di Giancarlo Sacrestano
Nella ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e dei muti, il Santo Padre, ha diramato il messaggio di riflessione che animerà la Giornata Mondiale per le Comunicazioni Sociali 2016, che si svolgerà il prossimo 8 Maggio. La “giornata” fu un’intuizione mirabile di Papa Paolo VI. Il tema scelto per la 50esima riflessione, è Comunicazione e misericordia: un incontro fecondo. “L’amore, per sua natura, è comunicazione, conduce ad aprirsi e a non isolarsi – scrive il Pontefice nel Messaggio -. E se il nostro cuore e i nostri gesti sono animati dalla carità, dall’amore divino, la nostra comunicazione sarà portatrice della forza di Dio”.
Tutti gli esseri umani, sono “chiamati a comunicare da figli di Dio con tutti”, provando a trasmettere quella “misericordia” capace di “toccare i cuori delle persone e sostenerle nel cammino verso la pienezza della vita”. Attraverso la comunicazione, l’uomo può “creare ponti” e “favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società”. Scegliendo “con cura parole e gesti”, gli uomini possono, quindi, “superare le incomprensioni, guarire la memoria ferita e costruire pace e armonia”. Le parole, possono “gettare ponti tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli”, tanto nell’ambiente “fisico”, quanto in quello “digitale”. A tal proposito, il Papa spinge verso “parole e azioni” che aiutino ad “uscire dai circoli viziosi delle condanne e delle vendette, che continuano ad intrappolare gli individui e le nazioni, e che conducono ad esprimersi con messaggi di odio”. L’uomo deve perciò esprimersi con parole che facciano “crescere la comunione” e, anche quando deve “condannare con fermezza il male”, egli deve cercare di “non spezzare mai la relazione e la comunicazione”.
I “risentimenti” e le “vecchie ferite” che rischiano “d’intrappolare le persone e impedire loro di comunicare e di riconciliarsi”, possono essere ritrovati anche nei “rapporti tra i popoli” ma, in tutti questi casi “la misericordia è capace di attivare un nuovo modo di parlare e di dialogare”. Il linguaggio della misericordia, dovrebbe attraversare anche la “politica” e la “diplomazia”, continua il Pontefice rivolgendosi “a quanti hanno responsabilità istituzionali, politiche e nel formare l’opinione pubblica, affinché siano sempre vigilanti sul modo di esprimersi nei riguardi di chi pensa o agisce diversamente, e anche di chi può avere sbagliato”. L’auspicio del Santo Padre è per un linguaggio che non esprima mai “l’orgoglio superbo del trionfo su un nemico”, né l’umiliazione nei confronti di “coloro che la mentalità del mondo considera perdenti e da scartare”. La verità che ci renderà liberi, va affermata “con amore” ed accompagnata da parole di “mitezza e misericordia”, “parole e gesti duri o moralistici” infatti “corrono il rischio di alienare ulteriormente coloro che vorremmo condurre alla conversione e alla libertà, rafforzando il loro senso di diniego e di difesa”. La vera misericordia può essere spiegata attraverso il modo di vivere l’amore familiare: “I genitori ci hanno amato e apprezzato per quello che siamo più che per le nostre capacità e i nostri successi – scrive Bergoglio -.
I genitori naturalmente vogliono il meglio per i propri figli, ma il loro amore non è mai condizionato dal raggiungimento degli obiettivi”. In una vera famiglia, in altre parole, non regna la competizione ma la porta è “sempre aperta” e “si cerca di accogliersi a vicenda”. È poi affrontato il discorso “mai facile” dell’ascolto, ovvero la capacità di “condividere domande e dubbi, di percorrere un cammino fianco a fianco, di affrancarsi da qualsiasi presunzione di onnipotenza e mettere umilmente le proprie capacità e i propri doni al servizio del bene comune”. Affrontando il dibattito riguardo i social network e i nuovi mezzi di comunicazione, il Santo Padre ricorda che “non è la tecnologia che determina se la comunicazione è autentica o meno, ma il cuore dell’uomo e la sua capacità di usare bene i mezzi a sua disposizione”. A seconda di come le si utilizzano, le reti sociali possono “favorire le relazioni e promuovere il bene della società” o, al contrario, “condurre ad un’ulteriore polarizzazione e divisione tra le persone e i gruppi. L’ambiente digitale – prosegue il Papa – è una piazza, un luogo di incontro, dove si può accarezzare o ferire, avere una discussione proficua o un linciaggio morale”. A
nche sulle reti digitali si possono costruire una “vera cittadinanza” ed una “società sana e aperta alla condivisione”: ciò comporta “una responsabilità per l’altro, che non vediamo ma è reale, ha la sua dignità che va rispettata”. Concretizzando il tema della Giornata Mondiale, il Pontefice ribadisce che “l’incontro tra la comunicazione e la misericordia è fecondo nella misura in cui genera una prossimità che si prende cura, conforta, guarisce, accompagna e fa festa”. Il Santo Padre conclude poi il Messaggio ricordando quanto “in un mondo diviso, frammentato, polarizzato”, comunicando “con misericordia” si possa “contribuire alla buona, libera e solidale prossimità tra i figli di Dio e fratelli in umanità”.