L’Amministrazione provinciale scarica sulle scuole superiori gli oneri delle utenze elettriche, idriche, fognarie e del riscaldamento. E i presidi annunciano che molte scuole in questo modo saranno costrette a chiudere i battenti, interrompendo il servizio di Istruzione pubblica garantito dalla Costituzione. Lo fanno i dirigenti di 18 istituti del Brindisino firmano una nota inviata alla Procura della Repubblica, al Prefetto, alla Regione Puglia, al direttore regionale dell’Ufficio scolastico regionale e al presidente della consulta degli studenti.
E’ uno dei momenti più drammatici quello che si apprestano a vivere le scuole superiori brindisine tant’è che, forse per la prima volta nella storia, i presidi di tutta la provincia sottoscrivono un documento unitario esprimenti fortissima preoccupazione “per una situazione che determinerà certamente gravissime conseguenze nel momento in cui gli istituti, privi delle necessarie risorse finanziarie, non saranno in grado di assicurare il pagamento delle utenze che l’amministrazione provinciale vorrebbe trasferire alle loro responsabilità”.
Il 15 gennaio scorso l’Amministrazione provinciale ha invitato il provveditorato a informare i dirigenti scolastici sull’obbligo di procedere entro il prossimo 31 marzo al subentro nei contratti per tutte le utenze, avvertendoli che in caso contrario comunque si procederà al recupero delle somme anticipate sino al momento dell’effettivo subentro.
La decisione della Provincia è scaturita da una nuova legge che assegna all’ente la sola gestione dell’edilizia scolastica, eliminando gli oneri relativi alle spese varie d’ufficio e arredamento, per le utenze elettriche e telefoniche, provvista d’acqua e riscaldamento.
Secondo i dirigenti scolastici invece la voce “gestione dell’edilizia scolastica” comprenderebbe anche quella di tutti i servizi connessi all’istituto, bollette comprese.
“L’Amministrazione provinciale non ha il diritto o il potere di imporre alle scuole il subentro nelle utenze addossando ai presidi responsabilità che non competono loro”, spiegano in una nota i dirigenti che invitano l’ente a recedere dal proposito.
“In caso contrario i dirigenti scolastici si vedranno costretti a intraprendere tutte le azioni necessarie a tutelare la propria posizione e il fondamentale diritto allo studio”.