Le buone maniere e l’educazione, anche in versione “basic” , ritengo siano veramente quasi scomparendo.
Ogni giorno, ormai, mi rendo conto che parole come “buongiorno”, “buonasera” e soprattutto “grazie”, alcuni tipi di ragazzi non li pronuncino più. Si è perso il valore del sorriso e le buone regole del saper vivere in maniera civile. Sarà sfigato, dire “buongiorno”?, Ringraziare è out?
Io sono stato educato bene: sfilo il guanto se devo dare la mano, tolgo il cappello se entro in un luogo chiuso, e pronuncio, anche con entusiasmo, entrando nei negozi (o uscendo) la parola magica “buongiorno” o “buonasera”. A volte, non ottenendo alcuna risposta.
Sono un alfiere del saluto e dei ringraziamenti. Basta poco. Sono un segno di rispetto e di educazione. Rispetto ed educazione: questi sconosciuti.
Ci resto male se nessuno risponde ai miei saluti con lo stesso entusiasmo, sono una persona all’antica, non ci posso fare nulla: all’inizio avevo pensato che non ottenevo risposta perché non pronunciavo le “magiche parole” con il volume di voce giusto, coperto dal rumore di macchine del caffè, del vociare o della musica proveniente da una radio.
Entravo in un bar e al mio “buongiorno”, in alcuni giorni e in alcuni luoghi, non ho ottenuto risposta. Perfetto, alzo il volume e quasi da tenore auguro il mio “Buongiorno!”. Uno sguardo allucinato dal bancone del bar. Quasi colta di sorpresa, o spaventata, la ragazza al bar mi guarda come se avessi detto una parola sconosciuta. Ho gridato il mio saluto e ho ottenuto un timido “buongiorno” come risposta, tra l’incredulo e il terrore puro.
Chiedo il mio caffè (non uso il verbo ordinare ma chiedere), lo bevo leggendo una pagina di un quotidiano, non oso nemmeno avviare una conversazione con la ragazza del bar che si guarda le unghie appena decorate e laccate con soddisfazione, e dico “grazie e buongiorno”, uscendo. Silenzio. Ripeto il saluto, arrivando alla porta del bar. Stavolta con volume più alto. “Grazie e buongiorno”!. Mi salutano tutti, presi di soprassalto, ma è come se mi mandassero tutti affanculo! Hanno lo stesso tono e la stessa violenza nel pronunciare “Buongiorno” ma in realtà avrebbero voluto mandarmi a quel paese…
Sono soddisfazioni, sapete? Scambiare un sorriso con un passante senza rischiare “cce cazzu sta riti”, pronunciare un saluto e dire “grazie”, quando è il caso, senza rischiare di trovare un muro di silenzio: io mi ostino a farlo. Sono una persona fatta così: e avverto che non sono una rarità. Ce ne sono tante altre di persone come me. Ma si nascondono, evidentemente. da qualche parte: si riuniscono nelle cantine, forse, nei rifugi antiatomici, ma ci sono, lo sento: non credo siano ritornati su Marte, vivono e sorridono e salutano e ringraziano qui tra di noi, sono tra noi. E io non perdo le speranze di incontrarli.
Marcello Biscosi