Per una singolare congiuntura astrale, Maurizio Bruno da Francavilla Fontana, dipendente della Asl di Brindisi, si ritrova ad essere contemporaneamente sindaco della sua città, presidente dell’Amministrazione provinciale (che della vecchia Provincia mantiene solo il logo) e segretario provinciale del Pd. Un bel fardello di responsabilità che evidentemente gli hanno fatto perdere la serenità al punto che da un bel po’, periodicamente, non fa altro che minacciare le dimissioni. Guardandosi bene però dal rassegnarle davvero.
Già nell’ottobre 2014 sembrava che fosse ben determinato a lasciare Palazzo degli Imperiali. “Sabato prossimo mi dimetto”, aveva minacciato ai primi malumori interni alla coalizione di governo. Ma dopo la boutade, il sabato si guardò bene dal dare seguito al suo annuncio”.
Da allora, in più occasioni, cavalcando l’onda del populismo attraverso la sua pagina Facebook, continua periodicamente a lamentarsi, a progettare improvvisi colpi di scena, salvo poi tornare sui suoi passi. Creando grande confusione nella sua città, Francavilla, dove gli elettori lo avevano scelto sperando che potesse essere l’uomo del cambiamento, dopo decenni di governo pretoriano del centrodestra. “Mi dimetto da presidente dalla Provincia se non viene salvata la Santa Teresa”, aveva assicurato mesi fa. Ma con la Santa Teresa ormai alla canna del gas, nonostante una proroga di pochi giorni ottenuta proprio questa mattina, il professor Bruno resta al suo posto. Atteggiamento opposto a quello tenuto dall’ultimo presidente della Provincia “vera”, Massimo Ferrarese, che si dimise irrevocabilmente senza averlo nemmeno annunciato, appena appreso che il suo ente sarebbe stato declassato ad ente di secondo grado, cosa poi avvenuta.
Ieri sera, sempre sulla sua pagina Facebook, con tanto di emoticon tristi, aveva annunciato con toni funesti: “La politica è fatta di coerenza trasparenza lealtà e sopratutto coraggio. Domaniimportanti comunicazioni nell’interesse della nostra Francavilla”. In mattinata, con un’intervista a Studio 100 Tv aveva confermato che la sua decisione era quella di dimettersi. E via sulla sua pagina Facebook alle testimonianze di stima, compresa quella della figlia: “La telefonata più bella. Mia figlia Francesca: papà ti sarò vicino comunque vada tvb”.
Oltre a provocare pelle d’oca e sensi di colpa in chi poteva pensare che davvero Bruno rinunciasse alla poltrona di sindaco, decadendo automaticamente anche da quella dell’Ente provincia, Bruno è riuscito anche nel miracolo di far resuscitare quelli che proprio la sua elezione avrebbero dovuto far tacere per sempre: “Una maldestra sceneggiata napoletana, in quanto i napoletani le sceneggiate sanno farle bene, Bruno no!”, ha scritto l’ex senatore Euprepio Curto al quale – indirettamente ma non troppo – il sindaco ha risposto celermente (su Facebook, ovvio) scrivendo “A un personaggio politico francavillese consiglio alle prossime amministrative di candidarsi a Fasano …farà più figura”, riferendosi evidentemente alla storia del famoso Casinò e del finto imprenditore russo Sergei.
Anche Luigi Vitali, pure lui del passato che Bruno pretendeva di cancellare: “Sto rileggendo ‘Il giorno della civetta’ di Sciascia e ieri sera mi è sembrato un caso, dopo la crisi politica che sta investendo il sindaco di Francavilla, Maurizio Bruno. Chissà se, per dirla come il celebre personaggio Don Mariano, si comporterà da uomo oppure da quaquaraqua”, scrive il coordinatore regionale di Forza Italia.
Insomma la faccenda delle periodiche dimissioni di Bruno non solo è diventata la filastrocca del paese, buona per svernare sulla pagina Facebook, ma rischia di scongelare i mammut della politica francavillese cui non sembra vero che sia proprio il leader della sinistra a rimetterli in gioco quando ormai sembravano ibernati. No, per carità, speriamo che non annunci anche le dimissioni da lì.