
Una passione per la popstar Madonna, nata all’asilo, che nel 2013 diventa argomento di tesi di laurea. E una tesi di laurea che diventa un libro, pubblicato nel giugno 2019 da Edizioni Virgilio, e che, appena edito, su Amazon si colloca tra il primo e il secondo posto nella categoria “novità pop”, arrivando a conquistare lettori persino negli Stati Uniti e in Colombia.
Possiamo sintetizzarla così, la storia di Ludovico De Bonis, trentasettenne mesagnese autore di “Madonna – Il cuore ribelle che ha rivoluzionato la musica pop”, laureato in Scienze della Comunicazione all’Unisalento e poi in Industria culturale e comunicazione digitale alla Sapienza di Roma, con un Master in Marketing, management e comunicazione della musica.
Nella stanza che utilizza come studio, Ludovico De Bonis ha costruito un vero e proprio tempio al personaggio protagonista del suo libro: più di 1750 pezzi (acquistati nelle rivendite specializzate, sui siti internet, dai collezionisti, ai mercatini) tra cd, vinili, dvd, blu-ray, riviste, libri, addirittura cartonati, che ripercorrono tutta la storia artistica di Madonna.
Di ogni album conserva tutte le edizioni, provenienti da ogni parte del mondo. Il pezzo più costoso, valutato da alcuni tra gli 800 e i 1200 euro, è un cofanetto edito in Giappone nel 1996, contenente 40 cd singoli in formato tre pollici: una rarità persino tra i collezionisti più accaniti, che restituisce la misura del suo genuino amore per Lady Ciccone.
“Un ragazzo che vive in Colombia ha acquistato il mio saggio. Condivide la mia passione per Madonna e mi ha scritto un messaggio per complimentarsi con la mia analisi del fenomeno dei fandom e di questa protagonista storica della musica pop mondiale”.
Cosa rende Madonna un personaggio storico, secondo te?
“Ci sono due caratteristiche che distinguono Madonna dalle altre stelle del pop, caratteristiche che me la fanno amare non soltanto come artista, ma anche come essere umano: per prima cosa, un uso non esclusivamente promozionale dei social network. Lady Ciccone utilizza le piattaforme anche per condividere con noi fan la sua quotidianità, la sua dimensione di madre, di compagna, di donna ormai sessantenne alle prese con un fisico che cambia. Non potrò mai dimenticare che qualche tempo fa si è fatta fotografare in bikini e ha postato l’immagine, mostrando a tutto il mondo le imperfezioni del suo corpo ed esponendosi al giudizio, spesso anche poco gentile, dei cosiddetti haters. E pochi giorni fa si è fatta riprendere mentre saliva le scale aiutandosi con un bastone, per un problema al ginocchio che l’ha costretta ad annullare alcuni concerti. In secondo luogo, ciò che rende storica Madonna è l’importanza delle battaglie politiche che ha sostenuto in prima persona, pagando spesso con la censura le sue idee non conformi a quelle della massa”.
Come nasce l’idea della tesi e come sei arrivato alla pubblicazione del libro?
“Durante una lezione di Teoria e analisi delle audience, tenuta dalla professoressa Romana Andò, che poi sarebbe diventata la mia relatrice, ci siamo soffermati sulle caratteristiche dei fan, che nell’immaginario collettivo sono visti come persone squilibrate, incapaci di distinguere realtà e finzione, socialmente emarginate, asessuate, immature. Sono rimasto meravigliato, perché non mi sono riconosciuto in questa descrizione. Così ho deciso, da fan di Madonna, di approfondire nella mia tesi il concetto di fandom, prima in maniera generale e poi soffermandomi sugli ammiratori di Madonna, cercando di coinvolgerli, attraverso interviste, nell’analisi dell’identità di Lady Ciccone come performer artist e come simbolo della cultura popolare degli ultimi decenni. Dopodiché, un mio amico che lavora come editor ha proposto la tesi alla casa editrice Virgilio. L’ho aggiornata ad aprile 2019, data di uscita dell’ultimo album, Madame X, e ho pubblicato il libro, che si può acquistare su Amazon, ma anche ordinare presso le edicole e le librerie”.
Chiacchierando con Ludovico De Bonis, è immediatamente chiaro che la disamina sociologica del fenomeno, condotta dalla prospettiva dell’analista della comunicazione, non è affatto adulterata, né minimamente appannata, dal sentimento di chi, sin da quando aveva quattro anni, ha sviluppato per Lady Ciccone un’autentica passione. Convivono in lui, con misurato equilibrio, la dimensione del fan e quella dello studioso, che mai si sovrappongono e mai si mescolano. Ludovico De Bonis smentisce molti dei cliché che caratterizzano la narrazione consueta del fan come tifoso irrazionale ed isterico, tanto che il metodo scientifico con cui si approccia alla storia artistica di Madonna e del suo fandom rende l’opera godibile non soltanto per i fan della cantante, ma anche per chi voglia accostarsi con curiosità ad una icona pop che, a quasi quarant’anni dall’uscita del primo album, è ancora capace di stupire.
“Una cosa è il fan, un’altra è lo studioso. Io ho avuto la fortuna di poter scrivere un libro osservando il mio idolo da tutte e due queste ottiche e sono molto soddisfatto del risultato che alla fine è venuto fuori”.
Il tuo libro ha come sottotitolo “Il cuore ribelle che ha rivoluzionato la musica pop”: se dovessi descrivere questa rivoluzione, quali parole useresti?
“Resistenza ed evasione. Madonna si batte da anni per resistere alla cultura di massa. Quando ancora le donne non parlavano esplicitamente di sesso, per esempio, ha sdoganato concetti come il toy boy e la ricerca del piacere femminile. Ha combattuto per l’accettazione sociale delle minoranze, affrontando un intero tour al fianco di ballerini sieropositivi ed omosessuali. Ha scavalcato il confine tra sacro e profano. Il tutto senza perdere la dimensione coinvolgente e innovatrice della performer artist. Ogni suo concerto è uno spettacolo di canto, danza, scenografia, al centro del quale c’è una donna che non ha paura di mostrarsi per quello che è. Ecco in cosa consiste la sua rivoluzione, nell’unire l’aspetto della resistenza a quello dell’evasione, senza che l’uno prevalga sull’altro”.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
“Innanzitutto, sono in attesa della pubblicazione del bando di concorso ordinario per accedere all’insegnamento (per la classe di concorso “Teoria e tecnica della comunicazione”): mi piacerebbe mettere a disposizione dei ragazzi quello che ho imparato all’università e che ho approfondito successivamente, lavorando come critico televisivo e musicale, giornalista, analista della comunicazione e curatore di pubbliche relazioni. Poi…”, esita, come a proteggere scaramanticamente il sogno che sta per confidare, “Poi sto facendo tradurre il libro in inglese: uno dei produttori di Madonna, del quale per discrezione non faccio il nome, l’ha letto e l’ha apprezzato, così mi ha consigliato di provare a proporlo anche fuori dall’Italia”.
Certamente il bimbo di quattro anni che nel settembre del 1987 si emozionava davanti alla tv, mentre guardava Madonna esibirsi dal palco di Torino (il famoso concerto del “Ciao, Italia! Siete pronti? Siete caldi?”), non poteva immaginare che a causa della sua passione infantile sarebbe diventato un autorevole punto di riferimento mondiale per collezionisti e appassionati. “Dicono che io sia in grado di prevedere la scaletta dei concerti di Madonna”, svela, abbozzando timidamente un sorriso”, “e spesso mi capita di dare consigli a chi vuole acquistare materiale su di lei. In questo campo, se non sei attento e competente, la truffa è dietro l’angolo”.
Allora, adesso che sei così noto nel mondo, non resta che presentare il libro a Mesagne, dove ti conoscono in pochi…
“Con una passione così internazionale, non mi sono mai sentito troppo legato al territorio. Sin da piccolo, sono stato abituato a pensare che l’unica barriera che esiste è il limite del nostro pensiero. Però certamente mi piacerebbe essere conosciuto anche nel mio paese. Anzi, me lo pongo come obiettivo di questo 2020 appena iniziato!”.