Mistico diventato show-girl, la casa editrice sospende il suo libro, oscurate le pagine Facebook. Resta aperta quella del suo atelier

Una vera e propria tempesta si è abbattuta nelle ultime ore su Paola Catanzaro, l’ex finto veggente di contrada Uggio divenuto nel frattempo donna e il cui caso, già noto a livello locale grazie anche all’inchiesta giornalistica di Senza Colonne News dello scorso anno, è divenuto di patrimonio nazionale grazie al servizio andato in onda nel corso della trasmissione “Le Iene”, domenica sera.
La casa editrice Armando Curcio, si legge in una nota, essendo venuta a conoscenza dei fatti riguardanti l’autrice Sveva Rizzo Cardinale, grazie al servizio televisivo de Le Iene andato in onda in data 14/05/2017, sta valutando tutti gli aspetti concernenti la questione. Decide intanto di sospendere la pubblicazione del manoscritto “Non tutte le ciambelle riescono col buco”, della suddetta autrice, riservandosi la possibilità di approfondire il caso”.
Nelle stesse ore la pagina Facebook che era intestata alla brindisina con il suo nome d’arte, appunto Sveva Cardinale, è stata oscurata dalla stessa proprietaria, probabilmente dopo essere divenuta oggetto di insulti. Oscurata anche la pagina “Sveva Cardinale Fans Club” che conta 188 “ammiratori”.
Ma nelle stesse ore ne è nata un’altra, che si chiama “Vogliamo Sveva Cardinale in carcere” (nella foto l’immagine di profilo) e che si propone di sollecitare un’inchiesta giudiziaria sull’ex veggente che avrebbe spillato centinaia di migliaia di euro ai suoi fedeli.
Restano invece aperte le due pagine Facebook su “Atelier sposa Sveva Cardinale” in quanto il 24 novembre 2016, con tanto di inaugurazione con taglio del nastro accanto al sindaco Francesco Zaccaria (foto in basso tratta da Osservatorio Oggi), ha inaugurato a Fasano (nel centralissimo corso Garibaldi”) un atelier elegantissimo “tra suggestive musica celtiche e frizzanti bollicine di champagne”, come raccontano i giornali locali.
In realtà un processo penale è già in corso davanti al Tribunale di Bari ma nessun accertamento patrimoniale per verificare in che modo la Catanzaro potesse garantirsi un tenore di vita così elevato e (pare) il possesso di immobili.