
Matteo Renzi, da oggi, potrà annoverare la provincia di Brindisi fra le sue roccaforti. I suoi candidati alla segreteria provinciale e cittadina del Partito democratico Maurizio Bruno e Antonio Elefante, ieri, non hanno solo vinto. Hanno trionfato e rottamato la vecchia guardia che da questa competizione elettorale interna ne è uscita letteralmente con le ossa rotte. L’ex assessore provinciale ai lavori pubblici della giunta Ferrarese, Maurizio Bruno, ha conquistato lo scettro di guida della federazione provinciale già al primo turno. Quindi, niente ballottaggio: né con i “cuperliani” né con i “pittelliani”.
Il numero di delegati associati alla candidatura di Bruno “promossi” al congresso del 4 novembre sono 53, ben oltre quella metà più uno richiesta per scongiurare il secondo turno. I suoi avversari Annamaria Scalera (in quota Gianni Pittella) e Giuseppe Tagliente (in quota Gianni Cuperlo), potranno contare rispettivamente su 26 e 21 delegati.
Numeri che documentano un successo, quello di Bruno, di fatto indiscutibile. Ma che forniscono un ulteriore dato politico, non meno clamoroso: la sconfitta di pezzi da 90 del Partito democratico di Brindisi del calibro di Carmine Dipietrangelo, del senatore Salvatore Tomaselli, del sindaco Mimmo Consales, ma anche del consigliere regionale Pino Romano. I primi tre, nella corsa alla conquista della segreteria provinciale, hanno sostenuto il candidato in quota Cuperlo, Giuseppe Tagliente. E non solo non l’hanno spuntata su Bruno (sostenuto, tra gli altri, dalla deputata Elsa Mariano, dal consigliere regionale Giovanni Epifani, da Salvatore Brigante, Luciano Loiacono e gran parte del gruppo consigliare di Brindisi), ma nemmeno sulla combattiva Annamaria Scalera (sostenuta da Romano), che pur non data tra i due favoriti alla vigilia del voto, è stata capace di smuovere montagne ed elettori agganciando il secondo posto alle spalle dei renziani.
Insomma, per una certa “guardia” del Pd brindisino quella di ieri è stata una debacle destinata a ridimensionarne, e non di poco, il peso all’interno degli equilibri del partito. Tanto la federazione provinciale quanto la sezione cittadina, riconquistata da Antonio Elefante al suo secondo mandato consecutivo, passa indiscutibilmente nelle mani dei renziani. E non solo a Brindisi. I candidati collegati a Maurizio Bruno hanno vinto praticamente ovunque anche in provincia: nella sua Francavilla Fontana (confermato Marcello Cafueri), ma anche a San Vito (Enzo Francavilla), a Ostuni (città dello sfidante Tagliente), a San Donaci, San Michele, Villa Castelli, Fasano, Latiano, Torchiarolo, Ceglie Messapica, Carovigno.
Esplicativo anche il numero di voti rastrellati dai tre candidati nei 20 comuni. Su 3.795 schede scrutinate bel 1.950 vedevano sbarrato il nome di Maurizio Bruno; in 1.052 hanno scelto Annamaria Scalera; mentre “solo” 793 elettori hanno puntato su Tagliente. Dati analoghi si sono registrati a Brindisi città, dove su migliaio di voti validi, circa 650 sono andati al renziano Antonio Elefante, il resto al candidato dei cuperliani Cristiano D’Errico.
Per il Pd, quindi, si apre ora una fase nuova, che vedrà Maurizio Bruno e i rottamatori alla guida di una federazione in cui il peso dei vecchi leader va riducendosi di giorno in giorno. Ma che dovrà, in primo luogo, affrontare i dissapori interni emersi in queste giornate di campagna elettorale, e riaffiorati perfino durante il voto, con comunicati stampa al vetriolo dei candidati di Tomaselli e Dipietrangelo. Polemiche, forse, già seppellite da una valanga di voti.