Dall’ex assessore al Teatro, Francesca Scatigno, riceviamo e pubblichiamo il seguente intervento.
Apprendo dagli organi di stampa ,che ci sarebbe da parte dell’Amministrazione Comunale,gestita dal Commissario Giuffrè, una volonta’ a chiudere i battenti della Fondazione che attualmente si occupa del Teatro Verdi. Partendo dal pressuposto, che una politica di contenimento dei costi nella gestione della cosa pubblica, fatta oculatamente, può solo essere positiva se corredata da un piano di fattibilità reale. Questo percorso virtuoso è iniziato con la gestione dell’amministrazione Carluccio, penso agli atti di indirizzo ed alle delibere di giunta per la cessione del patrimonio immobiliare ,e al contenimento dei costi sulla gestione della Fondazione.
Per la fondazione,si è proceduto a ridurre i compensi del direttore Artistico,con la disponibilità dello stesso, ed e’stata articolata una proposta di riduzione del Compenso relativo alla Dirigente, pari al 60% dello stipendio percepito,proposta non accettata dallo stesso, che ne ha determinato il suo licenziamento, con una notevole riduzione dei costi di gestione. Sono state modificate le modalità di reperimento del personale con prestazioni occasionali, necessario al funzionamento del teatro, attraverso un bando pubblico,con l’idea di affidare tutti i servizi attraverso un global service con relativa gara ,in modo da creare concorrenzialità di mercato ,alfine di interrompere il vecchio andazzo dell’affidamenti diretti..Questa procedura, avrebbe anche riguardato i costi relativi alla consulenza del lavoro e alla gestione amministrativa.
Nell’anno della mia gestione si è raggiunto il risultato notevole ed oserei dire quasi unico di avere un incasso al botteghino superiore ai costi necessari per la realizzazione del cartellone degli spettacoli,grazie all’impegno di tutti ed alla qualità delle rappresentazioni. Si era intrapreso il cammino di utilizzare il contenitore teatro, non solo come rappresentazioni teatrali, ma anche creando legami con il territorio e con tutte le realtà presenti in città, alfine di produrre spettacoli e poter accedere a finanziamenti comunitari e regionali,creando di fatto un indotto con ricadute occupazionali.
Sulla struttura si era proceduto ad individuare una razionalizzazione dell’uso del teatro alfine di ridurre i costi di gestione,penso alla possibilità di utilizzare il riscaldamento e raffreddamento a comparti ,e il relativo impianto elettrico.
Si era pensato di utilizzare gli spazi della copertura superiore con l’istallazione di pannelli solari. Non ultimo per importanza , inglobare attraverso l’ingresso del foyeur la visita agli scavi sottostanti ,in modo tale da diventare attrattiva per i turisti,oltre ad utilizzare per il periodo estivo gli spazi all’aperto del teatro per realizzare premi letterali e di arte,creando di fatto una destagionalizzazione. Insomma una politica di contenimento dei costi accompagnata ad un rilancio ed ad una diversa utilizzazione di un contenitore culturale.
Questi atti se realizzati ,con una gestione attenta ed oculata,porteranno la fondazione a diventare un fiore all’occhiello, che produce reddito e no passività. Inglobare tutto nei meandri del pubblico,con i tempi dello stesso significherebbe distruggere una bella realtà. Concludo con un pensiero rivolto agli attuali dipendenti ,che vanno salvaguardati ,perché hanno le professionalità e le capacità acquisite negli anni ,che sono un patrimonio per tutti e che nessuno può permettersi di cancellare.
Francesca Scatigno