La maggioranza si spacca ancora. Teatro della divisione, il Consiglio comunale di Brindisi dove questo pomeriggio il fiume carsico che erode sottotraccia la compattezza del centrosinistra al governo, ha mostrato in superficie l’ennesima crepa. Da una parte il Pd, dall’altra la neonata Federazione di Centro. Oggetto della contesa un punto all’ordine del giorno in apparenza di poco conto, o comunque non tale da incidere sui destini dell’umanità: le modifiche al regolamento per le commissioni consiliari presentate dal presidente dell’Assise Luciano Loiacono (Pd).
Un provvedimento che Carmelo Palazzo di Impegno sociale (quindi della Federazione di centro) ha chiesto di rinviare per l’approfondimento di alcuni passaggi tecnici. Ma quando Loiacono gli ha risposto picche, si è scatenata la bagarre. Palazzo ci è andato giù pesante, contestando – stavolta duramente – il documento, definendo le commissioni illegittime e i consiglieri che ve ne fanno parte, in buona sostanza, dei fannulloni buoni solo a intascarsi il gettone di presenza.
Parole contundenti a cui il consigliere del Pd Antonio Monetti ha replicato scoccando tutte le frecce a disposizione del suo arco. Fino a dichiarare lo stesso Palazzo fuori dalla maggioranza. Un’epurazione estemporanea che non è affatto piaciuta agli altri componenti della Federazione di Centro i quali, al di là del merito della questione e dei toni biliosi usati da Palazzo, ha deciso di fare quadrato attorno a quest’ultimo. In particolare Tony Muccio (Noi centro), prendendo la parola, ha tuonato: “Nessuno deve permettersi, tantomeno Monetti, di dire chi è dentro e chi è fuori dalla maggioranza”. Soprattutto, se organico alla Federazione.
Da qui la decisione di non votare il provvedimento di Loiacono e di astenersi. Ed è qui che in maggioranza si è scatenato il panico. Senza i voti di Udc, Noi centro e Impegno sociale il centrosinistra non avrebbe raggiunto i 17 voti necessari. Ne aveva 16. E forse 15 se non fosse stato accolto un emendamento presentato da Francesco Renna. Il Pd, il 17esimo uomo, ha dovuto pescarlo fuori dall’aula. Pisanelli, che aveva abbandonato la seduta assieme al resto dell’opposizione, è stato tirato dentro per i capelli. Alla fine il provvedimento è passato per il rotto della cuffia.
Ma il vero fatto politico è un altro. Anzi due: la maggioranza è, discorsi di facciata a parte, scossa da continue fibrillazioni. E la Federazione di Centro è ufficialmente una realtà: capace di spaccare la sua stessa maggioranza, pur di far quadrato attorno a un suo componente.