Un presunta associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti nei comuni di Taranto, Ginosa, Laterza, Montescaglioso (Matera) e Molinella (Bologna) è stata smantellata dai Carabinieri che hanno dato esecuzione a 13 ordinanze di custodia cautelare (10 in carcere e 3 ai domiciliari) firmate dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce su richiesta del pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia Milto Stefano De Nozza.
Due degli indagati rispondono anche di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, in quanto avrebbero reclutato braccianti agricoli magrebini, romeni e italiani sottoponendoli a sfruttamento e a condizioni di lavoro degradanti.
I Carabinieri hanno notificato i provvedimenti restrittivi nelle province di Taranto, Bari, Foggia e Bologna.
L’indagine, avviata nel ottobre del 2022, ha consentito di individuare e disarticolare un presunto sodalizio finalizzato al traffico di sostanze stupefacenti (cocaina, eroina, hascisc e marijuana), delineandone ruoli e compiti dei singoli sodali, attiva dalla fase di approvvigionamento sino alla gestione delle piazze di spaccio.
Durante l’attività investigativa, i militari hanno rinvenuto e sequestrato anche un chilo di droga, tra cocaina e eroina. Quanto al filone d’indagine sul caporalato, è emerso che i braccianti, impiegati senza il diritto del turno di riposo settimanale su terreni di diverse aziende agricole della provincia ionica, sarebbero stati ingaggiati senza regolare contratto di lavoro e sarebbero stati costretti a prestare la loro opera in assenza delle elementari norme igienico-sanitarie. Gli stessi avrebbero inoltre ricevuto una retribuzione nettamente inferiore a quella prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro. Addirittura, parte della retribuzione, in alcuni casi, sarebbe stata corrisposta mediante cessione di sostanze stupefacenti. In altri casi il lavoro nero veniva imposto per saldare debiti accumulati dall’acquisto di droga.
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