Consales: “I trasformisti che promossero lo storico ribaltone di Antonino ora si ergono a moralizzatori della vita pubblica”

di Mimmo Consales*

Le vicende politico-amministrative della città di Brindisi rischiano di distrarre l’attenzione dei cittadini dai reali problemi che vive la nostra comunità e che richiedono una presa di coscienza per evitare, come in passato, discriminazioni nei nostri confronti. Non è un mistero che il sottoscritto, insieme ai suoi collaboratori, stia lavorando per creare un argine rispetto all’accertato strapotere di altri territori pugliesi che si consuma anche grazie ad un atteggiamento non certo benevolo, nei nostri confronti, della Regione Puglia.

Potrei citarvi la battaglia per la legalità in atto nella gestione dell’oasi di Torre Guaceto, quella per la difesa del porto, per la rivendicazione di uno spazio adeguato nella distribuzione di fondi destinati al potenziamento infrastrutturale del territorio, per ottenere pari dignità nella erogazione di fondi regionali per il sistema universitario, per il ciclo dei rifiuti e per la difesa di centinaia di posti di lavoro nel settore industriale. Il tutto, però, avviene mentre qualche avventuriero della politica si impegna a raccogliere firme per mandare a casa la nostra Amministrazione e per affidare la città ad un commissario prefettizio in attesa di un nuovo sindaco. Un dato è certo e non può essere messo in discussione. La “caccia al tesoro” dei promotori di questa iniziativa è andata male, visto che nessun consigliere comunale della maggioranza ha firmato le dimissioni, men che meno una mozione di sfiducia.

Ed anche chi aveva manifestato la necessità di andar via ha subito chiarito che lo avrebbe fatto solo in futuro, concordandolo con me e senza mettere in difficoltà il sindaco e quindi la città. Certo, i problemi non mancano, ma siamo consapevoli che al primo posto viene Brindisi, ancor prima dei rapporti all’interno di una singola forza politica. Sono certo, in ogni caso, che il dialogo con il Partito Democratico possa riannodarsi ed anche in tempi brevi, attraverso un confronto programmatico da sviluppare con i nuovi dirigenti che saranno scelti a seguito della ormai prossima stagione congressuale. E sono convinto che tornerà il dialogo anche con Michele Emiliano che ritengo persona troppo intelligente per non comprendere che stiamo lavorando a tutto spiano per una città che lui spesso ribadisce di amare. Il sottoscritto, è bene ribadirlo, ha iniziato a fare politica attiva con il Partito Democratico e quando deciderà di smettere non avrà vissuto un solo giorno lontano dallo stesso PD.

Sono altri i trasformisti, sono quelli che promossero l’ormai storico “ribaltone”, a cominciare da quel Dipietrangelo che oggi si erge a moralizzatore della vita pubblica. Ho detto e ribadisco che la città è stanca dei burattinai della vecchia politica brindisina. Carmine lo è stato e forse ambisce a tornare a svolgere questo ruolo, prendendo a giorni le distanze dal PD ed a giorni calandosi mani e piedi nel ‘sistema’. Parla di una attuale maggioranza ‘sfilacciata e raccogliticcia’, quando proprio lui si rese artefice, ai tempi di Antonino, di alleanze che di politico davvero non avevano nulla e che si ponevano come solo obiettivo la gestione del potere. Insomma, l’uomo del ribaltone oggi invoca il ‘ritorno alla politica’.

Se non fossero dichiarazioni scritte di suo pugno stenterei a crederci. La realtà, difficile da digerire, è che Dipietrangelo è responsabile della pressocché totale assenza di classe dirigente all’interno del PD, avendo per troppi anni monopolizzato scelte ed alleanze, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Ecco perché spero che il PD volti pagina definitivamente, trasformandosi in un partito pronto a svolgere un ruolo attivo e propositivo nel contesto cittadino.

* Sindaco di Brindisi