
«Cercare la polemica politica a ogni costo è mestiere che non mi appartiene. Cercare la verità e difenderla, bè è il ruolo che mi aspetterei da ogni uomo dai valori saldi. È per questo che non riesco a capire la polemica fuorviante nata a margine dell’idea del sindaco di Guagnano di assegnare un riconoscimento a Flavio Tosi, primo cittadino della città italiana emblema del vino a livello internazionale». Entra così Angelo Maci nella querelle che si è scatenata negli ultimi giorni intorno alla figura di Tosi, visto nel suo ruolo di esponente della Lega e non come ambasciatore di una Verona città del vino per antonomasia.
«Tosi è imbevuto di Sud, è innamorato del nostro Salento. L’estate è spesso ospite nelle nostre coste al fianco del suo consigliere comunale, l’amico salentino Salvatore Papadia che forse questo Sud gli ha spiegato e fatto amare. Non posso non ricordare con affetto quando nel 2007 Cantine Due Palme per la prima volta si è aggiudicata il prestigioso riconoscimento di Prima cantina d’Italia nell’ambito della Fiera Internazionale di Verona, quel Vinitaly che tanto ha dato ai viticoltori italiani, e Tosi, impegnato in un consiglio comunale, ha interrotto i lavori consiliari per dare un tributo di stima a noi gente del Sud, a quella delegazione di viticoltori e lavoratori salentini guidati dal sindaco di Cellino san Marco, Claudio Pezzuto, che per la prima volta venivano riconosciuti per il loro impegno e il loro lavoro nel settore vitivinicolo. Verona con il Vinitaly è uno dei momenti più importanti per lo sviluppo economico del settore vitivinicolo internazionale, Verona è la più importante vetrina mondiale del vino; Verona è un modello che molte città del Sud vinicolo dovrebbero seguire. Per tutti questi motivi con Verona dovremmo creare un ponte di collaborazione e premiarla perché da ormai 49 anni è artefice di uno sviluppo economico intorno al mondo del vino. La politica, quando si parla di agroalimentare, bisognerebbe lasciarla da parte soprattutto se usata come strumento di confronto populista e magari utilizzarla come strumento per far crescere il settore agroalimentare pugliese che non può permettersi di perdere le sfide economiche del futuro».