Torna Mary Poppins ed è come se non fosse mai andata via

Dell’inizio di un nuovo anno poche sono le certezze, una di queste è la Disney, che nonostante la scomparsa di chi l’ha resa grande, continua a regalare sogni a ai più piccoli ma anche a chi non lo è più e vorrebbe esserlo.
Se 54 anni fa i bambini di tutto il mondo avevano sognato di avere una tata che li facesse ballare con dei cartoni animati o che aiutasse a mettere in ordine a suon di schiocco di dita, Mary Poppins divenne un simbolo e le sue canzoni la colonna sonora dell’infanzia di molti piccoli sognatori.
A distanza di mezzo secolo dunque, il vento soffia ancora riportandola nella vita delle nuove leve della famiglia Banks, i tre figli di quello che nel primo film era Michael Banks ormai cresciuto, vedovo con una montagna di debiti da estinguere e un’ipoteca sulla vecchia casa di famiglia in Viale dei Ciliegi numero 17.
La tata più famosa del mondo sembra arrivare al momento giusto ad occuparsi “come la prima volta, dei piccoli Banks, poco inclini a sognare e a lasciarsi andare alla magia della loro immaginazione che dopo la scomparsa dell’amata mamma e moglie di Michael ha lasciato spazio alla razionalità e una precoce maturità.
Ma le cose cambiano, anche ciò che è impossibile può diventare possibile quando ci si crede, i tre fratelli impareranno che un pizzico di fantasia può risolvere anche i problemi apparentemente più insormontabili.
“Il ritorno di Mary Poppins” è un sequel che profuma di remake, con una assoluta fedeltà al personaggio che anni fa era stato portato sugli schermi da Julie Andrews che passa lo scettro a una eclettica e inglesissima Emily Blunt, che accetta la difficile sfida con risultati più che buoni.
Storia diversa, stesse modalità, con scene spesso riprese dal vecchio film e piccoli particolari che magistralmente vengono inseriti qua e la per dare continuità. Gli spazzacamini si trasformano in acciarini, gli attori cambiano ma il senso di magia sembra essere rimasto invariato nel tempo.
L’idea di “copia” infatti non disturba, ci si lascia invece conquistare dalle meravigliose musiche di Marc Shaiman e dai pittoreschi costumi di Sandy Powell. E come sempre, ci si lascia andare al senso più ampio e profondo della storia, che parla di amicizia e famiglia, di come la fortuna aiuti chi è più audace e fiducioso e, diciamoci la verità, fa sognare anche gli ex bambini che si vedono sorridere in sala insieme ai loro figli.
Molte le presenze illustri nella pellicola, fra le quali troviamo una Maryl Streep che non ne sbaglia una, Colin Firth nei panni del direttore bancario ma soprattutto due comparse d’eccezione: un anzianissimo ma non meno agile Dick Van Dyke – famosissimo spazzacamino nel film del 1964, che insieme a Mary Poppins aveva dominato la scena –, questa volta in un ruolo adatto ai suoi 90 anni e una Angela Lansbury nei panni della signora dei palloncini che appare nel finale a sancire il “vissero felici e contenti”.
Questa volta la porta che si apre dice a Mary che il suo lavoro è terminato, se il vento londinese soffierà ancora come deve, forse la rivedremo.