Aeroporto Militare: monumento ai paracadutisti polacchi che qui avevano base durante la II Guerra mondiale

di Giancarlo Sacrestano

Una sentita ed emozionante cerimonia, accompagnata da un sentimento di profonda stima tra italiani e polacchi, si è tenuta presso il distaccamento aeroportuale di Brindisi. Era presente una folta rappresentanza di familiari e parenti dei paracadutisti polacchi caduti e, tra gli altri, anche il veterano pilota Ryszard Witkowski, novantenne dalla lucidità di un ventenne, capace di portare alla memoria fatti e persone di oltre 70 anni fa in un fluente inglese.

Già partecipe della insurrezione di Varsavia del 1944, nel 1993 è stato insignito con la medaglia “Giusto tra le nazioni”, l’onorificenza israeliana per quanti si sono spesi per la salvezza degli ebrei dall’olocausto. Presso la base aerea di Brindisi, divenne operativo, nell’autunno del 1943 e sino alla fine del conflitto mondiale, il 301° Bomber Squadron “Terra di Pomerania” dei piloti polacchi, qui rinominato 1586° Special Duties Flight. (Voli per incarichi speciali). Per il loro senso del dovere, dell’onore e dell’amore per la terra patria sottoposta alla crudele oppressione nazista, ognuno di loro, ha esaltato questi valori sino al sacrificio.

I voli al limite delle capacità tecniche con operazioni no stop di 13 ore sul cielo di Varsavia, hanno comportato il cambio della denominazione del reparto, che dal novembre del 1944, ancora di stanza a Brindisi, è stato rinominato 301° Bomber Squadron “Difensori di Varsavia”. Da Brindisi, i quadrimotori Halifax e B24 Liberator, decollavano e volavano sui cieli dell’Italia occupata, della Francia, della Jugoslavia, della Grecia e dell’Albania, sino a giungere sulla Polonia a sganciare i loro importanti rifornimenti alle forze di resistenza e di liberazione nazionale. Da Campo Casale, così veniva denominata la base aerea di Brindisi, a bordo di quegli aerei, salivano i “cichociemni” gli agenti paracadutisti del corpo speciale nazionale addestrati ad operare – nel silenzio e al buio – nelle condizioni più estreme e svantaggiose.

Il corpo, nato nell’immediatezza dell’occupazione nazista della Polonia, nasce ufficialmente il 20 settembre del 1940 su ordine del generale Władysław Sikorski con lo scopo di attribuirgli piani di emergenza in operazioni segrete. Si trattava esclusivamente di volontari, fuggiti dalla Polonia occupata in Inghilterra, severamente addestrati presso il British Special Operations Executive (SOE). Degli oltre 2400 candidati, il numero finale di quelli ritenuti idonei a ricoprire l’incarico non ha raggiunto le 600 unità. Dal 1940 al 1943 le loro azioni si sono sviluppate partendo dalle basi inglesi, ma dal novembre del 1943 e sino alla fine dello stesso anno, le operazioni sono partite dalla base aerea di Brindisi, unica in territorio italiano. Al comando del Colonnello Leopold Okulicki,

i paracadutisti agenti speciali, hanno contribuito con azioni multiple, quali, MOST e WELLER, ad approvvigionare e sostenere l’esercito di liberazione nazionale polacco nella guerra contro il nazismo. Nella notte tra il 21 e il 22 maggio del 1944, lo stesso colonnello Okulicki, a bordo di un Halifax pilotato dal Comandante del 1586°, il maggiore Eugeniusz Arciuszkiewicz si paracadutava nei pressi di Cracovia, dove immediatamente veniva elevato al grado di generale comandante dell’esercito nazionale (Armia Krajowa). Oltre a portare sostegno e rifornimenti, gli agenti acquisivano elementi utili, informazioni, contatti e documentazioni occorrenti ai comandi polacchi in esilio per la realizzazione di più incisive e rapide azioni sul martoriato suolo nazionale.

Con oltre trenta operazioni di volo e oltre 400 lanci, i paracadutisti hanno reso possibili importanti sostegni alla guerra di liberazione e alla costruzione di gruppi di resistenza nazionale. A partire dal 1° agosto e per oltre 50 giorni, proprio il generale Okulicki guidò l’insurrezione di Varsavia nell’impari lotta contro le soverchianti forze naziste, sostenuto dal solo contributo che giungeva proprio da Brindisi, la città, la base aerea amica da cui il maggiore Arciuszkiewicz non esitava a far volare gli aerei carichi di rifornimenti, contro gli ordini superiori che ritenevano pericolosi i voli sulla capitale polacca. Il servizio riservatissimo e segreto, degli speciali agenti paracadutisti, caratterizzato dall’azione repentina e silenziosa, si è dimostrato di efficace sostegno alla guerra dei comandi alleati.

Alla loro azione si deve un contributo notevole per la scoperta dei segreti relativi ai razzi V2 tedeschi, ma molti di loro si sono fatti apprezzare contribuendo al silenzioso lavoro di intelligence. “La loro esperienza ed il loro metodo di addestramento coniugati con la più alta espressione di valori quali l’onore, il sacrificio, l’amor patrio – ha rimarcato il comandante del distaccamento aeroportuale di Brindisi, Col. Gioacchino Cassarà – li rende a tutt’oggi esempio di riferimento, per chi intende percorrere la strada del servizio alla ragione suprema della propria bandiera, nell’obbedienza e nel rispetto, in silenzio e senza farsi vedere”.

Il monumento, concernente una lapide trilingue polacco, inglese ed italiano, recita: IN MEMORIA DEI PARACADUTISTI DELLE FORZE AMRMATE POLACCHE “CICHOCIEMNI”, “INVISIBILI ESILENZIOSI”, PARTITI NEL 1944 DALLA BASE MILITARE DI BRINDISI E PARACADUTATI NEL LORO PAESE PER LOTTARE PER LA LIBERTA’ DELLA POLONIA OCCUPATA E DEGLI AVIATORI POLACCHI E DEGLI ALLEATI CHE HANNO SOCCORSO I PAESI OCCUPATI D’EUROPA NELLA LOTTA PER LA LIBERTA’. Allo scoprimento del monumento hanno preso parte: il Col. Gioacchino Cassarà, comandante del dipartimento aeroportuale di Brindisi; Jan Jozef Kasprzyk, a capo dell’Ufficio per i Veterani di Guerra e Vittime dell’oppressione; il Col. Robert Kopachi comandante dell’unità militare Gruppo Mobile Operativo di Reazione, il corpo dell’élite militare polacca di pronto intervento; Bodgan Rowinski, presidente della fondazione Cichociemni.