Mele se ne va davvero: conferma le dimissioni da sindaco al prefetto e saluta i consiglieri. Mistero sui reali motivi della sua decisione

Il sindaco di Carovigno, Mimmo Mele, venerdì ha ufficializzato al prefetto Nicola Prete le proprie dimissioni, a poche ore dalla scadenza del termine di venti giorni previsto dalla legge per poterle revocare: avrebbe teoricamente tempo fino a domani, 22 febbraio. Ma sembra che questa volta non farà retromarcia come era avvenuto lo scorso anno.

Mele infatti ha già salutato tutti anche a palazzo di Città dove, sempre ieri, ha comunicato la decisione congedandosi dai consiglieri comunali.  Una scelta che diviene a questo punto irrevocabile: a meno di due anni dall’elezione che Mele definì il proprio “riscatto”, arriva la rinuncia all’incarico di primo cittadino di Carovigno, dove negli ultimi mesi c’è stata una serie di atti intimidatori e su cui la procura di Brindisi intende fare luce. Non si sa fino a che punto tutto ciò abbia inciso nella decisione di Mele.

L’ex parlamentare aveva governato al vertice di una coalizione inizialmente composta di liste civiche e supportata dall’Ncd, poi in seguito solidificata dall’accordo con il Partito democratico.
La decisione di Mele, che aveva già rassegnato una prima volta le dimissioni  nel maggio 2014 e le aveva poi ritirate dando corso a un rimpasto di giunta possibile in seguito a un nuovo accordo politico di maggioranza, è proprio il frutto di una rottura politica con l’Ncd ritenuta “insanabile”. Almeno questa la motivazione “ufficiale”.

Il Comune dunque lunedì sarà commissariato. A reggere le sorti di Carovigno, secondo indiscrezioni, potrebbe essere chiamato il viceprefetto aggiunto Pietro Massone, già nominato da Prete subcommissario ai tempi di Cesare Castelli alla Provincia di Brindisi.