Consales non molla: “Luperti e Monetti restano al loro posto”. E’ guerra con Emiliano e il Pd pugliese

Ormai è scontro frontale tra il sindaco Mimmo Consales e il governatore Michele Emiliano: il primo cittadino non solo non ha alcuna intenzione di effettuare il reimpasto di giunta “ordinato” dal Pd regionale ma invita i due assessori del partito, Lino Luperti e Antonio Monetti, a restare al loro posto. “La presa di posizione del commissario cittadino e del governatore è di una gravità inaudita”, tuona Consales. “Il governatore ci facesse sapere invece dei fondi strutturali destinati a Brindisi”.
Anche i consiglieri comunali del Pd sembrano in questo momento fare squadra con Consales. «Non c’è un solo motivo – dichiara il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Salvatore Brigante – per cui si debba togliere il sostegno all’Amministrazione». Ma è soprattutto sul metodo che Brigante attacca Emiliano e Antonica: «Non c’è stato un momento di confronto, fatta eccezione per una riunione poi interrotta con la promessa di rivedersi e che poi invece non è stata mantenuta. Confrontiamoci sui programmi, anziché far partire diktat bulgari ai quali attenersi senza poter dire nulla».
Nella lettera di diffida a Consales, il Pd regionale chiede un immediato rimpasto di giunta. «Le condizioni politiche dell’amministrazione Consales – è scritto – appaiono ormai troppo diverse da quelle che hanno dato vita allo stesso progetto politico nel 2012. L’indebolimento del rapporto con i cittadini, l’esiguità dei numeri in consiglio comunale, l’eccessiva litigiosità della maggioranza, il mancato raggiungimento di obiettivi fondamentali per la crescita e lo sviluppo della comunità di Brindisi, le numerose criticità determinatesi in settori fondamentali per il futuro della città, la richiesta ormai vetusta di azzeramento superata nei fatti, impongono, nostro malgrado, comportamenti consequenziali».
Nella lettera si chiedono le «dimissioni dalla giunta degli assessori Luperti e Monetti» e la «valutazione e votazione caso per caso delle delibere che pervengono in consiglio comunale».
«Si diffidano – concludono Emiliano e Antonica – i rappresentanti istituzionali all’utilizzo del simbolo del Pd nei consessi istituzionali ed ufficiali in condizioni differenti da quelle qui determinate».