Tanti modi per dire: ho un sogno

Il 28 Agosto di 50 anni fa fu il giorno di quello che doveva diventare il  famosissimo discorso di Martin Luther King Junior, tenuto a Washingthon dopo a conclusione dell’ennesima marcia per i diritti umani nei convulsionati “States” di quei primi anni ’60.

Ad ispirare a M.L. King quel passaggio del “I have a dream” fu la cantante Mahalia Jackson, che aveva gia` sentito parlare altre volte King di quel sogno e gli grido’ dalla platea: “Martin racconta loro del tuo sogno”… e lui improvviso’.

In molti hanno naturalmente, e giustamente,  scritto in questi giorni di ricorrenza pagine e pagine su quel discorso, su quella frase, su quell’unomo, su quell’epoca. Io ho solo voluto “postare”  sul mio diario Fb quella sua foto, e qualche amico ha voluto commentarla. E visto che, come in altre occasioni ho gia’spiegato, scrivere un commento su Fb e’come starlo gridando sul palco di una piazza pubblica, trascrivo letteralmente quei pochi, ma certo interessanti commenti dei miei amici.

 Wanka Cunsolo: I have a dream, parole famose da un gran’uomo!

Gianfranco Perri:  Certo… e magari non l´avrebbe sognato neanche lui che prima di 50 anni da quel giorno gli USA avrebbero avuto un presidente nero. Mai porre limiti ai sogni!

Adolfo Maffei: I had a dream.

Wanka Cunsolo: Adolfo, you had a dream? Ma cosa e’ successo, lo hai perso ?

Gianfranco Perri: … forse si è solo svegliato… tutti abbiamo avuto “sogni” spesso interrotti dal risveglio, ma l’importante è continuare ad averne di nuovi sempre, magari un pò più piccoli, ma sempre…

Adolfo Maffei: My generation had the same dreams that Luther King was talking about. I lose that generation and that dreams. In the same, slow, long time. Ascolta qualche canzone di Bob Dylan o di Iean Baetz, scaricati Eve of distruction di Barry McGuire (non molti lo conoscono) e scoprirai quanto sono attuali quelle parole: “The estearn world is exploding…”., “Hate your next door neighbour, but not forget to say Grace”. La mia generazione si è limitata a sognare pace, fratellanza, uguaglianza, giustizia sociale. Ma non ha saputo lottare oper conquistarli, non abbastanza. Salutami la tua mamma, grande brindisina.

Gianfranco Perri: Caro Adolfo, pace, fratellanza, ugualianza e giustizia sociale, sono conquiste enormi e naturalmente irrinunciabili che certamente non dovrebbero essere solo relegate tra “i sogni di gioventu”, ma i sogni sono il motore propulsore dell’umanita’. Spero che anche tra i giovani di questa e sopratutto delle prossime generazioni, si “risveglino quei sogni” e spero che loro riescano a fare passi in avanti piu’ lunghi di quelli della tua e della mia generazione. Pero’ io credo che di passi ne abbiamo fatti, dal 63 ad oggi, qualcosa e’ migliorato, anche se su qualche altro fronte l’umanita’ ha ceduto. Il percorso dell’ evoluzione dell’umanita’ si e’ sempre rivelato accidentato e mai liniare, ma credo proprio che sulla scala globale del tempo la tendenza sia decisamente positiva e che le prossime generazioni vivranno in un mondo migliore, cosi come noi abbiamo vissuto in un mondo migliore di quello dei nostri padri e nonni.

Adolfo Maffei: Sottoscrivo e mi compiaccio (ma non mi meraviglio, avendoti conosciuto di persona) del tuo ottimistico “sguardo lungo”. Ma resto deluso della mia generazione (pochi anni fra me e te, Gianfranco, sono tanti in una generazione): avremmo potuto lasciare un’impronta strutturale permanente, concretizzare almeno uno dei “sogni” così da non parlarne più. Che so: sconfiggere per sempre il razzismo, giusto l’incipit di questa conversazione e la relativa foto-icona. E invece continuiamo a sperare…

GIANFRANCO PERRI