Mesagne: voto unanime del Consiglio per la cittadinanza alla Segre

Lo scorso 30 dicembre, il Consiglio comunale di Mesagne ha votato per l’attribuzione della cittadinanza onoraria a Liliana Segre, sopravvissuta all’orrore dei campi di concentramento di Auschwitz. “Si tratta di uno dei simboli assoluti del coraggio che può sconfiggere la violenza. Coltivare la memoria, come il bene più prezioso, serve a rifuggire dagli errori del passato e a difendere la democrazia. Con questo spirito, tenendo conto delle prerogative attribuitemi dal Regolamento comunale e acquisito il parere del presidente del Consiglio comunale, Omar Ture, abbiamo definito la formalizzazione della proposta approvata all’unanimità”, ha spiegato il sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, che aveva comunicato l’intenzione di avviare l’iter per il significativo conferimento circa un mese fa. Con una nota a firma congiunta del primo cittadino e del presidente del Consiglio comunale, si è provveduto ad informare la Senatrice a vita della deliberazione; si attendono sue indicazioni per preparare la cerimonia nel corso di una seduta straordinaria di Consiglio. “Nel 1943, il padre Alberto cercò di scappare in Svizzera con Liliana, 13 anni: furono rimandati indietro dai gendarmi svizzeri. Nel gennaio 1944, consegnati alle SS, i Segre furono deportati in Germania. Liliana venne internata a Birkenau-Auschwitz, nella sezione femminile che contava 600mila donne. Liberata nell’aprile del 1945, era tra i 25 dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni sopravvissuti”, ha ricordato l’assessore ai Servizi sociali, Anna Maria Scalera, nella relazione presentata in Consiglio. Liliana Segre – testimone vivente dell’Olocausto alla quale è stata assegnata una scorta di protezione personale per le minacce ricevute – è da tempo bersaglio di insulti sui social. Questo preoccupante fenomeno l’ha portata ad essere prima firmataria al Senato per la creazione di una Commissione parlamentare “per il contrasto ai fenomeni dell’intolleranza, del razzismo, dell’antisemitismo e dell’istigazione all’odio e alla violenza”.