D’Attis: “Le dimissioni di massa evitano a Brindisi un lungo commissariamento”

«Il mio appello alle dimissioni in massa, con conseguente scioglimento del consiglio, era teso a evitare un commissariamento del Comune di oltre un anno». Lo spiega all’Adnkronos il leader dell’opposizione di centrodestra nel Comune di Brindisi, Mauro D’Attis, a proposito delle dimissioni di quasi tutti i consiglieri sia di maggioranza che di minoranza all’indomani dell’arresto del primo cittadino Mimmo Consales, a capo di una giunta di centrosinistra, coinvolto nell’inchiesta della Procura della Repubblica sul presunto malaffare nella gestione dei rifiuti e su presunte mazzette. «Le dimissioni del sindaco (preannunciate anche quelle per domani ndr) – aggiunge – non avrebbero avuto lo stesso effetto dello scioglimento dell’assemblea», perchè comunque «sarebbero definitive tra 20 giorni.
“In pratica la decadenza del sindaco sarebbe diventata effettiva dopo il 24 febbraio e, quindi, i cittadini sarebbero stati chiamati a votare per il nuovo sindaco e la nuova assemblea nella primavera del 2017. Invece con la decadenza immediata del Consiglio si voterà a giugno. »Per questo il mio appello era sensato«, sottolinea D’Attis. »Diamo subito agli elettori la possibilità di scegliere la nuova amministrazione evitando un lunghissimo commissariamento. Non abbiamo potuto evitare – chiarisce D’Attis sulla vicenda – che Brindisi occupasse i primi titoli dei giornali. Se Consales avesse ascoltato i nostri appelli e si fosse dimesso prima, avrebbe reso un servizio alla città e magari lo avrebbe un po’ ripagato rispetto a quello che è accaduto. Lo sapevano tutti quello che stava accadendo e forse ancora più lui rispetto a noi«.
Insomma, secondo il capo dell’opposizione, bisognava tutelare l’immagine della città. «C’è un interesse pubblico che ognuno di noi, quando decide di fare il politico o il rappresentante istituzionale, deve anche salvaguardare. Di questa cosa lui e chi lo ha sostenuto fino a stanotte, prima di andare dal notaio, non hanno avuto molta cura». D’Attis si dice convinto che nonostante le apparenze (4 sindaci arrestati in 30 anni)
«Brindisi ha gli anticorpi» per reagire «e adesso bisogna farli uscire fuori». Si tratta «di quattro sindaci che hanno agito personalmente», sostiene. «In questo caso specifico c’è tutta una altra parte della città e della politica che, documenti alla mano, ha sempre reagito ed evidentemente non ha mai condiviso quello che stava accadendo. Purtroppo poi i fatti – sostiene D’Attis – hanno portato all’intervento della magistratura. La forza opposta a questo tipo di atteggiamenti era consolidata. Non è un fatto sociale che Brindisisia pervasa da una attività che porta a delinquere quando vai nelle istituzioni. Per una serie di combinazioni, dopo il periodo della nostra amministrazione che non era stata scalfita neanche da una multa di autovelox dei suoi assessori, purtroppo, siamo capitati nelle mani sbagliate».