La magia dei libri, e dell’amicizia

“Se non fosse stata una storia vera, qualcuno avrebbe dovuto inventarla e scriverla.” (Simona Butò)

In un blog ispirato e dedicato all’amore per i libri non poteva e non può mancare un omaggio a uno dei più libri più incantevoli che siano stati scritti sulla passione per i libri e sulla magia multiforme che può sgorgare da un volume o talvolta persino da una pagina, da una frase, da una parola stampata.

Nel mio primo post accennai a diverse persone a me care che mi hanno regalato, o semplicemente consigliato, facendomi un dono incommensurabile, alcuni dei romanzi più belli che io abbia letto. Tra queste Dede, mia carissima effervescente amica ultraottantenne, acuta e competente lettrice, che a suggello della nostra amicizia nata in un corso di scrittura, mi regalò, con una bella dedica, “84 Charing Cross Road”.

Proprio come ha scritto Simona Butò in una bella recensione, è una storia che se non fosse stata vera avrebbe dovuto essere inventata e scritta. La storia di una meravigliosa amicizia nata dalla passione per i libri che ha accomunato persone lontanissime fisicamente, separate addirittura da un oceano, ma vicine, vicinissime spiritualmente.

Il titolo del libro riprende un indirizzo di Londra, l’indirizzo di una libreria di Londra, “Marks & Co.”, specializzata in libri antichi usati.

Siamo nel secondo dopoguerra e la scrittrice e sceneggiatrice Helene Hanff, appassionata di letteratura inglese, da New York scrive a “Marks & Co.”:

“Gentili signori,

leggo dalla vostra inserzione sul “Saturday Review of Literature” che siete specializzati in libri fuori stampa. L’intestazione “libri antiquari” mi spaventa un poco, perché per me “antico” equivale a dispendioso. Sono una scrittrice senza soldi che ama i libri d’antiquariato, ma da queste parti è impossibile reperire le opere che desidererei avere se non in edizioni molto costose e rare, o in copie scolastiche, sudice e scribacchiate, della libreria Barnes & Noble.

Allego un elenco delle mie necessità più pressanti. Se aveste qualche copia usata decente di uno qualsiasi dei libri in elenco a non più di $ 5.00 l’uno, vi prego di considerare questa mia un ordine di acquisto e di inviarmeli.

Con i più cordiali saluti, Helene Hanff”

Da questa prima lettera della Hanff nascerà una fitta corrispondenza, e una grande amicizia, tra la scrittrice (che in seguito diventerà famosa, e meno squattrinata, sceneggiando la fortunata serie “Ellery Queen”) e gli impiegati della libreria, in particolare l’inappuntabile Frank Doel. E proprio questa corrispondenza Helene Hanff in seguito raccolse nel volumetto “84, Charing Cross Road”, diventato ben presto un cult, anche grazie all’omonimo film di David Jones e alla magistrale interpretazione di Anne Bancroft e Anthony Hopkins.

La corrispondenza tra Helene e Frank va avanti per circa vent’anni senza che i due si incontrino mai, ma il filo che li unisce si consolida e si arricchisce sempre più divenendo esperienza umana unica e indimenticabile che ammalia ed emoziona il lettore di questo epistolario. Un legame che si rafforza forse non solo per la comune passione e il comune sentire di Helene e Frank, ma anche perché, come ha detto qualcuno, “la comunicazione a distanza permette un’analisi e un approfondimento dell’altro inimmaginabile con il contatto ravvicinato…”

In seguito non saranno soltanto i libri antichi e le lettere contenenti anticipi e resti a solcare l’oceano, ma anche uova in polvere, prosciutti e calze di nylon che la scrittrice invierà agli amici di Londra (in quegli anni gli inglesi soffrivano il razionamento successivo alla crisi postguerra) e tovaglie ricamate da un’anziana amica della moglie di Frank, ricette e foto di famiglia che il solerte impiegato di Marks & Co. invierà a New York.

Il comune amore per i libri diviene così Amicizia, Amore tra persone sensibili, amore che va al di là di ogni distanza geografica e anagrafica, amore scandito da innumerevoli lettere: estrose, frizzanti, ironiche, a volte simpaticamente corrosive quelle della stravagante Helene, impeccabili, gentili e professionali quelle del riservato e affabile Frank. Il risultato? Un gioiello di poesia, di vera umanità, di sano e rinfrancante romanticismo, di deliziosa e appagante letteratura. Pagine che fanno bene al cuore del lettore e che nemmeno il finale un po’ malinconico rende meno magiche.

In quei vent’anni Helene sogna di andare a Londra per conoscere di persona Frank e la sua famiglia e la libreria, ma riuscirà ad appagare il suo desiderio solo quando sarà troppo tardi. Il suo amico muore prematuramente e la libreria Marks & Co. chiude nel 1970, poco prima che Helene sbarchi a Londra proprio in occasione dell’uscita di “84, Charing Cross Road”.

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14 East 95th St.

New York City

25 marzo 1950

Frank Doel, che sta FACENDO laggiù, proprio un bel NULLA credo, ciondola semplicemente DA UNA SEDIA ALL’ALTRA.

Dov’è finito Leigh Hunt? e l’Oxford Verse? Dove sono finiti la Vulgata e il povero caro John Henry, pensavo che avrebbero potuto essere una lettura piacevole e confortante per la Quaresima, ma lei non mi ha inviato NULLA di NULLA.

Mi lascia qui seduta a scrivere lunghe annotazioni a margine di libri della biblioteca che non mi appartengono, un giorno o l’altro scopriranno che sono stata io e mi sorprenderanno il prestito.

Ho preso accordi con il coniglietto pasquale per farvi portare un Uovo, ma quando giungerà lì scoprirà che lei è morto di inerzia.

Con l’arrivo della primavera ho assolutamente bisogno di un libro di poesie d’amore. Ma, per favore, nessun Keats o Shelley, mi mandi dei poeti che sappiano amoreggiare senza cadere nel sentimentalismo, Wyatt o Jonson o chiunque altro, faccia a gusto suo. Mi basta un libriccino piacevole, preferibilmente abbastanza piccolo da ficcarlo nella tasca dei pantaloni e portarselo al Central Park.

Allora, non se ne stia sempre lì seduto! Vada a cercarmelo! Giuro che no capisco come quel negozio non abbia ancora chiuso i battenti.

14 East 95th St.

New York City

12 dicembre 1952

Agli “amici dell’84, Charing Cross Road”:

L’antologia degli Amatori dei Libri è uscita dal suo involucro, tutta ricoperta in pelle lavorata in oro, con le pagine ornate anch’esse d’oro, credo proprio sia il più bel libro che possiedo, compresa la prima edizione di Newman. Sembra troppo nuovo e intatto per essere mai stato letto da qualcuno, pure deve essere così: continua ad aprirsi nei punti più deliziosi, il fantasma del precedente proprietario mi fa notare cose che non avevo mai letto prima. Come la descrizione di Tristram Shandy dell’incredibile biblioteca del padre che “contiene tutti i libri e trattati che siano mai stati scritti a proposito di nasi grossi” (Frank! Cerchi di scovarmi un “Tristram Shandy”!).

Penso che sia uno scambio di regali natalizi assolutamente impari. Voi, in una settimana, vi mangerete il vostro fino all’ultima briciola, tanto che per Capodanno non vi sarà rimasto più nulla da poter mostrare. Io invece conserverò il mio fino al giorno della mia morte – e morirò felice per la consapevolezza che lo starò lasciando a qualcun altro che potrà amarlo. Lo riempirò tutto di leggeri segni a matita per indicare i passaggi migliori a qualche amatore di libri non ancora nato.

Grazie a tutti. Felice Anno Nuovo.

Helene

Michele Bombacigno