Clara Nubile e i suoi dieci libri preferiti

Puglia terra di scrittori, scrivevo nell’ultimo post, nel quale vi parlavo di Omar Di Monopoli e del suo bellissimo romanzo Uomini e cani. E a tal proposito vi voglio innanzitutto segnalare un preziosissimo volume edito dalla casa editrice Progedit nel 2010: Letteratura del Novecento in Puglia 1970-2008.

Un’opera monumentale, curata impeccabilmente da Ettore Catalano, ordinario di Letteratura presso l’Università del Salento, nonché critico, autore e regista teatrale e ormai quasi nume tutelare della produzione letteraria, ormai copiosa, della Terra di Brindisi, in virtù di un’appassionata e instancabile attività di promozione e valorizzazione degli scrittori locali.

Si tratta di un’opera che costituisce una puntigliosa, minuziosa e aggiornata ricerca sulla produzione letteraria pugliese dal 1970 al 2008, risultato di un lavoro condotto da importanti studiosi di docenti universitari e critici tra i quali anche Mimmo Tardio, scrittore e poeta nato a Francavilla Fontana ma ormai brindisino d’adozione, anch’egli, tra l’altro, attivissimo sul territorio con la sua attività di formazione (seguitissimi, da anni, i suoi corsi di scrittura) e di impulso (diversi dei suoi allievi – di tutte le età – hanno pubblicato con risultati spesso apprezzabili). L’opera può costituire per ciascuno di noi una fonte pressoché inesauribile di segnalazioni di poeti e scrittori della nostra bella regione, anche se lo stesso prof. Catalano chiarisce che si tratta, nonostante la notevolissima mole (552 pagine), solo di un “provvisorio, ma indispensabile punto di partenza per comprendere meglio la tradizione della letteratura contemporanea pugliese”.

Impossibile, naturalmente, citare in questa sede tutti gli scrittori recensiti nel volume, ma ci sarà modo e tempo, spero, per parlare di molti di loro. Senza far torto a nessuno, credo però di poter dire che uno dei nomi più importanti sia quello di Clara Nubile.

Clara Nubile è nata a Brindisi. Traduttrice di professione (sua, tra le tante, la traduzione in italiano del celeberrimo Vita di Pi), si definisce “scrittrice per caso, e nomade per vocazione”. Fino a diciotto anni è vissuta a Tuturano, poi si trasferita al Nord e ha conseguito la laurea in Traduzione presso l’Università di Bologna. Vive attualmente tra Ravenna e Bombay. Dopo il bellissimo romanzo d’esordio Io ti attacco nel sangue (2005), ha pubblicato l’altro romanzo Lupo (2007) e la raccolta di racconti Tabaccherie orientali (2010). Infine nel 2012 il romanzo Tu come tutto quello che tocchi, edito da Bompiani.

Quest’ultima opera ha meritato le lusinghiere recensioni delle più importanti testate nazionali (tra le altre, “Il Corriere della Sera”, “Repubblica” e “Il Riformista”). Romanzo “potente e sfolgorante” ha detto Benedetta Marietti, e Omar Di Monopoli lo ha definito romanzo “splendido”. Come detto, Clara si definisce “scrittrice per caso”… Ebbene, sarà forse anche una scrittrice per caso, ma Clara è soprattutto una grande scrittrice. Ettore Catalano nell’introduzione a Letteratura del Novecento in Puglia la definisce “giovane e dotatissima” e, parlando del romanzo d’esordio, giudicato, al pari del secondo, “di straordinaria intensità”, scrive di “una prosa ricca, barocca e cruenta che lascia il segno come un morso nelle carni o come l’emicrania che tormenta la protagonista.”

Ancora, sempre Ettore Catalano, parlando di Tutto come tutto quello che tocchi – romanzo duro, una “storia di mafia, terra e amore” come la definisce la stessa autrice, che narra, affidando il racconto a più voci, di una Brindisi, quella degli anni Ottanta, quella livida e invivibile degli anni bui di “Marlboro City” e della Sacra Corona Unita – significativamente esalta la capacità di Clara di “rendere poetico anche l’impoetico” con parole che rendono perfettamente l’idea della scrittura di Clara. Proprio la lingua stessa è per Catalano “l’invenzione più felice del libro: una lingua ‘tattile’ che abborda gli oggetti e i sentimenti, una lingua corsara che percorre i personaggi tirando fuori dalle loro viscere attimi di lancinante crudeltà e di contratta e straziata liricità, solitudini avvelenate e tossiche nelle quali sopravvive una luce di struggente poesia.”

Anche Mimmo Tardio pone l’accento sulla lingua del romanzo, sottolineando come la “contaminazione poetica del mondo di Bodini sia una delle componenti più suggestive del romanzo” e come il romanzo spieghi “in modo sorprendente e direi naturale, più di tante analisi sociologiche e politiche, il Salento di quegli anni, quegli anni neri nei quali si faceva spregio dell’ambiente e di ogni ipotesi di sviluppo sostenibile e pulito.”

Mi piace, infine, riportare un brano assai significativo della bella recensione di Sergio Sabato, pubblicata proprio da Senzacolonne subito dopo la pubblicazione del romanzo: “Tu come tutto quello che tocchi (ed. Bompiani), l’ultima fatica letteraria di Clara Nubile, è in libreria dal primo giorno di primavera. La casa editrice è di quelle importanti, ed era ora che un marchio fuoriclasse dell’editoria si interessasse al talento della scrittrice tuturanese. È un romanzo dalle sensazioni micidiali, dove eros e thanatos si misturano fino a innescare una miscela di suggestioni che deflagrano a ogni pagina. Non è solo un libro sulla SCU, quell’epidemia di cultura mafiosa che si è insinuata come una puntura sottocutanea e che ha insanguinato le nostre contrade per lunghi anni; è piuttosto uno spaccato quasi allucinogeno di tensioni e passioni, uno scenario di sentimenti primordiali da cui – sebbene come cittadini abbiamo tentato faticosamente di prendere le distanze – da lettori di questioni umane non possiamo non sentirci ammaliati.

Chi ha avuto la fortuna di conoscere personalmente Clara Nubile continua a non capacitarsi di come, sul fondo di quell’aura placida e delicata, possa agitarsi una personalità letteraria dall’energia dirompente. E se molti tra i suoi racconti e i primi due romanzi (Io ti attacco nel sangue e Lupo) descrivono vicende coinvolgenti e aspre di un meridione arcaico e sincero, con l’ultimo lavoro l’autrice riesce a dar corpo a un sottobosco di umani tormenti e di storie distanti, provenienti da un mondo che fino ad ora si sporgeva ai nostri occhi soltanto attraverso l’analisi monca e ghiacciata delle notizie di cronaca. E parte proprio da un esame certosino delle notizie di cronaca questo romanzo, da pagine e pagine di articoli di giornale, fascicoli di processi penali, intercettazioni, notiziari di tivù locali, brandelli di informazioni raccolti e ricuciti in una narrazione dal respiro arrochito, spigoloso, quasi singhiozzante, che a tratti sfodera picchi lirici di straordinaria raffinatezza. Non esiste un vero e proprio personaggio centrale in questo libro.

Sebbene tutto sembri ruotare intorno alla figura di Dino, uno dei trenta latitanti più pericolosi della penisola, un uomo-bestia che si nasconde sotto terra o tra i rami degli alberi (“Un latitante non si ferma neanche nel sonno”), ciascun personaggio si presta a parlare in prima persona ritagliandosi via via un ruolo autonomo.” Ma Clara Nubile, come ogni grande scrittore, è anche una grande lettrice (ora mi rendo conto che era di questo che volevo parlarvi dopo un’introduzione che doveva essere breve e invece è diventata piuttosto lunga… ma il talento di Clara Nubile lo meritava, e ora perciò vado a chiudere)… Bene, dicevo, Clara è una grande lettrice e spesso, avendo la fortuna di essere suo buon amico, ho beneficiato dei suoi consigli (tra i tanti Tokio Blues, Notturno indiano e Il Bufalo della notte).

Così ho pensato di condividere con voi questa fortuna e ho chiesto a Clara di indicarmi i suoi dieci libri preferiti accompagnando i titoli con una sintetica motivazione. Li riporto e ve li propongo. Buona lettura!

I dieci libri preferiti di Clara Nubile (in ordine sparso)

ON THE ROAD di Jack Kerouac (da leggere rigorosamente in inglese). Uno spaccato generazionale, la bibbia di tanti viaggiatori alla ricerca di sé.

CENT’ANNI DI SOLITUDINE di Gabrile Garcia Marquez. Epico, magico, una narrazione che incanta e ti avvince.

GIOCHI SACRI di Vikram Chandra. L’essenza di Bombay: la mafia, il cinema, l’amore, la città così com’è.

I FIGLI DELLA MEZZANOTTE di Salman Rushdie. Difficile definire Rushdie, la sua scrittura barocca, incredibile. (Anche questo sarebbe meglio leggerlo in inglese). Gli ultimi 50 anni d’India in un romanzo.

NOTTURNO INDIANO di Antonio Tabucchi. Poetico. Uno dei più grandi scrittori italiani. Anche tutti i suoi racconti, tutti.

LA LUNA E I FALO’ di Cesare Pavese. La terra, il sangue, il nostro essere umani, le radici, la storia.

TOKYO BLUES di Haruki Murakami. Struggente, semplicemente struggente.

POESIE di Vittorio Bodini. Un must per chiunque sia nato in Puglia. Un poeta da riscoprire, diffondere, amare.

TRILOGIA DELLA CITTA’ DI K. di Agota Kristof. Magistrale. Un capolavoro sulla solitudine, la guerra, l’inutilità.

LA ZONA MORTA di Stephen King. Perché è stato uno dei primi libri che ho amato, e mi ha tanto insegnato. King resta un grande narratore.

Michele Bombacigno