situazione era giusto farlo) si è battuto in maniera anche dura per ottenere ciò che oggi si sta cominciando a vedere.
Così personaggi come Rossi, che hanno fondato gran parte della loro carriera politica sullo scontro frontale con Enel facendo da indispensabile contrappeso ad amministrazioni molto “morbide” verso la società elettrica, possono ora trovarsi spiazzati. C’è una sindaca che si dichiara pronta a garantire l’ambientalizzazione e il passaggio nei tempi più rapidi possibili a combustibili non inquinanti, ma anche un impegno concreto di Enel sul territorio, condividendo ogni passaggio con la città. Spiegando che è da piazza Matteotti, e solo da lì, che passa la strada.
E questo obbliga gli ambientalisti brindisini, decisivi in tante battaglie, ad assumere un ruolo diverso: quello di garanti di questo processo di transizione e di ispiratori per i prossimi, indispensabili, passaggi. Questa città ha ancora bisogno di Rossi e di tutti coloro ai quali preme il rispetto dell’ambiente, ma il tempo degli urlatori è superato.
Fiorenza Costa