“I rapporti tra Polonia e Italia per l’Europa”

di Giancarlo Sacrestano

traduzione: Wanda Janina Lipka

E’ sotto gli occhi di tutti che l’Europa Unita vive un momento di difficoltà estrema. La crisi della vicina Grecia e la continua pressione alle porte del vecchio continente dei tanti bisognosi di asilo in cerca di un luogo dove fermarsi e cercare la propria opportunità, sono gli elementi più evidenti della necessità di riflettere su cosa sia andato male e cosa sia possibile fare per rilanciare l’idea di Europa.

Ho pensato che un importante punto di vista, fosse quello di un Amico dell’Europa, ma anche un Amico dell’Italia. Ho chiesto un parere sull’attuale situazione al Deputato del parlamento di Polonia, Adam Abramowicz , che il presidente Napolitano ha insignito della prestigiosa onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia, per aver promosso e testimoniato l’Italia all’estero.

Abramowicz è originario di Biala Podlaska, la città che da anni, con l’amica Wanda Janina Lipka, dell’ass.cult. iMEDIAmente, preziosissima nostra “vedetta” in Polonia, da queste colonne seguiamo per le complesse ragioni storico-sociali e culturali che la gemellano con la città di Brindisi.

Grazie al suo incessante contributo è stato possibile costruire i legami con quella realtà, apparentemente tanto lontana.

 D) – Secondo lei, che cosa possono fare l’Italia e la Polonia per rilanciare l’idea europea?

 R) – “L’Unione europea nella sua forma attuale è in crisi. I problemi economici, tra cui la disoccupazione giovanile molto alta, un enorme debito dei paesi, la minaccia di fallimento della Grecia, il Regno Unito che tenta di disattivare del mercato comune del lavoro, e le tensioni causate dall’immigrazione provenienti dalle zone minacciate dalla guerra e la povertà nei paesi musulmani costituiscono un vero orrore per l’Europa.

La salvezza per la comunità delle nazioni europee è nel ritornare alle fonti, l’idea dei padri fondatori di Robert Schuman, Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, di un’Europa fondata sui valori cristiani, il libero mercato e la solidarietà.

Polonia e Italia sono paesi frontalieri dell’area Schengen. E’ importante condividere la responsabilità dell’immigrazione tra tutti i paesi dell’UE, come pure garantire ai suoi confini la massima attenzione”.

D) – La politica in Polonia e in Italia sembra non essere accettata dal popolo. Vede questo pericolo?

R) – “La gente comune sente che i politici non incidono sul corso degli eventi nel loro Paese. Essi credono che i politici vivano il distacco dalla società, cercando la gente comune solo durante le campagne elettorali e solo per i propri interessi. Così, in Italia, Polonia e altri paesi dell’UE crescono i movimenti di protesta contro il “sistema” a spese dei partiti tradizionali.

Ma il problema esiste ancora, perché queste iniziative sono il riflesso piuttosto di una protesta cieca e col tempo si scopre che non sono in grado di cambiare nulla per il meglio. Questo è pericoloso per il processo democratico dei politici che dovrebbero trovare appena possibile una soluzione”.

D) – Le autorità europee che sono a Bruxelles soffrono di poca fiducia. Il Consiglio Europeo la Banca Centrale Europea non godono di popolarità. La popolazione non percepisce l’idea dell’Europa comune, ma il favore dei piccoli interessi egoistici. Dopo 70 anni, come può resuscitare il progetto di un’Europa moderna?

R) – “L’esempio della Grecia è un perfetto concentrato di argomenti addotti nella domanda. Il Consiglio d’Europa e la Banca Centrale Europea sono arrivati impreparati a disegnare per questo Paese l’ingresso nella zona euro. 

Il progetto della moneta unica ha dimostrato di essere più economico che politico. Dalla sua introduzione ha beneficiato l’economia dei paesi economicamente forti, soprattutto la Germania e  hanno perso gli stati con le economie più deboli. La gente comune resta inascoltata. Quindi non c’è da stupirsi che gli europei hanno smesso di credere ai politici e all’idea europea. La soluzione è, come ho detto, un ritorno all’idea di fondazione e abbandonare l’idea di costruire l’Unione europea come governo centrale, come un superstato con un enorme burocrazia e regolamenti che disciplinano ogni aspetto della vita di ogni europeo.

Gli stati-nazione cooperanti sono bloccati attorno ai temi del mercato libero europeo in cui è il movimento di beni, servizi e dei lavoratori, è sottoposto a regolamenti eccessivi e al controllo di Bruxelles.

l’eliminazione della burocrazia, la cessazione di indottrinamento ideologico e il coinvolgimento del cittadino nel sistema decisionale è il rimedio più giusto per risolvere i problemi di oggi e dare la possibilità di modernizzare l’Europa”.

D) – Garantire la custodia della memoria comune è responsabilità di ognuno,. Deve farlo ogni società civile. Qualcuno ha detto: “Il futuro cammina nel presente con le gambe nel passato”.

Tra le giovani generazioni è in crescita l’indifferenza. L’ Unione europea fornisce finanziamenti per la memoria e la cittadinanza consapevole.

Qualcuno ha definito Biala Podlaska, dopo l’adesione all’UE, “Porta d’Europa” in virtù della funzione di confine orientale.

Il cimitero italiano in città è un luogo della memoria, ma anche un luogo dove si incoraggia il dialogo e le opportunità tra polacchi e italiani.

Avete qualche idea di come sfruttare le opportunità emergenti dalla memoria collettiva?

R) – “Il passato eroico comune di italiani e polacchi è il collante che ci permetterà di costruire la fiducia necessaria per rilanciare l’Europa come una casa comune. Ritengo che ci sia bisogno di parlare e ricordare la storia. Sono contento che ci sono persone a Brindisi che hanno pensato di costruire buone relazioni fra l’Italia e la Polonia”.

D) – La mia città di Brindisi e la mia regione Puglia, ricorda molto bene il II Corpo d’Armata e i giovani aviatori polacchi. L’Associazione culturale iMEDIAmente, si prende cura di quella memoria e raccoglie materiali e documenti. L’associazione ha presentato un programma di sviluppo culturale ed economico, con la partecipazione delle comunità di Biala Podlaska e Brindisi per la costruzione del museo della memoria europea che può essere inserito in un vecchio edificio, dove 70 anni fa era un campo di internamento. A Brindisi, la città da millenni è conosciuta come “Porto di Speranza” (Benedetto XVI) e collega la parte orientale del mar mediterraneo con l’Europa occidentale, stiamo organizzando un museo virtuale, equivalente a quello in programma a Biala Podlaska. Il progetto prevede anche di assistere le imprese interessate a investire, e di servire come luogo per le informazioni alla gente comune, dei nostri due Paesi. Cosa ne pensa di questa idea?

R) – “L’idea è eccellente. La sua attuazione dimostrerà che l’idea di un’Europa comune è ancora viva tra la società italiana e polacca. Questo museo costruisce la nostra identità europea sulla base dei valori cari ai nostri padri: amore per la libertà, solidarietà e giustizia”.