
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano promette querele nei confronti dell’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri (a processo con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, nell’ambito dell’inchiesta Codice Interno coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari) e di tutti coloro che “propaleranno come vere le sue calunnie”: il riferimento è alle dichiarazioni rese da Olivieri nel corso dell’esame dell’imputato tenutosi a porte chiuse nell’udienza di ieri, 12 febbraio, dinnanzi al Giudice Giuseppe De Salvatore.
L’ex consigliere, ricostruendo gli accordi presi durante i mesi precedenti alle comunali baresi del 2019, ha affermato di aver stretto un patto politico con Emiliano per indebolire il centrodestra nelle primarie.
Il progetto sarebbe consistito nel portare più voti possibili per Pasquale Di Rella, candidato poi vincente alle primarie del centrodestra, in modo da rendere più semplice la vittoria alle amministrative per il sindaco uscente Antonio Decaro, infine eletto con oltre il 66% dei voti. In seguito, i candidati eletti nelle liste civiche che sostennero Di Rella sarebbero dovuti passare con il centrosinistra. Cosa che in affetti, indipendentemente dal fatto che fosse frutto di un accordo, avvenne: a farlo fu la stessa Maria Carmen Lorusso, moglie di Giacomo Olivieri e anche lei imputata nel processo Codice Interno.
In proposito, Emiliano, definendo Olivieri “un uomo disperato che sta affogando nella sua stessa ignominia” ha commentato: “Vedo che il centrodestra barese continua a servirsi delle bugie di un criminale reo confesso che loro stessi hanno reclutato nella loro coalizione, dando credito ad una storiella ridicola, quella della trappola elettorale che fu costruita, invece, da Sisto e Dattis come è a tutti noto. Nel 2019 il centrodestra era convinto di vincere grazie alla candidatura di Pasquale Di Rella, che veniva dal PD, sostenuta da Olivieri e Canonico e ricordo ancora che quando mi incontravano per strada mi dicevano che per Decaro era finita. Tutti immaginavano invece che a causa della loro incapacità il centro destra avrebbe perso di nuovo le elezioni. È la stessa incapacità che gli ha fatto credere di poter convincere i baresi a fargli vincere le elezioni con la favoletta, poi finita nel nulla, dello scioglimento per mafia dell’amministrazione comunale di Antonio Decaro”.
Olivieri, arrestato lo scorso 26 febbraio e detenuto nella casa circondariale di Lanciano in regime di alta sorveglianza (malgrado i tentativi dei suoi difensori di fargli ottenere un trattamento carcerario meno duro), per la DDA avrebbe comprato i voti dei clan Parisi, Strisciuglio e Montani di Bari per favorire l’elezione della moglie al consiglio comunale: nel corso dell’esame di ieri ha ammesso di aver dato soldi, buoni pasto e buoni benzina ai suoi collaboratori della campagna elettorale (e per questo ha chiesto “scusa alla città di Bari”), negando però di ignorare i legami con i clan mafiosi di alcuni delle sue persone di fiducia.
Marina Poci