
“I veri ambientalisti siamo noi, che alle parole preferiamo i fatti. Non possiamo accettare le continue lezioni di Rossi e Fusco sull’importanza di preservare l’ambiente e la salute. Anche noi viviamo a Brindisi, e anche noi abbiamo dei figli, e vogliamo che vivano nel miglior ambiente possibile. Ma non è con l’estremismo che si risolvono i problemi.”
Con queste parole Toni Muccio, capogruppo di Noi Centro – Nuovo Centrodestra in Consiglio comunale, ha replicato stamani ai colleghi di minoranza Riccardo Rossi e Roberto Fusco, che hanno criticato la maggioranza per aver fissato troppo tardi (il 20 e 31 gennaio) il monotematico sulla questione energetica a Brindisi.
In realtà, hanno spiegato Toni Muccio, Salvatore Brigante (Pd), Francesco Cannalire (Api) e gli altri capigruppo di maggioranza, il ritardo è stato dovuto agli immancabili inconvenienti del caso: convocazioni delle aziende, dei sindacati, delle associazioni di categoria.
“Quello che sta facendo questa maggioranza – ha spiegato Muccio – è un enorme sforzo finalizzato a intrecciare con le aziende un dialogo fruttuoso, non un muro contro muro che non porta a nulla. Siamo moderati, e dobbiamo esserlo anche nei toni se vogliamo ottenere veramente qualcosa. Nessuno mette in discussione l’importanza della sensibilità ambientale di Fusco e Rossi, né il loro contributo. Ma i risultati si ottengono senza strumentalizzare tutto come fanno loro per inseguire il titolo in un giornale o avere un ritorno d’immagine. Con certe mosse, come mettere dei manifesti con su scritto ‘Benvenuti nella città del Carbone’ all’ingresso dell’aeroporto, si fa solo del male a Brindisi”.
“Noi invece – ha proseguito il capogruppo di Noi centro – abbiamo sempre preferito i fatti. E una prova concreta è stata data dal lavoro fatto da Massimo Ferrarese negli anni in cui è stato presidente della Provincia, che con atti concreti e reali ha fatto sì che le aziende investissero sull’ambiente, come Enel, con il carbonile coperto costato 450 milioni di euro insieme agli altri interventi di ambientalizzazione. Le opere sono state fatte e si continueranno a fare, per non parlare delle ricadute occupazioni dirette e indirette. Così si crea lavoro, e non dicendo “no” a tutto. Con i “no” non c’è lavoro e non c’è sviluppo. Se ci opporremo sempre a tutto dove andremo a mangiare? Tutti da Rossi e Fusco?”.