I No al carbone: “Non votate il candidato dell’Enel, anche Emiliano pochi mesi fa metteva in guardia tutti”

Si considerano liberi e non schierati ma chiedono a tutti di non votare Nando Marino in quanto considerato l’uomo dell’Enel. I No al Carbone di Brindisi diffondono un video in cui il governatore Michele Emiliano, pochi mesi fa, metteva in guardia sulla candidabilità di personaggi sponsorizzati dalle grandi aziende. E oggi proprio Emiliano è il mentore di Nando Marino, il presidente dell’Enel Basket, candidato sindaco a Brindisi per il Pd.
“Come dichiara il nostro Governatore, in ogni territorio le grandi aziende finanziano la campagna elettorale. A noi già questo fa inorridire”, scrivono i No al Carbone.
“Se poi in campagna elettorale ci si ritrova tra i candidati sindaci il Presidente dell’ENEL Basket, è palese quale possa essere la provenienza del finanziamento, come palese è un conflitto di interessi. Uomo Enel dice #‎laformulagiusta NOI diciamo #‎lasoluzionesbagliata.
“Se pur liberi e non schierati, siamo comunque elettori, e abbiamo una nostra idea sulle cose che abbiamo cercato di riassumere in 10 motivi per cui non voteremo ENEL.

LEGALITA’: ENEL è sotto processo dal 2012 presso il Tribunale di Brindisi con l’accusa di dispersione incontrollata di polvere di carbone e danneggiamento di terreni agricoli.

EFFICIENZA: La centrale a carbone di Cerano è al primo posto in Italia nella classifica degli impianti più inquinanti. 70 milioni di tonnellate di carbone sono state movimentate a Brindisi negli ultimi 10 anni con emissioni superiori a 90 milioni di tonnellate di CO2.

AMBIENTE: con le tonnellate di sostanze tossiche emesse in atmosfera la centrale ha prodotto un danno sanitario stimato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente tra i 536 e i 707 milioni di euro per la produzione del 2009. Per la stessa produzione si stima un ricavo ENEL pari a circa 600 milioni di euro.

SALUTE: le emissioni di anidride solforosa sono la causa dell’aumento di neonati con malformazioni congenite. Uno studio del CNR ha messo in mostra il nesso tra inquinanti atmosferici e anomalie congenite neonatali, in particolar modo a carico del cuore. A Brindisi il numero di anomalie congenite neonatali è superiore alla media europea.

LAVORO: la presenza dell’industria energetica, insieme alla localizzazione di una centrale a carbone in una zona fertile, ha irreparabilmente danneggiato l’agricoltura e causato il mancato sviluppo del turismo e di altre attività strettamente collegate ad esso, o di altre attività industriali come quella manifatturiera. Oggi il tasso di disoccupazione è altissimo, a Brindisi sono oltre 20.000 i senza lavoro.

DIRITTI: con la costruzione del nastro trasportatore è stata danneggiata la falda togliendo ai cittadini residenti nella Contrada di Cerano il diritto al bene primario dell’acqua.

SOLDI: non ci lasciamo ingannare dal greenwashing con il quale ENEL tenta di ripulire la sua immagine con elargizioni in denaro a sport, cultura, scuola, sanità, spettacolo, università, parrocchie, volontariato, ecc. Per zittire le critiche alla sua dannosa presenza sul territorio, negli anni 2013-2014 ENEL ha sostenuto solo a Brindisi una spesa totale pari a quasi 5 milioni di euro.

TERRITORIO: oltre 400 mila tonnellate di rifiuti pericolosi, spacciati per innocui, provenienti dalla centrale a carbone, sono stati sepolti illecitamente nei terreni agricoli del brindisino e in quelli calabresi. Oltre 400 mila tonnellate di rifiuti pericolosi che se fossero stati smaltiti in discariche autorizzate avrebbero comportato per ENEL un costo di oltre 60 milioni di euro. Questo vuol dire creare danni al territorio.

PORTO: oggi la movimentazione del nostro porto è ridotta al trasporto e stoccaggio di materie prime ad uso principale di produzione energetica. Questo ha compromesso l’equilibrio ambientale e impedito lo sviluppo di altre attività.

TURISMO: la presenza di grandi impianti industriali, e in particolare di una centrale a carbone lungo la costa sud, ha trasformato la vocazione del nostro territorio e impedito ogni sviluppo turistico.

“Questo è sotto gli occhi di tutti, e a noi non piace per niente”, concludono i No al carbone.

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