
La trasparenza e la brindisinità: sono le due parole-chiave della campagna elettorale sobria e coinvolgente che Angela Carluccio sta conducendo da quando è stata scelta, attraverso lo strumento democratico delle primarie, per guidare la Grande coalizione di Centro con l’obiettivo di diventare il primo sindaco donna di Brindisi, o “sindaca” come recita sin dal primo giorno il suo slogan, divenuto una sorta di mantra che l’accompagna nella sua corsa a Palazzo di città.
Anche nella serata che doveva essere quella della sua “incoronazione”, e che vedeva per la prima volta riuniti sotto lo stesso tetto i 160 candidati dell’inedita coalizione che la sostiene, la Carluccio ha preferito scegliere di lasciare il palcoscenico principale a loro, agli aspiranti consiglieri, sfilati sotto i riflettori del Dopolavoro. La candidata sindaca è rimasta su un palchetto collocato al centro della sala, in mezzo alla gente. Tra gli invitati, erano presenti i leader della coalizione, ma ben lontani dai microfoni e dai riflettori, così come è avvenuto sin dal primo momento.
Anche Massimo Ferrarese, leader di Noi Centro, il movimento politico che ha scelto l’avvocatessa brindisina, è rimasto defilato, per una volta spettatore. Come quando da bordo campo portò il basket dalla quasi serie C alla serie A1, senza mai battersi il petto sotto la curva.
Nel suo discorso, la Carluccio ha puntato molto sulla trasparenza e ha sottolineato come abbia scelto subito di aderire alla campagna nazionale “Sai chi voti”, una sorta di autocertificazione della propria situazione penale e dell’assenza di possibili incompatibilità. Non tutti hanno aderito con lei (clicca qui), anzi l’unico è stato Riccardo Rossi (foto in basso). Nessuna notizia invece di Nando Marino, considerato uno dei suoi principali avversari nella corsa a Palazzo di città. Marino, naturalmente vicino ad Enel, la società che sponsorizza la sua squadra di pallacanestro, e proprietario di alcune ville nel complesso edilizio di Acque Chiare, posto sotto sequestro, viene ritenuto da molti non compatibile con la carica di sindaco. E dunque si attendeva da parte sua una autocertificazione che risolvesse i dubbi. Ma finora non è arrivata.
DISCONTINUITA’ – “E’ un termine che vuol dire tutto e non vuole dire niente”, ha detto Carluccio. “Emiliano da mesi ne ha fatto il suo cavallo di battaglia, ma solo a parole perché nei fatti è tutto il contrario. Basta guardare le liste della sua coalizione per rendersi conto che di discontinuo non c’è nulla. Noi, in maniera più coerente, abbiamo fatto una scelta, coraggiosa ma consapevole, convinta. Insieme ad alcuni uomini della precedente amministrazione ci siamo seduti intorno a un tavolo. La nostra unione è frutto di una intuizione che non ha niente a che vedere con l’antipolitica dei grillini e con il no a prescindere. Fare politica significa assumersi la responsabilità di fare scelte precise”.
FORESTIERI – “Non possiamo accettare”, ha spiegato ancora Carluccio “che un Emiliano da Bari venga a governare la nostra città, che un Curto venga da Francavilla per governare la nostra città, che un Argese da Ceglie Messapica venga a governare la nostra città. Noi siamo brindisini, siamo padroni del nostro futuro”.
FAMIGLIE – “Ci sono state in questi ultimi anni alternanze nel governo della città”, ha aggiunto, “tra centrodestra e centrosinistra, ma in definitiva il controllo reale è appartenuto a poche famiglie, che hanno lavorato perché i propri interessi potessero essere anteposti a quelli del territorio e a quelli della città”.
TRASPARENZA – Quindi la stoccata sulla mancata trasparenza degli altri: “Oltre a mettere in campo tutto il mio senso di responsabilità, ho accettato immediatamente la proposta di rendere pubblici i miei certificati penali, i carichi pendenti, quelli presso l’Agenzia delle entrate. Non mi risulta che tutti i candidati sindaco abbiano fatto la stessa cosa. Invito quindi tutti a farlo perché deve essere il primo segnale della strada da percorrere, con la schiena dritta, per il rispetto degli altri e delle regole.
La festa della Grande coalizione, condotta dalla speaker radiofonica Ilia D’Arpa, ha avuto anche i suoi momenti carichi di emozione: un video realizzato da Simona Solidoro, amica del cuore della Carluccio, che ha raccontato chi è davvero Angela prima di “affidarla” alla città. E l’intervento di Marco Campanale, un maturando di 18 anni che ha chiesto alla futura sindaca di dare la possibilità ai ragazzi come lui, che si apprestano a partire per l’Università, di poter tornare a Brindisi per realizzarsi.
La serata, all’insegna della brindisinità, è stata chiusa proprio con l’inno dei brindisini, la canzone “Mannaggia lu rimu”, riarrangiata dal musicista Giuseppe Romano e cantata a squarciagola da tutti. Con la promessa di ricantarla nell’atrio di Palazzo di città.