Un libro alla settimana: 1984 di George Orwell, un futuro che è già passato

Quando ho iniziato a leggere il romanzo di George Orwell, 1984, volutamente ho evitato di informarmi prima sulla storia, sulle circostanze e le motivazioni che l’avevano ispirata. Non ho letto la prefazione, né le notizie riguardanti il contesto storico-culturale che l’avevano generata.

Mi ci sono immersa priva di qualunque preparazione in vista di un esame all’università. E forse per questo il suo messaggio mi è giunto forte e chiaro, in tutta la sua forza dirompente.

E’ così che ho capito il concetto di “intellettuale veggente”, capace di osservare, analizzare una situazione storica, individuarne gli elementi portanti e proiettarli, moltiplicati in modo esponenziale, nel futuro. Un futuro considerato abbastanza lontano dall’autore, e forse troppo vicino a noi al punto da trasformarsi già in passato.

George Orwell, pubblicò il romanzo nel 1949 ma aveva iniziato a scriverlo nel 1948, anno da cui deriva il titolo, 1984, ottenuto appunto dall’inversione delle ultime due cifre.

L’ho scoperto solo a romanzo quasi terminato e, sulle prime, non ho voluto crederci: mi sembrava parlasse di una realtà molto più recente, nella quale un Grande Occhio e un Grande Orecchio carpiscono ogni informazione per riuscire a condizionarla.

“Era una luminosa e fredda giornata d’aprile, e gli orologi battevano tredici colpi. Winston Smith, tentando di evitare le terribili raffiche di vento col mento affondato nel petto, scivolò in fretta dietro le porte di vetro degli Appartamenti Vittoria: non così in fretta tuttavia, da impedire che una folata di polvere sabbiosa entrasse con lui.
L’ingresso emanava un lezzo di cavolo bollito e di vecchi e logori stoini. A una delle estremità era attaccato un manifesto a colori, troppo grande per poter essere messo all’interno.


Vi era raffigurato solo un volto enorme, grande più di un metro, il volto di un uomo di circa quarantacinque anni, con folti baffi neri e lineamenti severi ma belli. Winston si diresse verso le scale”.

Winston Smith è un membro esterno del partito e lavora al Ministero della Verità dove modifica articoli, corregge libri, riscrive documenti che non sono in accordo con le direttive del Grande Fratello e altera la storia. Non è possibile vivere in maniera differente dagli usi e costumi imposti; non è possibile amare, non è possibile ricordare, soprattutto non è possibile pensare.

«L’Ortodossia consiste nel non pensare — nel non aver bisogno di pensare. L’Ortodossia è inconsapevolezza».

“Prese il libro di storia per bambini e guardò il ritratto del Grande Fratello che campeggiava sul frontespizio. I suoi occhi lo fissarono, ipnotici. Era come se una qualche forza immensa vi schiacciasse, qualcosa che vi penetrava nel cranio e vi martellava il cervello, inculcandovi la paura di avere opinioni personali e quasi persuadendovi a negare l’evidenza di quanto vi trasmettevano i sensi. Un bel giorno il Partito avrebbe proclamato che due più due fa cinque, e voi avreste dovuto crederci.

Era inevitabile che prima o poi succedesse, era nella logica stessa delle premesse su cui si basava il Partito. La visione del mondo che lo informava negava, tacitamente, non solo la validità dell’esperienza, ma l’esistenza stessa della realtà esterna. Il senso comune costituiva l’eresia delle eresie. Ma la cosa terribile non era tanto il fatto che vi avrebbero uccisi se l’aveste pensata diversamente, ma che potevano aver ragione loro. Infin dei conti, come facciamo a sapere che due più due fa quattro? O che la forza di gravità esiste davvero? O che il passato è immutabile? Che cosa succede, se il passato e il mondo esterno esistono solo nella vostra mente e la vostra mente è sotto controllo?”

Ma di quale mondo parla Orwell? Perché le sue parole mi fanno pensare alla manipolazione dell’informazione, delle notizie da parte di certa stampa, o di alcuni TG? Perché penso al fatto che ciascuno di noi è tracciabile e rintracciabile in ogni momento, attraverso i cellulari, i navigatori satellitari, i bancomat e le carte di credito, le fidelity card?
Penso al mondo in cui viviamo, un mondo che non vediamo l’ora di mettere al corrente di tutto quello che facciamo, di cosa mangiamo, di quale musica ascoltiamo o di quale umore siamo: i social networks si sono sostituiti al quartiere, al condominio dove si sapeva tutto di tutti. Adesso è sufficiente aprire un account su Facebook o su Twitter per farsi i fatti degli altri e lasciare che perfetti sconosciuti si facciano i nostri.

Winston Smith è addetto alla cancellazione della storia: ciò che accade un giorno, non può mai essere confrontato con quanto accaduto il giorno prima.

Così non ci sono motivi per lamentarsi quando, ad esempio, l’aumento del prezzo di un prodotto viene spacciato per una riduzione, quando il Grande Fratello si contraddice o si sbaglia, l’errore non passa mai. E la memoria si adatta, si assuefà e poi si annulla…come la volontà, il libero arbitrio, la creatività, i diritti e i valori.

“La guerra è pace; La libertà è schiavitù; L’ignoranza è forza”.
Questi gli slogan del Partito che campeggiano ovunque, che martellano la vista e la mente…a cui si finisce, inevitabilmente, per credere.

”Tutti i documenti sono stati distrutti o falsificati, tutti i libri riscritti, tutti i quadri dipinti da capo, tutte le statue, le strade e gli edifici cambiati di nome, tutte le date alterate, e questo processo è ancora in corso, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto. La storia si è fermata. Non esiste altro che un eterno presente nel quale il Partito ha sempre ragione.”

Quella di Orwell è la rappresentazione, lucida e visionaria a un tempo, di uno stato totalitario. Tre sono le superpotenze in costante lotta tra loro di cui il mondo è composto: Oceania, Eurasia ed Estasia.
Londra è una città sporca e degradata.
“Era inutile tentare l’ascensore.

Anche nei giorni buoni funzionava di rado, e nelle ore diurne la corrente elettrica era interrotta. Faceva parte del progetto economico preparazione della Settimana dell’Odio. L’appartamento era al settimo piano, e Winston, che aveva i suoi trentanove anni e un’ulcera varicosa sulla caviglia destra, saliva lentamente, fermandosi ogni tanto per riposare”.

Londra è la sede del Ministero dell’Amore, del Ministero dell’Abbondanza, della Verità e della Pace ed è governata secondo i principi del Socing (socialismo inglese) dall’onnisciente Grande Fratello, ritratto negli enormi manifesti affissi ovunque: “IL GRANDE FRATELLO VI GUARDA”. Una certezza, neanche minimamente messa in dubbio.

In questo clima si svolge tutta la vicenda narrata. E’ un romanzo di fantasia, estremo e terribile, ma proprio per queste ragioni è in grado di mostrarci la vera natura di molte società oggi esistenti e le loro potenzialità. Telecamere e microfoni posizionati dappertutto controllano i cittadini e la Psicopolizia si occupa di eliminare coloro che dissentono dalle linee del partito.

“Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato”. 

Winston Smith in realtà, odia il partito e il Grande Fratello. Decide di compiere un atto davvero rivoluzionario: comincia a scrivere un diario, nonostante questo sia un crimine gravissimo.
Incontra Julia di cui si innamora, nonostante i sentimenti e il sesso siano anch’essi proibiti. Entrambi decidono di collaborare con un’organizzazione clandestina che ha lo scopo di combattere il Grande Fratello.

Non vi rivelo altro della trama del romanzo. Chi vorrà leggerlo la scoprirà pagina dopo pagina.

Ho trovato il romanzo struggente e spaventoso, la narrazione geniale e non prevedibile nei colpi di scena, un invito a non perdere la consapevolezza di sé e la propria coscienza, un’esortazione a non smarrire la propria memoria e la propria individualità, a vigilare sulla democrazia.

Ho letto per la prima volta questo romanzo nel 1980 (Storia della filosofia con Arrigo Colombo), nell’ambito di un corso monografico su Utopia e Distopia. L’ho riletto diverse volte negli anni, trovandolo, ogni volta, sempre più disperatamente attuale. Sono nella scuola come docente dal 1985: non esiste una mia classe che nel corso degli studi, non l’abbia letto almeno una volta.

Illuminante!

Giusy Gatti Perlangeli