Io e Ciccio Riccio, in sella ai cavalli di battaglia

13 NOVEMBRE 2013 guardo su Facebook che ormai è entrato a far parte della mia personalissima “Rassegna stampa” mattutina e vedo che sono passati 30 anni da quando Ciccio Riccio colora la vita dei pugliesi (in ogni parte del Mondo, ora) e non solo (sono tanti i turisti che ci ascoltano in vacanza!), Tempo di bilanci? Noooo, Tempo di ricordi? Nemmeno. Io vivo “Ciccioriccio” da “appena” 15 anni, vi racconterei una storia ma non sarebbe esaustiva.
Vi parlo del presente: di me e di Ciccioriccio oggi, nel 2013.

Intanto vi dico che per me è una terapia. Una valvola di sfogo. Una opportunità per mettere colore nella mia vita. E dove c’è musica, c’è sempre gioia. Da quasi sempre occupo una fascia oraria, dalle 13 alle 15, e , da sempre, ormai, mi dedico a I CAVALLI DI BATTAGLIA: i grandi successi degli artisti più amati, ma del secolo scorso, sino al 1999. Questa è la parentesi temporale.
Si ascolta di tutto: da Albano ai Police, da Le Orme agli Eagles, senza snobismi musicali. Un bel minestrone, all’ora di pranzo, che si può ascoltare con curiosità e naturalmente senza pregiudizi. Ho, quindi, avuto il piacere di “conoscere” gli affezionati ascoltatori e di sentirli tutti i giorni: contadini, giudici, operai, commesse, impiegati, avvocati, casalinghe, disoccupati, emigranti e tutta una varia e straordinaria umanità. Giovani e meno giovani. Un programma davvero trasversale. Un programma che può sembrare un po’ “ruffiano” ma non nelle intenzioni. Giuro. Ho scoperto il piacere di regalare 4 minuti ad una persona sconosciuta e di farla felice. E mi piace. Mi piace perché da una canzone, soprattutto “datata”, emergono ricordi, immagini, profumi e, mi auguro, una “piacevole” nostalgia.
Non sono davvero il tipo di persona che ama percorrere la via più semplice.

Mi piacciono i percorsi un po’ tortuosi. Io a Ciccioriccio sono entrato di notte: ero uno del gruppo di “Radiazioni”. Rock elettronico, al mercoledì sera. I miei compagni di viaggio erano, e lo sono da sempre, Camillo Fasulo, Gabriellina e Marco Greco, per intenderci. Con loro ho avuto il piacere di condividere e di conoscere la musica. Non ho preso le distanze, la musica di Radiazioni la amo e la amerò sempre. Ho cercato di virare verso la gente, di accontentare quanta più gente possibile. La nicchia, l’ho capito, mi stava stretta. Ho voluto fare di questa passione, la mia missione: “accarezzare” più cuori della gente.

Ampliare il raggio d’azione. Da lì, il mio amico-editore Mino Molfetta, ha acconsentito a creare un’altra mia creatura “Ciccioriccio in Love”: musica d’amore la domenica pomeriggio. Parlando con i trentenni ho scoperto che molti di loro “conservano” gelosamente alcune “cassette audio” del programma con le dediche d’amore. Così come “Ciccioriccio in Love”, anche “I cavalli di battaglia” hanno una matrice fortemente POP. E mi piace. Ma poi vira, sorprendentemente, verso Guccini, De Andrè, si accosta alle anime “ruvide” di chi ama i cantautori ma anche il rock, le ballads e Pink Floyd, Beatles ma anche, in fondo, Raffaella Carrà. Mino Molfetta ha avuto coraggio a far suoi questi due progetti. Parlavo d’amore in “Ciccio riccio in love” ma sempre con disincanto, e tutto, alla fine, non risultava né melenso nè stucchevole. Con i Cavalli di battaglia, lo stesso: l’equidistanza dalle canzoni, non ne fanno un programma Trash ma, forse, più CAMP.

Devo ammetterlo, anche con un po’ di timore di essere frainteso, che la differenza, tra Ciccioriccio e altre emittenti sta proprio in questo. La musica adulta (così si chiama) l’hanno sposata tutti, oggi. Tutte le radio. Si è capito che “fa mercato”, che “fa numeri”. Ti capita di ascoltare “Luna” di Gianni Togni anche da quelle frequenze radiofoniche che, fino a ieri, snobbavano Ciccioriccio, per il suo essere popolare, di arrivare al cuore della gente. Ma c’è una sottile differenza. Mentre, altrove, lo snobismo è rimasto e alberga nelle scelte editoriali opportunistiche, qui, a Ciccioriccio la musica per adulti, suona meglio, all’unisono con gli ascoltatori. Tra speaker e ascoltatore. Senza fratture. Con fluidità, con leggerezza, quasi familiarità, sebbene, vi sia, dietro, ogni giorno, un grande lavoro e un grande impegno, da sempre… da trent’anni!

Marcello Biscosi